L'interpretazione

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Nella scuola bhajan si può sperimentare l'interpretazione e quindi il potenziale "evocativo" del bhajan su cui si sta lavorando. Gli elementi principali che costituiscono l'espressività di un canto sono DOLCEZZA e FORZA (Shiva e Shakti) e sono sempre presenti entrambi.

Quando il bhajan è dolce (come molti bhajan dedicati a Devi o a Rama), predomina la dolcezza che se non viene sostenuta da una dose di"forza" rischia di diventare una “lagna”. Allo stesso modo se il bhajan sarà più vigoroso (come quelli più "mantrici" dedicati a Shiva), una dose di dolcezza ne valorizzerà la forza. Con il timbro della voce più morbido, le modulazioni glissate (legando il passaggio tra una nota e l'altra) e i ritardi ritmici, si esprime la dolcezza creando geometrie musicali più rotondeggianti.Con la voce più forte e vibrante, accentando i tempi forti del ritmo si esprime forza.

Va logicamente considerato che ognuno di noi può essere portato a seconda del temperamento, verso un tipo di bhajan o un altro, ciò non toglie che "dolcezza" e "forza" sono due aspetti che vanno sempre sperimentati, nel loro equilibrio, in tutti i bhajan, da quelli più dolci a quelli Shivaici, più forti. Se, per esempio ci trovassimo a lavorare su un bhajan come "Subramanyam" che è molto potente, potremmo provare a "sentire" cosa succede ad aggiungere nel nostro canto un po' di dolcezza soprattutto nell'ultima riga, fino ad affinare la nostra sensibilità in un gioco di equilibri tra forza e dolcezza.

In questo aspetto della pratica è molto importante l'ascolto attento ed analitico delle registrazioni fatte nel mandir dai Bhajan leader di Puttaparti o Whitefield.