20060816 - 16 Agosto

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Discorso Divino
Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba
16 Agosto 2006

Desiderare la pace, non la ricchezza

 

Incarnazioni dell'Amore!
L'oratore che ha parlato poco fa ha detto cose eccellenti. Dopo averle ascoltate, credo che resti ben poco da dire.

“Non c'è carità più grande che dar cibo agli affamati,
non esiste Dio più grande dei genitori,
non esiste Dharma più grande della compassione,
non esiste nulla di più vantaggioso della compagnia dei buoni,
non esiste nemico più grande dell'ira,
non esiste ricchezza più grande della buona reputazione:
la cattiva reputazione è la morte stessa.
Non c'è ornamento più bello del canto del Nome di Dio.”

 

 

La coppia perfetta
Incarnazioni dell'Amore!
Siamo nati dipendendo da anna (il cibo). Non possiamo vivere neanche un istante senza cibo. Da dove trae origine questo cibo? Esso proviene dal Signore Shankara, che ha Natura infinita, è unico e non può esser descritto dalle parole né compreso dalla mente. L'insieme degli oggetti che vediamo in questo mondo, costituisce la creazione di Dio. Tutto ciò che è visibile, nel presente, nel passato e nel futuro, è creazione di Dio. Madre Pârvatî è il solo essere ad aver compreso questa Verità. Prima che si sposasse con Shankara, tutti i Devata (le creature celesti) le andarono vicino e le chiesero:

“O Gaurî! Tu sei molto giovane, mentre Sâmbashiva è vecchio.
Egli cavalca un toro ed è sempre in movimento.
È, inoltre, adorno di serpenti.
Perché dunque Lo corteggi?
Non conosci tutte queste cose?
Non ha una casa Sua e dorme nei camposanti.”

Essi sfidarono Pârvatî con questi scoraggianti argomenti e provarono a dissuaderla dallo sposare il Signore Shiva. Pârvatî, allora, rispose: “Voi tutti vi soffermate sull'apparenza esteriore del Signore Shiva e vi ingannate nel credere che quella sia la Sua forma reale. Siete incapaci di comprendere la Sua vera Natura che è abhautika  (al di là della forma fisica), alaukika  (ultraterrena) e shâshvata  (eterna). Voi siete interessati esclusivamente alla Sua bellezza fisica, alle Sue ricchezze e alla Sua prosperità intesa nel senso materiale del termine. La vostra visione è limitata al corpo, alla mente e all'intelletto. Sapete dunque vedere esclusivamente l'aspetto fisico del Signore Shiva, e non siete in grado di visualizzare la Sua natura sottile e immanente, cioè la Divinità. Egli non è il corpo né la mente: è Lingakara (avente una forma che assomiglia a quella di un Linga). Tuttavia quel Linga  non è visibile a nessuno. È situato nella Sua kantha (gola). Io sono l'unica che ha visto la Sua vera Forma e per questo motivo desidero sposarLo. Voi siete capaci di vedere esclusivamente la Sua Forma fisica, ma solo fino a un certo punto. Dio, però, non è limitato a una forma. Egli è anoranîyân mahato mahîyân (più sottile del più sottile e più grande del più grande). Quando saprete visualizzare la Sua Forma cosmica, non penserete più alla forma fisica. Non sarete più interessati a sapere quale sia la Sua età. Il Signore Shiva, che mi accingo a sposare, non è quello che chiede la carità; è Lui, infatti, a fare la carità a tutti.” Esattamente in quel momento, Shiva si manifestò di fronte a lei. Appariva bellissimo e giovane, più giovane della stessa Gaurî. Shiva e Pârvatî sono una Coppia perfetta. I Devata erano ammutoliti.
La gente, dunque, spesso si inganna convincendosi di alcune cose, mentre poi la realtà risulta essere alquanto diversa. Non tutti riescono a comprendere questa profonda Verità.
Le persone di questo mondo aspirano alla bellezza e alla felicità fisiche, ma, per riconoscere l'Incarnazione della Verità, è indispensabile una natura sincera. Nessuno può descrivere la Natura della Divinità con parole comuni.

È possibile limitare a un tempio Colui che pervade l'intero cosmo?
Come si può illuminare con una lampada Colui che risplende del fulgore di milioni di soli?
Come si può attribuire una forma a Colui che neppure Brahmâ, il Creatore, può comprendere?
Come si può dare un nome a Colui che è presente in tutti gli esseri?
Come si può offrire cibo a Colui che ha il ventre pieno dell'intero cosmo?

La forma di Dio è la più sottile. È veramente una forma minuta. È questo! (Swami, con un movimento della Mano, ha materializzato un Linga e lo mostra perché tutti possano vederlo - N.d.T.). Questa è la copia identica di quel Linga  (Baba si riferisce a quello che viene adorato quotidianamente durante questo Yajña - N.d.T.).

 

Mille volte tanto
La gran parte delle persone assomiglia ai corvi. Accecati dall'ignoranza, essi vedono solo la forma esterna. Nessuno può stabilire una regola fissa dicendo che solo un certo tipo di cose può essere offerto a Dio. Molte persone dei nostri giorni, particolarmente istruite e “moderne”, commentano: “Che cos'è tutto questo spreco! Con tanta gente che muore di fame per mancanza di cibo, voi buttate tanto riso e tanto ghî  nel fuoco, sprecandoli!? Potreste piuttosto, con tutto ciò, dar da mangiare a molta povera gente! Non è così?” Il nostro capobramino può spiegare a simili persone la ragione fondamentale, che sta dietro questi rituali, in questo modo: “Signori! Oggi un agricoltore semina cinque sacchi di riso in un campo. Quando i semi germogliano li trapianta in tutto il campo e li annaffia. Può qualcuno dire che sta buttando del prezioso riso nel fango e nell'acqua? Alla fine raccoglierà la messe di cinquanta sacchi. Analogamente, i rituali che vengono eseguiti dai ritvik (i sacerdoti) conferiscono grandi benefìci all'umanità, e non sono mai uno spreco. Qualunque cosa venga offerta a Dio oggi è come il riso e il ghî, e apporterà grande beneficio all'umanità in un momento successivo. Proprio come un sacco di riso seminato in un campo si moltiplica diventando cinquanta sacchi, analogamente le sostanze che vengono offerte nell'Agnihotra (il rito di adorazione ad Agni, il Dio Fuoco) si moltiplicano molte volte.”

 

L'involucro e il Contenuto
C'è una sola cosa che tutti noi possiamo offrire a Dio. Nel nostro cuore si annidano molti desideri: essi devono essere offerti tutti a Dio. Tutto ciò che viene offerto a Dio, senza alcun desiderio per i frutti, apporterà nel futuro un grande beneficio. Incapaci di comprendere questa verità, le persone danno generalmente importanza a ciò che è soltanto esteriorità. Esse formulano le loro opinioni sulla base esclusiva di ciò che è tangibile e che può esser visto esteriormente. Tutto ciò che viene offerto a Dio, torna indietro moltiplicato per mille.
La forma esterna è come un pacco: se la copertura non viene rimossa, non potremo vedere il materiale in esso contenuto. La Divinità, in natura, è coperta dai pañchabhûta (i cinque elementi), e noi siamo incapaci di visualizzarLa a causa di kâma, krodha, lobha, moha, mada e mâtsarya (desiderio, ira, avidità, attaccamento, orgoglio e gelosia). Togliendo questa copertura, la bellissima e beata Forma di Dio si manifesterà di fronte a voi. Non dovete dare troppa importanza alla parte esterna del pacco. L'involucro esterno può anche essere molto bello; tuttavia, a meno che non apriate il pacco, non sarete in grado di vedere l'oggetto in esso contenuto e le condizioni in cui si trova. Molta gente viene attratta dall'aspetto esteriore del pacco e questo può trarre in inganno. Non è questo, però, il caso della Divinità. La bellezza fisica e i sensi sono visibili solo alla visione esteriore.

Il corpo è fatto di cinque elementi e presto o tardi è destinato a perire,
ma il suo Abitatore non ha né nascita né morte.
L'Abitatore non ha attaccamenti di alcun genere ed è l'eterno Testimone.
In verità l'Abitatore, che è sotto forma di Âtma, è realmente Dio stesso.

La Natura divina di quel Signore dei Signori è quindi dentro questo corpo fisico. Non dobbiamo dunque sentirci soddisfatti solo dell'involucro esterno. La Divinità è immanente in noi. Voi siete Dio, veramente! Dio è onnipervadente e quindi anche voi lo siete. La Divinità è presente in voi così come è presente in tutti gli esseri umani. Se desiderate avere la visione di Dio, dovete condurre una vita pura, risoluta, e priva d'egoismo. Tutte le diversità che vedete in questo mondo oggettivo sono uno spreco; quindi, rimuovetele e sviluppate il senso di Unità. Dove c'è Unità c'è Purezza. Dove c'è Purezza si manifesterà la Divinità. Di fatto, non siete un solo individuo. In voi ce ne sono tre: colui che credete di essere, colui che gli altri credono voi siate e colui che siete veramente. Voi siete realmente un'Incarnazione del divino Âtma! Non comprendendo questa Verità, conducete la vita dando importanza al corpo, alla mente e all'intelletto. Tutto ciò, un giorno o l'altro, è destinato a morire. Vi spiegherò dettagliatamente questa cosa più tardi. Ma ora…cantate la gloria del Nome Divino. ( Baba si è quindi messo a cantare il bhajan “Shiva Shiva Shiva Shiva Yanarâda …”  e chiede ai devoti di seguirLo. Poi ha continuato il Suo Discorso. – N.d.T.).


Tre in Uno
Il mantra  “Namasshivâya” contiene cinque sillabe. È un mantra  glorioso e sacro. È Nirgunam, Niranjanam, Sanâtana Niketanam, Nitya, Shuddha, Buddha, Mukta, Nirmala Svarûpinam (Senza attributi, Puro, Dimora finale, Immutabile, Senza macchia, Illuminato, Libero e Incarnazione della Sacralità). Dovete conservare questo mantra  al sicuro nel vostro cuore. La gente normalmente crede che Brahmâ sia il Creatore, Vishnu il Conservatore e Shiva il Distruttore. Di fatto sono in tre, ma fusi in un tutt'Uno. Se volete fare un pân , dovete procurarvi tre cose: foglie di betel, noci di betel e calce spenta in polvere (cûnnam). Solo quando questi tre ingredienti vengono masticati assieme, la vostra bocca e le vostre labbra diventano rosse. Da dove viene quel colore? Dalle foglie di betel? Dalla noce di betel? Oppure dalla polvere di calce spenta? Non esclusivamente da uno di essi. Solo quando i tre ingredienti vengono masticati assieme, appare il colore rosso. Analogamente, Dio è tutti e tre, Brahmâ, Vishnu e Maheshvara, uniti assieme. L'Unità di tutti e tre gli aspetti è Divinità. Non attribuite diversità a Dio, guastando la vostra mente. Sarete sicuramente capaci di sperimentare l'Unicità di questi tre aspetti di Dio.
Episodi significativi
Una volta accadde che Pârvatî proponesse al Signore Îshvara di costruire una casa per loro. Ella Lo pregò: “O Signore! Tu vai in tanti posti chiedendo l'elemosina. Non siamo mai stati in grado di preparare del cibo casalingo, giacché non abbiamo una casa dove ripararci. Come posso gestire questa famiglia?” Îshvara, allora, le spiegò: “Pârvatî! Pensi che sarebbe giusto costruirci una casa? I topi la occuperebbero prima ancora del nostro ingresso. Allora bisognerebbe prendere un gatto per uccidere i topi. Il gatto, però, ha bisogno di latte. Dovremmo quindi acquistare una mucca a questo scopo. Per acquistare la mucca serve del denaro. Tutto questo sarebbe una grande schiavitù. Tu pensi che costruire una casa e poi mantenerla sia una cosa assai semplice. No, no! Noi non dovremmo aspirare a certe cose. Visto che ti sono piaciuto e che Mi hai sposato, dovresti lasciare a Me ogni decisione. Non dovresti desiderare questi beni personali.”
Tutte le ricchezze come il denaro, l'oro, le case, le proprietà, i veicoli ecc., in questo mondo, sono cose transitorie e deperibili. Alessandro (Magno) intraprese una marcia vittoriosa. Conquistò molti Paesi in tutto il mondo e infine giunse in India. Raggiunse le rive del fiume Sind, vicino al Kashmir, e provò ad attraversare quel fiume. Esattamente in quel momento fu colpito da un attacco cardiaco. I medici lo visitarono accuratamente e dichiararono che non esisteva alcuna speranza di guarigione. Allora Alessandro chiamò i propri ministri, nonché gli alti ufficiali, e disse loro: “Io non sono per nulla preoccupato di morire. In realtà, ne sono felice. Tuttavia ho un piccolo desiderio da esaudire. Dopo la mia morte, vi prego, avvolgete il mio corpo in un lenzuolo bianco, mantenendo le mie mani vuote; bene in vista, con le palme rivolte al cielo e portatemi in processione per le strade del mio villaggio. La gente, naturalmente, chiederà perché mai le mani del re siano in quella strana posizione. Allora voi spiegherete che Alessandro fu un grande conquistatore, ebbe un'imponente armata, molti amici e molti parenti, e, dopo aver conquistato numerosi Paesi, accumulò ingenti ricchezze. Tuttavia, al momento della morte, lasciò le sue spoglie mortali con le mani vuote.”

Perfino il re Harishchandra, che si attenne rigorosamente al cammino della Verità, dovette alla fine abbandonare questo mondo, lasciando dietro di sé il suo immenso e ricco impero.
L'imperatore Nala, che regnò su un grande impero,
non poté portare con sé nulla quando lasciò le spoglie mortali.
Il re Mândhâta, che abbellì il Krita Yuga, riuscì forse a portare con sé
qualcuna delle sue ricchezze quando lasciò questa terra?
Perfino il Signore Râma, che costruì il ponte attraverso l'oceano, non può più essere visto oggi sulla terra.
Molti re hanno regnato sulla terra, ma nessuno di essi
ha potuto portare con sé neanche un granello di polvere.
O nobili personaggi! Pensate forse di poter portare qualche ricchezza
sulla vostra testa quando lascerete questo mondo?

 

Il denaro non è tutto…
Nessuno di essi ha potuto portare con sé neanche un paisa  al momento della morte. Neppure un pugno di terra. L'uomo si considera grande e ricco. Recentemente una persona ha comprato un acro di terra a Hyderabad pagandola quattro milioni di rupie. Mentre tornava dall'ufficio del registro, dopo avere registrato la terra a suo favore, improvvisamente è morto. A che gli è servito aver accumulato tanto denaro e tanta ricchezza? Ciò che è importante per un essere umano sono i suoi guna  (le sue qualità), non dhana  (il denaro). Daivabala (la forza che viene da Dio) è la cosa di gran lunga più importante per noi. Se sviluppate sentimenti divini, ogni cosa vi sarà data in più. Non c'è dubbio che il denaro sia importante, giacché, col denaro guadagnato, possiamo comprare il cibo. Tuttavia, l'eccesso di ricchezza è male. Qualche volta può perfino portare a perdere la vita. Dobbiamo tuttavia avere abbastanza denaro per mantenere la nostra famiglia. Si deve anche, per quanto possibile, aiutare la società nella quale si vive. Senza la società non potreste esistere; per questo, si deve dimostrarle gratitudine.
Prima “sé” (self) e poi “l'aiuto” (help). L'Umanità può sopravvivere solo se entrambi esistono.
Non siate egoisti. Si dice che un pesce (fish) è migliore di una persona egoista (selfish). Si deve vivere una vita felice facendo servizio altruistico alla società.
Io sono sempre felice e beato e non so che cosa sia il dolore, che cosa siano le difficoltà e le sofferenze.

 

Un solo Desiderio
Una volta il Presidente dell'India venne in visita a Prashânti Nilayam. Durante un'udienza Mi chiese: “Swami! Hai anche Tu qualche desiderio?” Io gli dissi: “Ho un solo desiderio. Essere ciò che sono realmente. Non vorrei dipendere da altri. Desidero dare felicità a tutti. È solo quando tutti sono felici che anch'Io sono felice.” Di che altro ho bisogno? Tutti si avvicinano a Me con una richiesta: “Swami! Voglio la Pace.” Ma dove si trova la Pace (Peace)? È davvero nel nostro Sé interiore. Tutto ciò che esiste al di fuori sono solo “pezzi” (pieces). Non ne abbiamo bisogno. La Pace deve manifestarsi dal nostro Sé interiore. Solo se spenderemo la nostra vita basandoci su questo principio saremo santificati. Qualunque sia la sâdhanâ (pratica spirituale) intrapresa, qualunque sia il libro letto, qualunque sia il grado accademico acquisito, tutto ciò dovrà essere abbandonato quando si lascerà questo mondo. La gente non porterà con sé neanche uno di questi ammennicoli nel suo viaggio verso l'altro mondo. Per questo il Mio più grande desiderio è che tutti voi conduciate una vita di Pace. È Mio desiderio che sviluppiate sentimenti di pace. A che serve avere delle ricchezze se non si ha una disposizione d'animo caritatevole?

 

Giovani davvero speciali
Il ragazzo che ha parlato poco fa, proviene da una grande famiglia. Il nome di suo nonno è Margabandhu. Suo padre è un direttore di banca. Sono tre anni che fa parte del nostro college, dopo aver lasciato quello di Delhi dove studiava precedentemente. Sta studiando per ottenere un Ph.D. (laurea di 3° grado, simile al dottorato di ricerca) sugli Insegnamenti di Swami. Egli non si accompagna mai a nessuno e vuole sempre restare solo. Obbedisce incondizionatamente agli ordini di Swami ed esegue qualunque lavoro gli venga assegnato. È in grado di tenere ottime orazioni in filosofia. Sta studiando la vita e la filosofia di Shankara. Sa tutto sulla filosofia Advaita  di Shankara (il Non dualismo). Ci sono molti ragazzi come questo nella nostra istituzione. Egli è venuto a Puttaparthi solo per sottoporsi a un simile tirocinio (tapas). Il secondo oratore di oggi è, egli pure, un nostro studente. Tutti questi ragazzi sono veramente grandi.
Tra loro c'è Vedanarayana. Il suo nome è proprio “Vedanarayana” (Signore dei Veda). Lo scorso anno ricevette il riconoscimento come migliore insegnante dalle mani del Presidente dell'India. Mentre gli consegnava il premio, il Presidente gli chiese: “Dove andrai dopo aver ricevuto questo premio?” Vedanarayana rispose: “Tornerò a Puttaparthi. Non andrò in nessun altro posto.” Il Presidente, allora, lo consigliò: “Figliolo caro! Tu sei veramente un bravo ragazzo. Ti prego, resta come sei.” Il Presidente è mussulmano. Tuttavia ha una grandissima devozione per Swami. Molti alti dignitari come lui visitano Puttaparthi e manifestano apprezzamento verso i nostri ragazzi.
Ogni anno circa 500 studenti si iscrivono nelle nostre istituzioni educative. Non facciamo alcuna pubblicità sui giornali circa i loro risultati scolastici, ma tutti i nostri studenti ottengono sempre il massimo dei voti. Due ragazzi del nostro istituto di Alike hanno brillantemente superato la prova di ammissione a Medicina e Ingegneria. Io ho concesso loro una borsa di studio. Quando essi andranno in America per ampliare la loro conoscenza, Io Mi prenderò la responsabilità della loro istruzione in quelle istituzioni. Ho detto a questi ragazzi: “Dovete riuscire a essere fra i primi in graduatoria non solo qui, ma anche in America.”
I nostri ragazzi sono come l'oro, non quello impuro, ma quello fino, privo di leghe con altri metalli. Essi sono pronti a fare qualunque lavoro venga loro assegnato. Questi ragazzi, ogni anno, vanno per un mese nei villaggi a fare servizio. Portano con sé riso e altre provviste che poi cucinano e distribuiscono agli abitanti dei villaggi. Essi servono cibo a ogni singolo individuo in ogni famiglia, senza tener conto del numero di membri della stessa. Gli abitanti dei villaggi si rivolgono a questi ragazzi affettuosamente: “Cari ragazzi! È stato Swami ad avervi mandato qui!” Gli abitanti si sentono molto gratificati dal servizio reso loro dagli studenti. Il giorno della visita dei nostri ragazzi al villaggio, gli abitanti puliscono a fondo le loro case e le decorano con disegni floreali. Essi ricevono il prasâdam di Swami con grande devozione e rispetto, e se ne cibano gioiosamente. È nuovamente giunto il momento di mandare i nostri ragazzi nei villaggi a distribuire il prasâdam di Swami. I nostri ragazzi non sono solo preparati a scuola, ma eccellono anche negli sport e nei giochi, nella danza e nella musica. Non c'è attività che non siano in grado di intraprendere. Ovunque vadano, nei villaggi come nelle città, essi sono molto attenti a mantenere sano il loro carattere. Per i nostri ragazzi e le nostre ragazze, il carattere è il respiro vitale.
Ci sono 700 studentesse nel campus di Anantapur. Anch'esse eccellono. Vanno, esse pure, nei villaggi a fare grâma sevâ (servizio). Demoliscono le case vecchie e semidistrutte e ne costruiscono di nuove. Le ragazze, da sole, costruiscono case con pietre e cemento. Stanno facendo moltissimo servizio per i poveri. Quando abbiamo chiesto agli abitanti dei villaggi informazioni sulla qualità del loro lavoro (se cioè in casa avessero dei danni), abbiamo ricevuto le seguenti informazioni: “No, Swami! Le Tue ragazze hanno fatto uno splendido lavoro. Le nostre case sono molto sicure. Perfino gli ingegneri sono estremamente soddisfatti del loro operato. Hanno fatto tutto gratuitamente.” Anche i nostri ragazzi stanno svolgendo uno straordinario lavoro nei villaggi. In tal modo, i nostri studenti di tutti e tre i campus, Prashânti Nilayam, Bangalore e Anantapur, fanno servizio visitando i villaggi e aiutando i loro abitanti.
I nostri ragazzi e le nostre ragazze non sono venuti qui solo per l'istruzione. Il Mio sincero Messaggio a tutti i giovani che cercano l'ammissione nelle nostre istituzioni è: “Per favore, non venite qui con il solo scopo di acquisire istruzione e un titolo accademico.” Potrete sicuramente ottenere un'istruzione, ma il requisito principale è il sevâ. A quale scopo Dio vi ha dato il corpo umano? Solo per prestare servizio agli altri. Il Signore Krishna ha dichiarato nella Bhagavad Gîtâ:

Mamaivâmsho jîvaloke jîvabhûta sanâtanah.
“L'Âtma, in tutti gli esseri, è parte della Mia Essenza.”
( Bg . XV, 7)

Tutti sono amsha (parte) della stessa Divinità. Per questo è necessario servire tutti.

“ Il servizio è Dio: servite tutti ”.

I nostri studenti stanno guadagnandosi un buon nome solo perché mettono in pratica questi Insegnamenti di Swami. Dovunque vadano, la gente mostra grande amore e affetto nei confronti degli studenti delle Istituzioni Educative Shrî Sathya Sai. Quando vedono questi ragazzi e queste ragazze vestiti di bianco, li riempiono di elogi dicendo: “Questi ragazzi e queste ragazze appartengono a Sathya Sai, e sono tutti ottimi giovani.” Il vestito che indossano è bianco come i loro cuori: essi sono sacri e puri.
Ogni giorno siete testimoni di come questi giovani Mi conducano in questo Kulwant hall e poi Mi riportino a casa! Questi due ragazzi hanno completato il loro MBA (Master in Gestione Aziendale). Il terzo ragazzo è studente dello MBBS (Corso di laurea in Medicina e Chirurgia). Adikesavulu gli ha dato un posto nel College Medico Vaidehî; egli sta ammettendo molti ragazzi. Se volete entrare in qualunque altro posto, in qualche College Medico, dovete sborsare una gran quantità di denaro. Inoltre c'è la tassa mensile di due o tremila rupie. Egli, invece, non chiede nulla, e accetta molti dei nostri ragazzi nella sua istituzione. È un grande tyâgin  (uomo di sacrificio). Vive vicino al Sathya Sai Super Speciality Hospital di Bangalore. Abbiamo costruito tre ospedali a Bangalore. Ci sono strumentazioni per milioni di rupie in ciascuno di questi ospedali. Se qualcuno dovesse fare, in un altro ospedale, qualcuna delle operazioni che vengono eseguite nel Super Speciality Hospital, dovrebbe spendere centinaia di migliaia di rupie. Stando così le cose, molte persone vengono nei nostri ospedali e fanno operazioni al cuore completamente gratuite.
Ho deciso di offrire istruzione, assistenza medica e distribuzione dell'acqua in modo assolutamente gratuito. Stiamo distribuendo acqua potabile alle aree suburbane dei distretti orientali e occidentali del Godâvarî nell'Andhra Pradesh, installando pompe e condotte perfino sulla cima delle montagne. C'è acqua sufficiente in questi distretti, ma la gente che sta nell'entroterra non ne riceve. Perfino dopo molti anni, c'è gente che soffre per la mancanza d'acqua. Quindi ci siamo accollati un progetto del valore di 80 milioni di rupie per fornire acqua a quelle popolazioni per mezzo di tubature stabili. Essi hanno espresso a Swami la loro gratitudine dicendo: “Sono anni che non beviamo acqua potabile. Oggi finalmente beviamo nuovamente acqua potabile pura. Siamo molto felici e Ti siamo molto grati, Swami!”
Non solo: stiamo anche fornendo acqua potabile alla gente di Chennai, senza alcuna distinzione di livello sociale. I cittadini di Chennai sono venuti in 50 autobus a Puttaparthi per esprimere a Swami la loro gratitudine per la Sua munificenza. Essi hanno esternato i loro sentimenti dicendo: “Swami! Come possiamo esprimerTi la nostra gratitudine? Ci mancano le parole.” Io ho detto loro: “Non dovete ringraziare Me! Ho dato acqua potabile al Mio stesso popolo.” Voi potete non saperlo; perché eravate qui, ma, sul giornale di due giorni fa, è stato pubblicato che Chennai è stata rifornita d'acqua dalle cisterne di Poondi. Nel tempo previsto, ieri l'acqua ha raggiunto Chennai.
La gente dei distretti di Mahboobnagar e Medak Mi ha avvicinato e chiesto: “Swami! Noi non abbiamo acqua pura.” Io ho risposto immediatamente e ho organizzato la fornitura dell'acqua potabile, per la gente di questi distretti, prendendola dal fiume Krishnâ.
Così ci siamo assunti il carico di alcuni progetti di servizio a tutto vantaggio della gente che vive nei villaggi di tutte le aree. Questo non solo nel nostro Paese, ma in tutti i Paesi del mondo. Il nostro motto è:

“Ama tutti, servi tutti!”

Anche voi dovreste emulare il nostro esempio.  Questo è ciò che insegno ai nostri ragazzi. Se venite a sapere di qualcuno che soffre, che sia o meno vostro amico, dovete intervenire in suo aiuto. Se è necessario, chiedete al college di darvi un giorno di permesso e aiutatelo. Io non dovrei lodare i Miei ragazzi, ma essi stanno facendo molto di più di quanto avessi richiesto. Stanno aiutando gli altri, anche a costo di grandi sacrifici personali. Stiamo preparando studenti esemplari simili, dotati di spirito di sacrificio e di servizio. Per questo motivo stanno facendo progressi in ogni campo, nel Paese come all'estero.
Ci sono 1200 piccoli studenti nella Scuola Elementare. Sono ancora in quell'età in cui, normalmente, dovrebbero essere attaccati ai genitori. Ma una volta che entrano nelle nostre scuole, dimenticano i loro genitori e presto giungono a uno stadio in cui non possono vivere senza di noi. I genitori possono venire qui e verificare personalmente i cambiamenti dei loro figli. Essi restano stupiti e sono anche molto felici. “Ah! Che grande cambiamento è avvenuto nei nostri figli!” – esclamano. Questo avviene perché manifestiamo grande amore verso i bambini, ancor più di quanto possano fare i loro stessi genitori.
Potrei parlare ancora a lungo dei nostri ragazzi. Non considerateli normali esseri umani: essi sono veramente molto grandi. Da adulti, meritano di essere i capi del nostro Paese. Io desidero soltanto che siano ragazzi ideali; allora sarò veramente felice.

 

Prashânti Nilayam, 16 agosto 2006
Sai Kulwant Hall
Ati Rudra Mahâ Yajña
(Tradotto dal testo in inglese pubblicato da: www.radiosai.org)