Conoscere il significato delle parole

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"Quando cantate i bhajan, prestate attenzione anche al significato del canto ed al messaggio di ciascun nome e forma di Dio"

La lingua sanscrita, utilizzata nella maggior parte dei bhajan è carica di significati simbolici che spesso tendiamo a sottovalutare. La funzione del simbolo è utile a descrivere l'essenza di cose inesprimibili a parole.

Per fare un esempio i vari nomi di Krishna, raffigurano simbolicamente la perfezione della Divinità: Govinda, Gopala (pastore), Keshava (dalla bella chioma), Mana Mohana, Manohara (colui che affascina la mente), Giridhara, Govardhanodhara (colui che sostiene il monte Govardhana), Madhava (colui che distrugge l'illusione, l'ignoranza), Madhusudana (distruttore del demone Madhu, simbolo dell'ego), Radha Lola (amato da Radha Murari (distruttore del demone Mura), Murali Manohara, (colui che rapisce la mente col flauto) Murali Dhara (suonatore di flauto), Mukunda (colui che dona la liberazione), Panduranga (guida dei Pandava e, anche, immacolato). Perché tutti questi nomi? Perché ognuno descrive una qualità del Divino.

Comprendere il significato delle parole sanscrite che cantiamo nei bhajan, significa conoscere, meditare e sviscerare l'aspetto simbolico di una parola e non è certo una traduzione schematica che ci connette con il significato profondo del Nome. Per prendere confidenza con il glossario sanscrito, può essere utile prima di cominciare a studiare un bhajan dedicare alcuni minuti ad approfondire il significato delle parole contenute nel bhajan.