19690515 - 15 maggio

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Discorso Divino
Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba
15 Maggio 1969

PRATICATE YOGA E TYÂGA

 

Riducete i bisogni, conducete una vita semplice

In questa grande assemblea, ci sono persone che parlano lingue diverse. Ognuno può comprendere solamente la sua e vuole che gli si parli in quel modo, ma c’è un linguaggio del cuore che tutti possono comprendere e tutti vorrebbero udire: è il linguaggio che parlo Io, quello che va dal Mio cuore al vostro. Quando un cuore parla a un altro cuore, è l’amore a esser trasmesso senza alcuna riserva. Le prove e i tumulti, le angosce e le esperienze emozionanti, le ricerche e i dispiaceri sono dello stesso tipo per tutta l’umanità; il cuore sensibile li ascolta con partecipazione e risponde con amore.

Siate come un loto sull’acqua
Tutti desiderano essere felici, tutti vogliono lavorare meno e guadagnare di più, dare poco e ottenere molto, ma nessuno prova l’altro sistema che è quello di volere poco e dare di più. Ogni desiderio è come un paio di manette che impediscono il movimento, come una palla al piede.
Un giovane studente dell’Istituto può andare in giro liberamente su due gambe; dopo essersi sposato acquista quattro gambe! Un figlio lo fa diventare a sei gambe e il raggio dei suoi movimenti si accorcia; più sono i piedi, minore è la velocità e maggiore è l’attrito sul terreno: il millepiedi deve strisciare. Più cose significano più ostacoli, più impedimenti; accumulare divani e sedie, letti e tavoli, mensole e curiosità ingombra la stanza e rende i movimenti lenti e rischiosi. Riducete i bisogni, vivete semplicemente: questa è la via per esser sereni. L’attaccamento reca il dolore nella sua scia; alla fine, quando la morte impone di lasciare tutto alle spalle e abbandonare tutti, venite sopraffatti dall’afflizione! Siate come il loto sull’acqua: sopra di essa, non dentro. Il loto ha bisogno dell’acqua per crescere, ma non ne lascia entrare neppure una goccia a bagnarlo. Il mondo oggettivo è l’arena delle virtù e la palestra dello spirito, ma usatelo solamente per quello scopo: non innalzatelo a un livello più elevato, né adoratelo come cosa di massima importanza.

Dio è visibile se concretizzato dalla pratica spirituale
Ci sono persone che vanno dicendo che non c’è nessun Dio perché sono incapaci di vederLo. Dicono di aver cercato nello spazio, sulla strada per la luna e persino sulla luna stessa senza aver trovato alcun segno dell’Onnipotente, ma esse stesse sono la magione in cui Egli risiede da sempre! Come il cieco guida l’altro cieco nel burrone, anche altri ripetono questo slogan accattivante come pappagalli. Nessuno vede le radici, ma esse sono lì, sprofondate nel terreno, lontane dagli occhi: potete dire che gli alberi non abbiano radici, che niente li nutra o li sostenga da sotto? Non visto, Dio nutre, sostiene e rende stabili; Egli può esser visto da chi s’impegna lungo le linee tracciate a quello scopo da coloro che sono riusciti a sperimentarLo. Dio è, come il burro nel latte, visibile quando Lo si concretizza con lo sforzo spirituale. Voi non vedete le fondamenta di un grattacielo: potete dunque dire che è poggiato semplicemente sul terreno? Il fondamento di questa vita si trova nel passato lontano, in vite che avete già vissuto. Questa struttura è stata modellata dal tracciato di quelle vite. La parte non visibile decide i lati e gli spigoli, il numero dei piani, l’altezza e il peso.

Concentrate i desideri su Dio

Dio è il grande Invisibile, il sommo Inconoscibile. Anche se non vedete le radici di un albero, e non sapete quanto lontano, ampiamente o profondamente si abbarbichino alla terra, voi versate l’acqua attorno al tronco affinché le raggiunga, non è così? E vi aspettate che, quando l’acqua arriva alle radici, la pianta dia frutto. Allo stesso modo, riconoscete che c’è Dio come base effettiva della creazione; pregateLo ed Egli spanderà i frutti. I mezzi principali con cui potete distaccarvi dalle distrazioni e attaccarvi a Dio sono la comunione con Lui (yoga) e la rinuncia (tyâga). Del desiderio (kâma) bisogna liberarsi con la rinuncia, e di Râma bisogna appropriarsi con la comunione. Il desiderio scolora l’intelligenza, perverte il giudizio e aumenta l’appetito dei sensi oltre a fare del mondo oggettivo un’esca ingannevole. Quando il desiderio scompare o si concentra su Dio, l’intelligenza è autoluminescente, brilla dello splendore originario che rivela il Dio interiore ed esteriore; questa è la vera realizzazione del Sé (Âtma Sâkshâtkâra).

Io vi benedico affinché abbiate successo nella sâdhanâ in cui siete impegnati; se non ne state praticando alcuna, vi consiglio di scegliere quella semplice della ripetizione del Nome di Dio (Nâmasmarana) assieme al rispetto per i genitori, gli anziani e gli insegnanti, nonché il servizio ai poveri e ai malati. Considerate ognuno di loro come la Divinità preferita (lshta Devatâ); questo colmerà il vostro cuore d’amore e vi darà pace e stabilità mentale.

(Estratto dal Discorso di Bhagavân ad Ahmedabad - 15 maggio 1969)