Discorso Divino
Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba
Discorso del 01 luglio 1996
Siate grati a Dio per tutta la Sua munificenza
“Oggi gli studenti acquisiscono vari tipi d’istruzione e, con questa, anche i loro desideri aumentano.
Essi sono diventati eroi nel parlare, ma degli zeri nell’azione.
A che serve tutta la loro intelligenza se non mettono in pratica almeno un frammento di quello che studiano?”
L’uomo dovrebbe essere sempre soddisfatto
Studenti!
L’educazione moderna mira a ottenere soltanto comodità e vantaggi nel mondo, non cerca di promuovere il benessere sociale riaffermando la rettitudine e portando avanti la pace nel mondo.
Utilizzate l’educazione per il benessere della società
Oggi le persone istruite si impegnano molto per ottenere degli impieghi ben retribuiti; considerando questo come lo scopo principale della vita, usano l’educazione a fini personali e non per il progresso e il benessere del Paese. Essi vanno in ufficio o al college al mattino, tornano la sera per cambiarsi d’abito e andare nei circoli a passare la serata nel divertimento, con la speranza di trovarvi pace e contentezza. Si può trovare la pace in un circolo? Può questo offrire riposo e rilassamento? No, nient’affatto. I circoli sono in effetti la debolezza delle cosiddette persone colte che si illudono di trovarvi pace e rilassamento; anche sdraiarsi sul letto a casa dopo una giornata di lavoro intenso può dar loro più riposo e rilassamento di ciò che trovano in un circolo. Che cosa fanno lì per ottenerli? Si danno al bere e ai giochi di carte. Quando perdono il controllo, per aver ingerito bevande inebrianti, s’illudono di aver ottenuto pace e rilassamento; questa via è nobile o ignobile? È una via adatta a persone istruite? Quelli che la seguono mostrano in effetti una mancanza totale d’istruzione. Quest’abitudine di bere non è soltanto dannosa per l’individuo che la pratica, ma rovina anche la sua famiglia ed è pericolosa per la società in genere. Invece di cader preda di simili pratiche malvagie, si dovrebbe utilizzare l’educazione per il beneficio della famiglia e della società. Dove porta il bere? All’inizio, l’uomo beve il vino, poi il vino beve il vino e infine il vino beve l’uomo. Incapaci di comprendere questa verità, le cosiddette persone colte adottano queste abitudini tanto malvagie e s’illudono di essere grandi intellettuali. Pensano di fare un favore agli amici dando loro compagnia, bevendo e giocando a carte. Esse perfino ringraziano quelli che si uniscono a loro nel gioco. Prima di bere si toccano i bicchieri vicendevolmente e dicono “salute”; che cos’è quest’abitudine meschina? Ciò non fa che evidenziare la loro mancanza di educazione; non è il segno delle persone istruite.
Pagate la tassa a Dio
Quando ricevete aiuto da qualcuno o quando altri s’informa del vostro benessere dicendo: “Ciao, come stai?”, lo ringraziate e anche quando qualcuno raccoglie da terra il vostro fazzoletto gli dite grazie. Voi pagate al comune la bolletta dell’acqua che vi giunge a casa, pagate il conto dell’elettricità che consumate, pagate il permesso di edificazione sull’immobile che avete costruito sul vostro terreno; pagate però forse qualche tassa a Dio per tutta l’abbondanza che vi ha concesso o almeno Lo ringraziate? Voi pagate il conto dell’elettricità quando usate un ventilatore, ma che cosa pagate a Dio che vi ha dato l’aria? Che conto pagate al sole che risplende fulgido e dà luce al mondo intero? E per le piogge copiose che riempiono gli invasi, i ruscelli, i canali e i fiumi sulla terra? Può un qualsiasi numero di stazioni di pompaggio procurare la quantità d’acqua che Dio vi dà? Voi pagate le tasse al governo per le vostre necessità ordinarie, ma tutto ciò che Dio ha dato è gratuito: l’aria è gratis, l’acqua è gratis, la luce è gratis. Egli procura tutto gratuitamente. La terra intera è un dono di Dio. Anche per un piccolo pezzo di terra di trenta o quaranta metri quadri, dovete pagare una tassa sulla proprietà. Voi godete di tutti i doni di Dio: quale tassa Gli pagate? C’è qualcuno, anche una persona molto colta, che pensi mai a questo? Per cose futili, passeggere e legate al mondo, voi pagate un bel po’ di tasse e ne siete grati, ma offrite forse la vostra gratitudine a Dio che vi ha dato i cinque elementi che sono la Sua Forma effettiva e sono essenziali per la vita? Voi non pagate tasse per ciò che Egli ha dato; al contrario Lo criticate per non avervi dato questo o quello. Non è avidità pura aspettarvi di più da Lui? L’avidità fa sorgere molte qualità malvagie. L’avidità, l’ego e la malvagità non sono qualità naturali dell’uomo; le sue qualità principali sono la pace, la tolleranza, l’empatia e il sapersi accontentare. A dire il vero, l’uomo dovrebbe essere sempre soddisfatto, dovrebbe essere sempre grato a Dio. Una volta, un devoto andò dal Signore Narayana e Gli espresse gratitudine: “O Signore! Tu hai creato il monte Meru, il monte pieno d’oro, per arricchire l’uomo e non soltanto questo: hai creato foreste immense che assorbono l’anidride carbonica e restituiscono all’uomo l’ossigeno dispensatore di vita, hai creato le montagne che fermano le nuvole cariche di umidità e causano la pioggia.”
“Il Signore del Kailâsa ha manifestato la Sua Forma Divina con la luna crescente che Gli adorna la testa, l’acqua fresca del Gange che scorre tra i Suoi riccioli scomposti, con il Suo occhio luminoso in mezzo alla fronte e il collo purpureo che riluce delicatamente come luccica una mora. Egli indossa dei bracciali e una cintura di serpi, il Suo Corpo è coperto interamente di vibhûti, la fronte è adorna di un punto di kumkum, le labbra vermiglie brillano di succo del betel, orecchini d’oro tempestati di diamanti pendono dalle Sue orecchie e tutto il Suo corpo risplende di Luce Divina.”
La fulgida Forma del Signore dà bellezza al mondo intero. Dove ha posto il Signore Shiva la luna crescente? Egli l’ha posta sulla Sua testa in modo che faccia risplendere tutto il mondo con la sua luce e conceda fresco sollievo a tutti. Il Gange che fluisce dai Suoi riccioli scomposti si divide in molti corsi e porta contentezza, progresso e prosperità a tutto il Paese. Ignorando tale grande munificenza di Dio, l’uomo cerca le comodità e i piaceri effimeri delle cose del mondo. Dio ha dato all’uomo il dono del cuore. Che tipo di cuore? Il cuore dato all’uomo da Dio è colmo d’amore, gentilezza, calma e compassione, ma egli lo inquina e lo vizia. Sciupare la sacralità e la purezza di un cuore simile è un’onta per la natura umana. Per i copiosi doni di Dio, l’uomo dovrebbe pagarGli una tassa; gli antichi rishi la chiamarono bali che significa “offrire gratitudine a Dio”, ma la gente la interpreta in modo errato e pensa di dover sacrificare degli animali e offrirli a Dio. Il significato vero di bali non è di sacrificare degli animali e offrirli a Dio. Bali significa pagare una tassa a Dio per tutta la Sua munificenza. Una parola ha molti significati; c’è, ad esempio, il termine shikhandin che voi interpretate come indicativo di qualcuno che non è né maschio né femmina, ma questo non è il suo unico significato. Shikhandin è anche uno dei nomi di Krishna e Narayana, perché significa “Colui che indossa una corona con una piuma di pavone”. Se non indagate sul significato profondo di una parola tanto sacra, prendete per buono un significato errato. In modo simile, la parola bali non indica l’uccisione di animali; indica la tassa che l’uomo deve pagare a Dio per esprimerGli la propria gratitudine. Come esprimere gratitudine a Dio? La si dovrebbe offrire sotto forma di una preghiera che viene dalle profondità del cuore ed esprime gioia e gratitudine. Uno dei modi di pagare la tassa a Dio è quello di dire sempre la verità:
Hastasya bhûshanam dânam
satyam kanthasya bhûshanam
La Carità è il vero ornamento della mano,
la Verità è la vera collana.
Offrite a Dio la vostra gratitudine dicendo la verità e compiendo atti di carità. La stessa verità è stata affermata anche da Potana nel Bhâgavatam: “A che serve la nascita umana se non usate le mani per adorare il Signore né la gola per cantare la Sua Gloria a voce spiegata?” Qualunque cosa gli altri possano dire, dovreste cantare la Sua gloria e pregarLo abbandonando l’ego e l’orgoglio. Anche se vi criticano o vi prendono in giro, non dovete farci caso. Ci sono persone che hanno una bella voce, eppure non cantano in lode a Dio. Per che cosa vi è stata data la lingua? Semplicemente per parlare di tutto e di niente? È una sfortuna che non usiate la lingua per cantare la gloria di Dio; essa non è in tal caso migliore di quella di una rana. La lingua vi è stata donata per pregare Dio; quindi cantate la Sua gloria e così facendo pagateGli la tassa, altrimenti non potrete essere liberi dal debito nei Suoi confronti. A che servono le mani se non sono giunte per pregare Dio? Dovete congiungere le dieci dita come simbolo dell’unità dei dieci sensi e offrire la vostra preghiera a Dio: questa è la tassa che dovete pagarGli, altrimenti rimarrete in debito per sempre.
Tutti sono Incarnazioni di Dio
Non criticate nessuno; criticare gli altri equivale a criticare Dio.
“Voi fate peccato quando criticate gli altri
e non potrete mai evitarne le conseguenze
perché gli altri non sono che Dio Stesso.”
L’uomo considera gli altri differenti da se stesso, ma non ci sono altri: c’è solamente Dio. Tutti sono Incarnazioni di Dio, per cui non criticate né offendete nessuno. Voi dovreste essere grati a tutti perché ognuno, in un modo o nell’altro, vi aiuta. L’uomo si avvale di ogni sorta di sotterfugio per evitare di riconoscere i suoi obblighi verso gli altri. Ricorrendo a simili stratagemmi, egli distrugge la sua stessa umanità. Questo è l’effetto dell’educazione moderna. Egli dovrebbe offrire la sua gratitudine a Dio senza sotterfugi di questo tipo. C’è una storia di una scimmia e un coccodrillo che vi ho già raccontato molte volte per illustrare questo punto.
C’era un coccodrillo che viveva in un lago vicino a un albero di more su cui aveva residenza una scimmia. Essa si cibava dei frutti dell’albero e ne faceva cadere nel lago alcuni che venivano raccolti dal coccodrillo. Col passar del tempo, i due divennero buoni amici e un giorno il coccodrillo invitò la scimmia a visitare la sua residenza dicendo: “Mio caro amico! Io raccolgo i frutti che tu lasci cadere ogni giorno nel lago e ne sono molto contento; vorrei ricambiare con una cena a casa mia.” La scimmia fu sorpresa della richiesta e pensò: “Dove mai avrà una casa questo coccodrillo? Chissà dove vive!” Su questo rifletté per un po’ di tempo. In effetti le scimmie sono molto intelligenti; la razza umana ha in esse la propria origine. Hanuman divenne il servitore di Shrî Râma e giocò un ruolo vitale nella Sua Missione. Alla fine la scimmia accondiscese ad andare a cena dal coccodrillo e chiese: “Come faccio a venire a casa tua? Tu vivi nell’acqua e io non posso entrarci, né tu puoi venirne fuori; come posso dunque visitare il luogo in cui vivi?” Il coccodrillo suggerì: “Oh, amico! Io ho un corpo ampio: tu puoi sedere sulle mie spalle e io ti porto alla mia residenza come fossi un battello.” Un po’ prima di raggiungere l’altro lato del lago, il rettile rivelò la sua intenzione effettiva: “Mia moglie vuol mangiare il cuore di una scimmia e io devo soddisfare il suo desiderio; è per questo che ti ho portato qui.” La scimmia rifletté un momento e poi rispose intelligentemente: “Oh, testa matta! Perché non me lo hai detto prima che scendessi dall’albero? Anch’io son contento che tua moglie venga soddisfatta. Tu sai che io salto continuamente da un ramo all’altro e per questo ho l’abitudine di tenere il cuore attaccato a un ramo per timore che mi cada mentre salto. Riportami gentilmente all’albero in modo che io possa prenderlo e venire con te.” Il coccodrillo ha molta forza fisica, ma è scarso di cervello come la cosiddetta gente istruita dei tempi moderni, per cui credette alle parole della scimmia e la riportò alla sua residenza. Appena furono vicini alla riva, la scimmia saltò subito via dal dorso del coccodrillo, salì sull’albero e da quella posizione sicura si fece beffe di lui: “Che sciocco che sei! Non sai che il cuore non può essere separato dal corpo e tenuto in un altro posto? Sei uno stolto e io non desidero mantenere l’amicizia con te. Tu hai cercato di uccidermi in cambio dell’amicizia che ti avevo dato. È questa la gratitudine che dovresti mostrarmi?” Così dicendo la scimmia ruppe il rapporto con il coccodrillo. Un amico vero è quello che sta al nostro fianco tanto nei tempi felici come in quelli difficili.
Voi dovreste offrire il cuore a Dio; questa è la tassa che dovreste pagarGli. Neppure il cuore è vostro: ve lo ha dato Dio.
“O Signore! Ti offro il cuore che Tu mi hai donato.
Che cosa ho ancora da offrire ai Tuoi Piedi di loto in segno d’adorazione?
Ti prego di accettarlo con i miei umili omaggi.”
“O Signore! Ti offro ciò che Tu mi hai donato.
Io non ho niente di mio da offrirTi. Io non sono niente, Tu sei tutto.”
Voi dovreste offrire il cuore a Dio con tali sacri sentimenti di abbandono totale. In questo modo Lakshmana offrì se stesso in servizio al Signore Râma.
“Io ho affidato a Te i miei averi, la famiglia, tutto.
Al di fuori di Te non ho alcun rifugio.
Ti prego, vieni a salvarmi.”
Egli disse a Râma: “Prendo rifugio ai Tuoi Piedi di loto. Non esiste niente di mio: tutto è Tuo.” Questo è il modo in cui dovreste pagare la tassa a Dio; se non pagate questa tassa, rimarrete intrappolati nel ciclo senza fine della nascita e della morte. Ognuno deve pagare questa tassa, che sia teista, ateo o teista ateo. L’uomo si definisce devoto di Dio, ma non è pronto a pagare questa tassa sacra. Egli aggiunge al suo nome la parola devoto come se fosse un diploma. Voi tutti sapete che le persone che cercano lavoro aggiungono i titoli di studio come M.B.A., I.A.S. ecc. ai loro nomi e che, vedendoli, i datori di lavoro offrono loro degli impieghi.
Una volta, una persona del tutto illetterata, Ramajah, presentò una domanda di lavoro e aggiunse D.F.C.F. al nome come qualifica. Il datore di lavoro, sorpreso da questa qualifica, gliene chiese il significato, al che egli rispose che D.F. significava dieci figlie e C.F. cinque figli. Mettere al mondo dei bambini costituisce un titolo? Esibire un titolo di questo tipo è completamente privo di significato.
Shrunvantu vishve amrutasya putrâh
O figli dell’immortalità, ascoltate!
Voi dovreste avere questo titolo e sperimentare il Principio Divino per il quale siete un aspetto di Dio.
Mamaivâmsho jîvaloke jîvabhûta sanâtanah
L’Âtma eterno, che è in tutti gli esseri, è una parte della Mia Essenza.
Questo è ciò che il Signore Krishna dichiara nella Gîtâ: “Voi siete una parte del Mio Essere e non la natura o i cinque elementi; voi siete una manifestazione diretta della Mia Divinità.” Se non cercate di ottenere questi titoli divini, voi correte dietro a tutto ciò che è insignificante e banale. Che cosa raggiungerete in questo modo?
“Il corpo, che è fatto dei cinque elementi, è debole e destinato a disintegrarsi.
Anche se la durata prescritta della vita è di cento anni, non si può esserne certi.
Si può lasciare l’involucro mortale in qualunque momento, da bambini, da giovani o da vecchi.
La morte è certa, per cui, prima che il corpo perisca,
l’uomo dovrebbe sforzarsi di conoscere la sua natura reale.”
La morte non risparmia alcuno; nessuno sa quando, dove e come verrà. Quindi offrite voi stessi a Dio prima che essa vi raggiunga. Il corpo non è eterno.
“Il corpo è come una bolla nell’acqua, la mente è come una scimmia pazza.
Non seguite il corpo, non seguite la mente: seguite la coscienza.”
Seguite il Principio Atmico, cioè il vostro cuore. Offrite il cuore a Dio e diventate un vero sâdhaka. Offrire foglie, fiori e frutti, che si guastano in breve tempo, non è sufficiente. Non c’è niente che voi abbiate e che Dio non abbia. Nessuno sa quali cose preziose abbia Dio. Voi non sapete neppure quante cose preziose Egli vi abbia dato, ma Gli offrite cose estremamente effimere come foglie, fiori e frutti. È questa la tassa che dovreste pagarGli? Di fatto, il vostro corpo è la foglia, il cuore è il fiore, la mente è il frutto e le vostre lacrime di gioia, e non quelle di dolore, sono l’acqua che dovreste offrire a Dio. Voi, però, non vi sforzate di comprendere questa verità eterna, cioè che queste sono le cose preziose che si dovrebbero offrire a Dio. Gli offrite oggetti fisici che vedete con gli occhi e sperimentate con i sensi; tutti questi oggetti sono destinati a scomparire prima o poi. In questo mondo, tutto diventa niente, perché tutto questo è temporaneo e passeggero. Una cosa sola è permanente: il Principio dell’Âtma.
Esiste soltanto Dio
La pace non si trova nel mangiare, nel consumare bevande inebrianti e nel giocare a carte; tutti questi vizi portano l’uomo sulla via demoniaca. Se la pace si trovasse nel cibo, si potrebbe star seduti e mangiare per tutte le ventiquattro ore del giorno. L’uomo non è nato semplicemente per mangiare e bere; egli dovrebbe mangiare per vivere e non vivere per mangiare, dovrebbe condurre una vita ideale dividendo questa conoscenza eterna con gli altri e guidarli sulla via sacra. Trasmettete agli altri ciò che è vero ed eterno.
Studenti! Voi dovete fare un uso corretto della vostra educazione. Condividetene l’essenza con i vostri simili e conduceteli sulla giusta strada. L’educazione non serve semplicemente a riempirsi lo stomaco: essa ha lo scopo di acquisire la conoscenza. Che cos’è questa conoscenza? Il potere di discriminare tra l’eterno e l’effimero è la vera conoscenza. L’essenza di tutta la conoscenza è la discriminazione. Oggi le persone sono in uno stato di irrequietezza totale e non ne conoscono veramente la causa, né sanno come fare per liberarsene; esse non prendono i provvedimenti adatti a curare questa malattia dell’inquietudine.
Potete curare il mal di stomaco mettendovi del collirio negli occhi? Voi soffrite di una precisa malattia e prendete una medicina adatta a un’altra; similmente, soffrite della malattia dell’irrequietezza e, nello sforzo di curarla, fate le cose che l’aumentano.
C’era una volta un ragazzo che era figlio unico, per cui i genitori lo amavano teneramente. Un giorno, mentre giocava a palla nella sua stanza, andò in un angolo e fu punto da uno scorpione. Piangendo disperatamente, egli corse a dirlo al padre il quale si precipitò dal medico. Questi gli dette un unguento e gli disse: “Applicalo dove lo scorpione ha punto il ragazzo; questo anestetizzerà la parte e lui non sentirà più dolore.” Senza capire veramente ciò che il medico aveva detto, l’uomo, in preda all’ansia, tornò e chiese al figlio: “Dov’è che lo scorpione ti ha punto?” Questi indicò un angolo della stanza dicendo: “Lo scorpione mi ha punto lì”, e il padre applicò immediatamente l’unguento in quell’angolo. Poteva il dolore di quel ragazzo essere lenito dall’azione sciocca di suo padre? Egli avrebbe dovuto applicare il medicamento sulla parte del corpo del ragazzo che lo scorpione aveva punto. Il dolore non poteva essere sedato dall’unguento applicato nell’angolo della stanza. Oggi, tutti gli sforzi dell’uomo per liberarsi della malattia dell’irrequietezza sono esattamente simili a questo. Per prima cosa, egli dovrebbe cercarne la causa e poi sforzarsi di sradicarla; egli sta compiendo degli sforzi nella direzione sbagliata per eliminare il problema senza comprendere dove esso si nasconda e quale ne sia la soluzione. L’uomo va in pellegrinaggio in vari luoghi a cercare Dio; va da una montagna all’altra e fa il periplo della catena himalayana. Dov’è che Dio non esiste? Dovunque guardiate, Egli è lì. Voi stessi siete Dio. Dio è presente nel vostro cuore e non all’esterno. Egli è con voi, in voi, intorno a voi, sopra di voi e sotto di voi. Se Lo cercate in giro come potete trovarLo? Volgetevi all’interno, rafforzate la fede. Chi pensa che Dio sia qui e non là non è un saggio (jñânin). Qui, là e dovunque guardiate c’è soltanto un Principio: l’Âtma. Esiste solamente Dio in qualunque luogo: non c’è nessuna seconda entità.
Ekameva advitîyam brahma
Dio è uno senza secondo.
Non esiste niente del genere “il mio Dio” e “il tuo Dio”; attenersi a tali differenze è un segno di ignoranza. Râma, Krishna e Shiva non sono differenti tra loro. Nomi e Forme sono diverse, ma il Principio della Divinità è uno solo. Dovunque preghiate Dio con tutto il cuore, con fede salda in questo Principio, Egli si manifesterà davanti a voi. Sai si è incarnato per farvi raggiungere questo Principio di Verità e Amore. Io sono venuto per farvi capire che Dio è presente ovunque posiate gli occhi. Potreste chiedere perché Sai debba scendere per mostrare Dio che è onnipervadente.
“C’è una lampada, l’olio e lo stoppino, ma può la lampada accendersi da sola?
Non ci vuole qualcuno che l’accenda?
Ci sono i fiori, c’è l’ago e il filo, ma può la ghirlanda crearsi da sé?
Non serve qualcuno per cucirla?
Ci sono i diamanti e c’è l’oro, ma possono i gioielli crearsi da soli?
Non deve esserci un orafo per farli?”
In modo simile, Dio viene in forma umana per dimostrare la Sua onnipresenza.
“Visto che ci vuole un conducente per condurre il treno
e una persona che controlli i segnali del traffico,
non dovrebbe esserci un Creatore dietro questo mondo?”
Deve esserci un manovratore per guidare il treno, qualcuno che controlli i segnali automatici del traffico; in modo simile c’è voluto qualcuno per creare questo mondo e ci dovrebbe essere qualcuno a mostrarvi che Dio è dovunque. Dio si incarna proprio per questo e non viene solamente per affermare questa Verità, ma anche per spargere il Suo Amore sull’uomo. La quantità d’Amore che ricevete dipende comunque dalla misura del vostro contenitore, cioè il cuore. Quindi, allargatelo con la Visione, il Contatto e la Conversazione (Darshan, Sparshan e Sambhashan) con il Divino. Potete attingere ambrosia nella misura in cui allargate il vostro contenitore.
(Baba ha concluso il Discorso con il bhajan: “Bhava Bhaya Haranâ...”).
Prashânti Nilayam, 1 luglio 1996,
Sai Kulwant Hall
(Da Sanâtana Sârathi, ottobre 2010)
< Prec. | Succ. > |
---|