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20050210 - 10 Febbraio

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Discorso Divino
Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba
10 Febbraio 2005

Gli anziani, fonte di saggezza e di forza

 

Incarnazioni dell'Amore!
Le coppie di anziani che hanno partecipato alla celebrazione del Bhîma Ratha Shânti , che si è tenuta oggi, hanno sperimentato gioia e beatitudine indicibili. A tal proposito, dovete comprendere il significato recondito del nome di questa cerimonia: “ Bhîma Ratha Shânti ”. Essa non vuol significare che tutte queste coppie debbano essere fisicamente forti e coraggiose come Bhîma, l'eroe del Mahâbhârata . Bhîma era il figlio di Vâyu (il vento, l'aria)(1) che è onnipervadente. Il vento è per sua natura un elemento molto forte e possente che può sradicare anche un albero poderoso.

 


Pietre miliari
Ci sono delle precise regole tradizionali per l'esecuzione di questo  Bhîma Ratha Shânti , ma per questa cerimonia non c'è nessuna restrizione riguardo all'età. Per grazia di Dio, tutti hanno sat sankalpa  (buoni pensieri). Normalmente le coppie sposate celebrano la cerimonia Shashtyabda Pûrti  quando lo sposo raggiunge i sessant'anni, sperando di vivere una vita di coppia pacifica e felice. Essi festeggiano anche il compimento, da parte del marito, dei 70 anni d'età. Generalmente la gente crede che 70 anni siano il termine della durata della vita di un individuo, ma ci sono anche altre pietre miliari come 80, 90 e 100 anni che devono essere raggiunte. Quando un individuo raggiunge questi importanti traguardi nella sua vita da sposato, tali felici eventi vengono celebrati e chiamati  Bhîma Ratha Shânti . Incapaci di comprendere e apprezzare l'importanza di queste sacre occasioni, i figli in questa era di Kali allontanano i loro genitori quando questi raggiungono i sessant'anni, in seguito all'errata credenza che non debbano proseguire una vita di coppia, essendo adatti a essere soltanto dei sannyâsin  (rinuncianti). Questo è un grave errore. I figli dovrebbero, invece, avere maggior cura dei loro genitori quando essi raggiungono i sessant'anni o più.

 

Magici settant’anni
Generalmente i figli hanno l'impressione che la gente che ha più di 70 anni sia inutile e costituisca un peso per la famiglia e per la società, ma la verità è ben altra. Infatti, quando una persona raggiunge i settant'anni, l'entusiasmo, l'intraprendenza e la forza mentale aumentano. È solo a tale età che le facoltà mentali e la Forza atmica si esprimono appieno; precedentemente, anch'essi si comportano come gli altri esseri umani: non si sforzano particolarmente di fungere da esempio. Le facoltà mentali, la Forza divina e la forza di volontà si manifestano completamente in una persona dopo i settant'anni e la inducono a stabilire un nuovo scopo nella vita. Ne risulta che questi anziani meditino ed esplorino i segreti dell'esistenza. La Forza divina latente in queste persone anziane è al di là della portata dei giovani; essa si manifesta nei modi più disparati nelle loro azioni. Oggi ci sono numerosi giovani che dicono cose malvagie dei loro genitori e li deridono; questo è un grave errore. Se invece si analizzano con attenzione le loro azioni, queste risultano rimarchevoli e di natura divina. Se i giovani d'oggi desiderano ricevere la giusta istruzione, per affrontare le sfide della vita, devono vivere con i loro genitori e osservare costantemente le nobili qualità che si manifestano nelle loro azioni. In effetti, nessuno può eguagliare la loro vita metodica e la loro severa disciplina. Il fiorire del loro intelletto e delle qualità divine annuncia una nuova e significativa vita per l'umanità. Osservate la loro vita attentamente e sarete sorpresi dai cambiamenti che essa può apportare nella vostra.

 

La vera forza degli anziani
Incarnazioni dell'Amore!
Al giorno d'oggi noi ignoriamo questi anziani, considerandoli inutili per la società. Questo non è corretto. Infatti la forza e l'energia latenti in loro non si possono trovare nei giovani. Qualunque nuova attività desideriate intraprendere, essa si rivelerà fruttuosa solo se accetterete il consiglio degli anziani e ne seguirete le orme. In questi tempi, un essere umano è incapace di riconoscere le qualità di un altro. Il termine mânava  (essere umano) indica una persona che può far sbocciare la qualità dell'umanità. La gente tende generalmente a descrivere la forza fisica del corpo ogni volta che si accenna a Bhîma, il fratello più giovane di Dharmarâja, il re Pândava, ma quella non è la vera forza. La vera forza degli anziani consiste nella loro saggezza e nei loro nobili pensieri; gli ideali posti dagli anziani per le giovani generazioni sono davvero preziosi. Incapace di comprendere la loro importanza, la gente li ignora come fossero persone inutili. Oggi c'è un grande valore negli scienziati in pensione; nessuno può eguagliarne l'intelligenza e la passione per le nuove invenzioni, ma non si fa un uso corretto dei loro servigi per il bene della società e questi vanno perduti. Il mondo può trarre grande vantaggio da queste persone anziane; in loro c'è un potere immenso che può essere utilizzato per il bene comune. Oggi stiamo facendo uno sforzo per portare alla luce la forza e il grande potere spirituale latente negli antichi rishi . Le persone anziane riflettono questi grandi ideali, ragion per cui non dovremmo trascurarli; ogni pensiero che emana da loro è nobile e molto prezioso. In confronto, i giovani non sono in grado di mostrare neanche una minima frazione di tali pensieri e idee. Quindi, dobbiamo coltivare e nutrire questi beni preziosi e averne molta cura.

 

Abnegazione degli anziani e insensatezza dei giovani
Sfortunatamente, al giorno d'oggi, le giovani generazioni provvedono malvolentieri persino a un solo pasto completo al giorno per i loro anziani; essi pensano che questa sia una spesa evitabile. Non lasciate in alcun modo che questo accada; anche se fornirete loro il minimo indispensabile, essi difenderanno la dignità e la reputazione della vostra famiglia come se li trattaste con tutti i riguardi. L'interesse e l'entusiasmo manifestati da questi anziani nel crescere i figli nel modo giusto non si trova in altri che non hanno legami di parentela. Nei tempi antichi, i re e i nobili usufruivano della grande saggezza dei rishi  chiedendo loro consiglio regolarmente. Persino al giorno d'oggi i grandi trattati su argomenti spirituali e temporali, compilati dai rishi  di un tempo, sono riferimenti autorevoli per le giovani generazioni. Sfortunatamente, queste non sono capaci di comprendere le grandi verità spiegate in quei trattati. È consiglio di Swami, che, da ora in poi, si debba dare risalto a questa antica grande tradizione del  Bhîma Ratha Shânti.  Essa ha grande significato e valore per le generazioni a venire. Il rituale del  Bhîma Ratha Shânti  implica il coltivare e nutrire la qualità umana intraprendendo attività spirituali potenti e nobili.

 

Draupadî, esempio di coraggio, nobiltà e forza di volontà
Durante la guerra del Mahâbhârata , dopo l'orribile massacro dei giovani figli dei Pândava, Arjuna catturò Ashvatthâmâ, autore dell'atrocità, e lo trascinò davanti a Draupadî. Invece di maledire il malfattore e chiedere una punizione, ella cadde ai piedi di questi, che era figlio del veneratissimo guru  di suo marito, e disse: “È ai piedi di tuo padre Dronâchârya che i miei mariti hanno appreso tutto ciò che sanno. Essendo tu il figlio di Dronâchârya, è stato forse giusto da parte tua uccidere i miei figli? Erano inermi, giovani, tranquillamente addormentati, senza alcun risentimento verso di te e senza alcuna intenzione di recarti danno; come hai avuto il cuore di ucciderli?”
Bhîma, non riuscendo a sopportare la vista di Draupadî implorante in quel modo, esplose di rabbia e ruggì:

“Questa Draupadî è una donna stupida perché implora la libertà di questo miserabile;
ella non prova ira contro l’assassino dei suoi figli.”

Nel contempo, Arjuna ribolliva di rabbia e stava per uccidere Ashvatthâmâ, ma Draupadî si prostrò ai suoi piedi e gli parlò così:

“Arjuna! Uccidendo Ashvatthâmâ, farai forse rivivere i miei figli?
Anche sua madre sperimenterà lo stesso dolore che ora provo io per la perdita dei miei figli. Avendo studiato i Veda e le Shâstra, come mai non sei capace di mantenere la tua pace?”

Draupadî implorò ulteriormente Arjuna di perdonare Ashvatthâmâ per il suo atto scellerato ed egli replicò: “Tu mi stai impedendo di mantenere un voto.” A questo Draupadî rispose: “Radergli il capo e togliergli il gioiello della corona dalla testa equivale a ucciderlo.” Seguendo tale consiglio e in segno di punizione, Arjuna tolse il gioiello della corona dalla testa di Ashvatthâmâ e gli rase i capelli con la sua spada. Nei tempi antichi, i rishi  non si radevano il capo, in quanto i capelli erano considerati molto sacri e spiritualmente potenti. Questo Corpo ( Baba indica Se Stesso – N.d.T. ) ha quasi ottant'anni e i capelli sulla Mia Testa sono ancora molto forti e “potenti”. Più tardi vi dirò altre cose circa il potere dei capelli sulla Mia Testa.
Una volta Draupadî era sola, dato che i suoi mariti erano usciti. Si strappò un capello e lo lasciò cadere nell'acqua mentre recitava dei mantra . Quel singolo capello, unito alla potenza dei mantra , fu capace di legare tutte le colline attorno. Più tardi, numerosi yogî , si riunirono per chiedersi come un singolo capello potesse legare tutte le colline all'intorno; essi conclusero che la forza dei capelli di Draupadî e la sua forza di volontà avevano potuto attuare questo compito prodigioso. È difficile comprendere un tale recondito fenomeno divino. Sfortunatamente, oggi l'uomo è incapace di comprendere la sua innata Divinità; egli, che è l'erede della Natura umana, dimentica l'effettiva qualità della sua umanità e coltiva qualità demoniache.

 

Un fulgore abbagliante
Cari studenti!
Dovete evitare di acquisire tale natura demoniaca. Permettete alla vostra naturale umanità di sbocciare. Sviluppate umanità e da lì elevatevi al livello della Divinità. Ricordate sempre tre cose: Unità, Purezza e Divinità. L'unità implica un fatto: la razza umana è una. Quando nell'umanità c'è una simile unità, la Divinità si manifesta. Una volta ho fatto un giro per tutto il territorio nazionale e sono andato al fiume Sindhu con una persona pia. I linguisti sanno che alcuni pronunciano Sindhu come Hindu. Io ero a Goa, alloggiato al Raj Bhavan quando Nakul Sen era il vicegovernatore di quello Stato. Sua moglie si chiamava Indu. Io dormivo nell'atrio del Raj Bhavan. Nakul Sen e sua moglie dormivano nella loro camera da letto; questa aveva una finestra da cui potevano vedere che cosa accadesse nell'atrio. Quando fui addormentato, la signora vide, attraverso la finestra, una luce abbagliante emergere dal Mio Corpo e, incapace di sostenere il fulgore di quella luce splendente, cercò di svegliare suo marito. Nakul Sen non gradiva essere disturbato a quell'ora e le chiese di lasciarlo tranquillo e di dormire pacificamente, ma ella insistette che suo marito si svegliasse e fosse testimone della luce abbagliante che emanava da Swami. Alla fine Nakul Sen si svegliò ed ebbe il divino darshan  di quello splendore.

 

Un suono potente dall’Ombelico
Nei primi anni dell'avvento di questo Avatâr , una grande devota, di nome Karnam Subbâmmâ, soleva servire Swami; la sua devozione per Swami era ineguagliabile. In quei giorni, le differenze di casta erano ampiamente diffuse e strettamente osservate a Puttaparthi. In particolar modo i bramini si tenevano a distanza dagli harijan(2) . Dato che Subbâmmâ era una bramina ortodossa, si atteneva meticolosamente a quell'uso. Un giorno la informai che sarei andato a visitare l' harijanvada ; ella ne fu molto addolorata e cercò di dissuaderMi dall'andarci, dicendo: “Oh, Swami! Perché dovresti visitare quel posto?” Io le domandai: “Perché non dovrei andare? Perché non dovrei mangiare il cibo offerto dagli harijan ? Andrò là sicuramente.” Così dicendo, Mi diressi verso l' harijanvada  ed ella, essendo una grande devota di Swami ed essendoGli molto attaccata, (Lo) seguì. Le persone che vivevano nell' harijanvada  erano molto povere; esse non avevano sedie o materassi per farMi sedere confortevolmente, per cui distesero un vecchio dhothî  sul pavimento e Mi chiesero di sedervi sopra. Nel frattempo, Mi sentii assonnato e Mi addormentai, dopodiché un suono potente uscì dal Mio ombelico, come se il tetto del palazzo fosse stato spazzato via. Nella casa la gente tremò di paura sentendo quel gran rumore e tutti presero a correre disordinatamente. Il Potere Divino si manifesta dai Corpi degli Avatâr , dei santi e degli yogî  in molti modi diversi.

 

I capelli delle Personalità Divine
Molto tempo fa, quando andai a fare un viaggio in alcuni paesi africani, i devoti del luogo Mi donarono un pettine di ferro. Io non ne avevo necessità, non uso un pettine. Se mai usassi la spazzola sui capelli, questa vi rimarrebbe impigliata tanto i Miei capelli sono fitti e forti. Anche se qualcuno volesse strapparne uno, non ci riuscirebbe; questa è la natura dei capelli delle Personalità Divine. Non solo Io, ma ogni individuo ha indubbi poteri divini che dovrebbe cercare di coltivare. Oggi i giovani non fanno alcuno sforzo per proteggere il potere dato da Dio; essi sprecano il Potere Divino in moltissimi modi. Sciupano giornalmente una gran quantità di potere con il risultato di perdere la loro energia e diventare vecchi prematuramente. La testa è, in modo particolare, la sede di ogni potere; occorre quindi proteggere attentamente la testa.

 

Il Potere celato nell’essere umano
Incarnazioni del Divino Âtma
Voi siete tutti uomini e donne di nobili qualità, forti nel corpo e nella mente, ma, sfortunatamente, state gettando al vento le vostre energie in vane ricerche; diventate deboli sprecando le vostre energie. Quando stringo il pugno, neanche dieci persone potrebbero forzarlo ad aprirsi; anche a livello fisico il Potere Divino è incommensurabile e al di là di qualunque descrizione. Tutti voi dovreste cercare di realizzare questa Divinità innata, non nell'interesse della forza fisica, ma per godere della Beatitudine divina.
Incarnazioni dell'Amore!
Il Potere Divino latente in un essere umano non ha limiti; che si tratti di un'arte raffinata come la musica o di qualsiasi altra iniziativa umana, quando è soffusa di potere divino, essa raggiunge grandi altezze. Santificate quindi quel Potere Divino dedicando tutti i vostri sforzi a Dio.

 

Prashânti Nilayam, 10 Febbraio 2005
Sai Kulwant Hall
Celebrazione del Bhîma Ratha Shânti
(Traduzione tratta dal testo inglese pubblicato sul sito internet dello
Shrî Sathya Sai Central Trust di Prashânti Nilayam).

 

1) Bhîma, secondogenito dei fratelli Pândava, era figlio di Pându e Kuntî. Tuttavia, mitologicamente, suo padre era Vâyu, il Dio del vento.
2) Harijan: letteralmente “figli di Hari”, cioè figli di Dio. Sono i fuoricasta, ovvero i cosiddetti “intoccabili”.