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20100316 - 16 marzo

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Discorso Divino
Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba
16 marzo 2010

Guardate all’interno e sperimentate Dio

 

“Questa terra di Bhârat ha dato i natali a molte donne nobili
come Sâvitrî che riportò in vita il marito morto,
Chandramatî che estinse un fuoco ruggente con il potere della Verità,
Sîtâ che dette prova della sua castità uscendo illesa da un fuoco divampante,
e Damayantî che incenerì un cacciatore dalla mente perversa con il potere della sua castità.
Questa terra di pietà e nobiltà ottenne abbondanza e prosperità
e divenne maestra di tutte le nazioni del mondo grazie a donne caste simili.”

Volgete la visione interiormente e vedetevi Dio

Una donna che segue suo marito e sperimenta la contentezza nel servirlo è detta pativratâ (donna casta). Fu con il potere della sua castità che Sâvitrî poté riportare in vita il marito Satyavan.

Harishchandra e la sua stretta aderenza alla Verità

Chandramatî dette tutta la cooperazione possibile al marito Harishchandra che lasciò in carità il suo intero regno al Saggio Vishvâmitra e divenne povero, senza neppure un paisa. Quando il Saggio gli chiese il dakshinâ (offerta in denaro) dopo aver ricevuto il regno in carità, Harishchandra lo pregò di concedergli qualche tempo per pagare e, lasciato il regno, andò a Kâshi con la moglie e il figlio Lohitasva per guadagnare il denaro necessario; là, non trovando altro modo per pagare la somma del dakshinâ, vendette la moglie e il figlio a un bramino. Chandramatî, essendo una regina, non aveva mai fatto alcun lavoro domestico, ma il bramino le chiese di fare l’umile lavoro di lavare i piatti e pulire la casa. Lo stesso Harishchandra si impiegò come guardiano di un luogo di cremazione e il proprietario gli assegnò il compito di riscuotere la tassa da coloro che venivano a cremare i corpi. Un giorno, il bramino mandò Lohitasva nella foresta a raccogliere darbha (l’erba usata nei rituali) con altri bambini e là egli fu morso da un serpente e morì. Gli altri bambini ne riportarono il corpo alla madre che, dovendo finire i lavori di casa, poté portarlo alla cremazione soltanto a notte inoltrata; quando il custode del luogo, che altri non era che suo marito, le chiese di pagare la tassa per cremare il corpo del figlio, ella disse di non avere soldi. Vedendole il mangal sûtra attorno al collo, Harishchandra le chiese: “Come fai a dire che non hai denaro? Io vedo il mangal sûtra che indossi.” Nell’udire questo, ella pensò: “Soltanto mio marito può vedere il mio mangal sûtra e nessun altro”, per cui gli chiese: “Non sei tu mio marito Harishchandra?”, al che egli rispose affermativamente. Harishchandra fu straziato dalla notizia della morte del loro unico figlio, ma le disse che le avrebbe permesso di cremarne il corpo soltanto dopo che avesse pagato la tassa ed ella, non avendo denaro, si tolse il mangal sûtra per darglielo. In quell’istante, il Signore Shiva si manifestò lì, lodò Harishchandra per la sua ferma aderenza alla verità e gli disse che tutto questo era un Gioco Divino fatto per mostrare a tutte le genti che nel mondo c’erano ancora delle persone molto elevate che seguivano scrupolosamente la verità; inoltre Egli riportò in vita Lohitasva. Nel contempo, anche Vishvâmitra si presentò, restituì il regno a Harishchandra e gli disse che aveva fatto tutto questo per mettere alla prova la sua dedizione alla Verità. Così il re dimostrò la qualità divina della Verità. La Verità è Dio.

Dio permea ogni atomo dell’universo

La gente cerca Dio e chiede: “Dov’è Dio, dov’è Dio?” Dio è ovunque.

Sarvatah pânipâdam tat sarvatokshi shiromukham
sarvatah shrutimalloke sarvamâvrutya tishthati

Con mani, piedi, occhi, testa, bocca e orecchie
che pervadono tutto, Egli permea l’intero universo.

Dio non ha inizio né fine, nascita né morte. Il corpo umano è temporaneo ed effimero come una bolla d’aria nell’acqua, ma è la residenza di Dio che è eterno. Dio non è fuori: è dentro di voi. Lo stesso Âtma è immanente in tutti gli esseri, inclusi gli uccelli, le bestie e gli insetti. Dio non ha una forma particolare; Brahmâ, Vishnu e Maheshvara non sono diversi l’uno dall’altro. Dio si manifesta nella forma su cui i Suoi devoti meditano; se una donna considera suo marito come Dio, può raggiungere la Divinità in lui. Con qualunque sentimento pensiate a Dio, in quel modo Egli vi apparirà.

Daivam mânusha rûpena
Dio si manifesta nella forma di essere umano.

Tutti sono incarnazioni di Dio, per cui la risposta alla domanda “Dov’è Dio?” è “Dio è in ogni luogo”. L’Âtma, che è presente in voi sotto forma di consapevolezza, è presente in tutti; non si può dire che la consapevolezza sia qui e non là; essa è dovunque. Dio è onnipresente. Non c’è bisogno di andar cercando Dio che è presente dovunque, in tutto, in ogni luogo. Quindi conoscere Dio è molto facile; cercate di comprendere che ogni cosa nell’universo è permeata di Dio. L’obiettivo di tutta la vostra istruzione è di sperimentare Dio che è presente in ogni luogo e in ogni essere; raggiungere questo ideale dovrebbe essere lo scopo della vita. Chiudete gli occhi e meditate sulla forma di Dio che vi piace; su qualunque forma meditiate, proprio così Egli si manifesterà davanti a voi. Non pensate mai che Dio sia in qualche luogo lontano o che sia presente soltanto in un posto particolare e non in un altro; Egli è presente dovunque e permea ogni atomo dell’universo.

Vedete Dio in tutti

Oggi è Ugâdi, il primo giorno del Chaitra Mâsa (primo mese del calendario indiano) e indica l’inizio dell’anno nuovo. In effetti “Ugâdi” significa “inizio di una era nuova”, ma esso non è l’inizio reale di una nuova era; la vera nuova era inizia quando l’uomo ha pensieri nuovi e nobili, per cui guardate all’interno e sperimentate Dio che è presente nel vostro cuore. Quella è la vera celebrazione di Ugâdi. Comprendete che Dio è presente dappertutto; Egli è Uno nonostante la gente Lo adori con molti nomi. Possono esserci molti dolci, come il gulab jamun, il mysore pak o il jilebi, ma lo zucchero in tutti è lo stesso; possono esserci differenze nei nomi e nelle forme delle persone, ma la Divinità che è immanente in tutte è la stessa.

Ekam sat viprâ bahudhâ vadanti
La Verità è una, ma il saggio vi si riferisce con nomi vari.

Voi vedete il ritratto di Krishna che indossa una corona con una penna di pavone o quello di Shiva con un terzo occhio, ma queste sono semplici raffigurazioni di Dio; Dio non ha forma, ed è al di là di tutti i nomi e di tutte le forme, per cui non limitateLo a nessun nome o forma. Non pensate erroneamente che Dio sia presente soltanto in questo o quel posto: meditate su Dio che è presente nel vostro cuore e guadagnatevi la Sua grazia. A partire da questo sacro giorno di Ugâdi, dovreste vedere Dio in tutti; offrite i vostri omaggi a chiunque incontriate, considerandolo l’incarnazione di Dio. Questa è meditazione vera. Dio è in voi; voi stessi siete Dio. Quindi, dove andate a cercarLo? C’è qualcuno che va in cerca di se stesso? Dato che voi stessi siete Dio, come può essercene più di Uno? Indirizzate la visione all’interno e vedete Dio in voi. Quando dite: “Questo è il mio corpo”, chi è allora che dice “mio”? Evidentemente il corpo, e voi siete separati; ammettete questa verità. Questa è devozione autentica.

(Baba chiama uno dei ragazzi e gli chiede:)
Da dove vieni?
(Quando il ragazzo risponde di esser venuto da Mumbai, Egli dice:)
In realtà, il tuo corpo è venuto da Mumbai, non tu. Comprendete davvero la verità “Io sono Io”. Quando dite: “Io sono il tal dei tali”, che cosa comunicate? Il nome vi è stato dato dai genitori, non siete nati con esso. Non pensate che il corpo sia permanente; il corpo fisico dura soltanto un periodo di tempo limitato e infine deve soccombere.
(Swami chiama un altro ragazzo e gli chiede:)
Che cosa vuoi?
(Il ragazzo risponde: “Swami, voglio Te, voglio il Tuo Amore. Sii sempre con noi, Swami”, e Swami risponde:)
Io sono sempre con voi. Tutti voi Mi appartenete. Ogni volta che mediterete su di Me nel vostro cuore, Io mi manifesterò davanti a voi. Oggi è Capodanno. Siate felici!

 

Prashânti Nilayam, 16 marzo 2010,
Sai Kulwant Hall,
Festività di Ugâdi

(Da “Sanâtana Sârathi”, maggio 2010)