Sathya Sai Italia

Home: Home / Discorsi Divini / DD2003 duemilatre / 20030415 - 15 Aprile
A+ R A-

20030415 - 15 Aprile

E-mail Stampa PDF

Discorso Divino
Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba
15 Aprile 2003

La Cultura che non conoscerà tramonto

 

“Il sole appare sereno e pacifico, i campi sono rigonfi di messi dorate,
e le calendule in fiore sulle rive dei fiumi paiono ghirlande di perle.
I contadini cantano gioiosi, e i peperoncini, ormai maturi,
mostrano le loro rosse livree.
La soave festa di Vishu è arrivata,
riempiendo le case di granaglie appena raccolte.”

 

 

I portatori di pace e prosperità
Oggi è un giorno di grande felicità per la gente di Kerala. I contadini mietono le messi, le portano alle loro case e se ne rallegrano. Il cibo è davvero indispensabile per la nazione.
Sono i contadini a procurar nutrimento alla nazione e a portarle pace e prosperità, ed è una grande fortuna per loro poterle offrire un servizio tanto gioioso. La nazione può esser pacifica e prospera solo quando i contadini, che provvedono al cibo, sono felici e soddisfatti. Dall'alba al tramonto, essi sgobbano nei campi rendendo un grande servizio alla nazione.

Incarnazioni dell'Amore!
Questa terra di Bhârat è tanto sacra e ammirevole. Da tempi immemorabili, essa ha impartito l'educazione spirituale a tutte le nazioni del mondo, conferendo in tal modo pace e felicità a tutti. Questa è l'immortale, rinomata grandezza dell'India. Il motto dei suoi abitanti è sempre stato:

Lokâssamastâh sukhino bhavantu
“Che tutti possano essere felici.”

E anche:

Sarvam khalvidam brahman
“Tutto questo, in verità, è Brahma.”

 

Come santificare il tempo
È detto:

“L’uomo è legato al mondo dall’azione.”
(Bg. 15.2)

Nessuno dovrebbe sprecare tempo. Dal momento in cui si alza al mattino, l'uomo dovrebbe usare il suo tempo e la sua energia per il benessere della società: questo è il suo principale dovere. Egli deve comprendere che il suo benessere coincide con quello della società. Ho notato che la gente del Kerala è sempre impegnata in una qualche attività. Queste persone lavorano molto sodo e non sono interessate agli agi e ai piaceri. Esse traggono felicità dal lavoro intenso e dal servizio sociale, e lottano per la pace e la sicurezza di tutti. Questa è la loro virtù più sacra.

Incarnazioni dell'Amore!
Il Kerala è il luogo dell'educazione. È la terra che testimonia le profonde verità enunciate nei Veda , nelle Shâstra , nei Purâna  e nell' Itihâsa . In questa terra di pace e sacralità, le persone oggi sono incapaci di sperimentare la stessa integra felicità provata, nel passato, dai loro antenati. Non c'è, tuttavia, motivo di preoccuparsi: verrà un giorno in cui il Kerala riacquisterà la sua antica gloria. Il tempo svolge un ruolo rilevante.
Dobbiamo compiere i doveri stabiliti per noi da Dio, santificando, così, il nostro tempo. Qualunque azione compiamo è solo il riflesso dei nostri intimi sentimenti. Dovreste svolgere quelle azioni che procurano felicità sia interiore che esteriore.
Nessuno è scevro dal compiere azioni.

L’uomo è nato dall’azione, è sostenuto dall’azione,
e alla fine si dissolverà nell’azione.
L’azione è all’origine del piacere e del dolore.
Francamente parlando, l’azione per l’uomo è Dio stesso.


Il duro lavoro produce ricchi frutti
La vita umana è legata a kâla  (tempo), karma  (azione), kârana  (causa) e kartavyam  (dovere). Per effetto del Kali Yuga  (l'era di Kali), l'uomo non lavora duramente; sia le persone colte che quelle illetterate sono diventate pigre. Dovete rendere sacra la vostra vita compiendo azioni rette. L'azione è la causa di tutto; l'azione è la vita. È davvero una sventura che l'uomo non abbia compreso l'importanza dell'azione. Egli vuol vivere in modo facile: persino gli studenti si augurano di passare gli esami senza molta fatica. Vogliono garantirsi un lavoro senza lavorare alacremente e, dopo averlo trovato, esigono uno stipendio senza aver compiuto il proprio dovere. Questo genere di comportamento non è corretto. È detto:

“Il duro lavoro produce ricchi frutti.”

I risultati che si ottengono saranno in proporzione agli sforzi fatti. Occorre rendersi consapevoli di questa verità e, di conseguenza, lavorare col massimo impegno. Purtroppo, oggigiorno, questo senso del lavoro si è perso; c'è gente che va in ufficio solo per fare atto di presenza. Ognuno dovrebbe chiedere a se stesso se stia svolgendo bene il proprio compito oppure no. È davvero indispensabile che l'uomo diventi conscio del dovere.

Incarnazioni dell'Amore!
Dovete piegare il corpo e lavorare. Svolgete le vostre mansioni col sudore della fronte: solo allora potrete ottenere la giusta ricompensa. Oggi la gente soffre per carenza di cibo e acqua potabile. Per quale motivo? Perché l'uomo non sta compiendo azioni giuste. Quando l'uomo assolverà i suoi compiti con onestà, non ci sarà mancanza di cibo e acqua potabile. Non si può vivere felicemente senza lavorare con impegno.

La felicità non si può ottenere per mezzo della felicità.

Possiamo raggiungere la felicità solo tramite un lavoro ricco di impegno. Ogni nostra azione è destinata ad avere una reazione; ogni suono che emettiamo avrà una risonanza. Quando compiamo azioni rette e pronunciamo parole sacre, ciò ci ritornerà sotto forma di reazione, riflesso e risonanza.

 

Offrire sempre all’azione il proprio saluto reverenziale
Incarnazioni dell'Amore!
Le nostre azioni dovrebbero essere tali da procurare felicità a noi stessi e agli altri. Innanzitutto, dobbiamo indagare su che cosa sia la vera felicità e che cosa il dolore. La gente crede che la felicità consista nel mangiare a sazietà e nel dormire profondamente; questa non è felicità. La felicità consiste nel lavorare sodo e nel servire la società. Possiamo assaporare la pace e la felicità solo quando aiutiamo i poveri e i bisognosi.
Dopo le nostre preghiere quotidiane, pronunciamo tre volte la parola pace: “ Shânti, Shânti, Shântih ”. Dov'è la pace ( peace )? È all'interno, non all'esterno. All'esterno vi sono solo pezzi ( pieces )!
Voi siete l'incarnazione della Pace, l'incarnazione della Verità, l'incarnazione dell'Amore, l'incarnazione di Dio. Che insensatezza è cercare la pace esternamente, quando essa si trova all'interno! Dovete fare uno sforzo adeguato per sperimentare la pace dentro di voi; dovete volgere la vostra visione all'interiorità! Quando due bastoncini vengono sfregati ripetutamente l'uno contro l'altro, si produce del fuoco; allo stesso modo, un continuo intenso lavoro produrrà Jñânâgni  (il fuoco della Saggezza).

Incarnazioni dell'Amore!
Oggi, nessuno vuole difficoltà: tutti aspirano alla felicità. Dov'è la felicità? È ovunque. Dovremmo guadagnarci il merito di assaporarla.
Nel suo discorso, il giudice (che ha parlato poc'anzi) ha affermato di essere rimasto deluso quando Swami non gli rivolse la parola nonostante egli avesse lavorato alacremente. Ciò lo portò a una profonda introspezione che ha dato come risultato la buona opportunità di oggi.
Senza un duro lavoro non si può ottenere alcuna ricompensa.
Tuttavia, l'uomo, oggi, non è pronto a lavorare con impegno.
Ai tempi delle Upanishad , la gente offriva il proprio deferente omaggio all'azione ( karma ) prima di intraprenderla.

Considero come Dio il lavoro che deve essere svolto e a Lui mi inchino.

Dobbiamo innanzitutto offrire, all'azione, il nostro saluto reverenziale, in modo che essa possa produrre buoni risultati. Anche oggi, in India, c'è gente che segue questa sacra tradizione.
Un giocatore di cricket rivolge i suoi omaggi alla palla prima di cominciare a lanciarla. Una ballerina s'inchina rispettosamente alle cavigliere prima di indossarle. Anche un incolto autista rende omaggio al volante prima di mettere in moto il veicolo.
La maggior parte della gente colta, invece, ha dimenticato tale tradizione, tale antica cultura: ecco perché gli incidenti sono in aumento. C'è un senso di paura e insicurezza fra la gente.
Dobbiamo innanzitutto offrire i nostri rispetti ed esprimere la nostra gratitudine all'azione prima di intraprenderla. Occorre che ognuno comprenda qual è il suo dovere e lo assolva al meglio delle sue capacità! Prima dell'inizio di qualunque programma musicale, i musicisti pregano Vinâyaka (Ganesha), Colui che rimuove gli ostacoli. Vinâyaka è Colui che non ha nâyaka  (maestri) al di sopra di Sé; Egli è il Maestro di tutti. Quindi, prima di cominciare qualunque attività, dobbiamo rivolgere a Lui le nostre preghiere.


Il significato delle antiche tradizioni indiane
Fin dall'antichità, i bhâratîya  (gli indiani) aderivano implicitamente a queste sacre tradizioni. Nei giorni di festa, la gente decorava le proprie case di bandierine fatte di foglie verdi. Quando si celebravano i matrimoni, si creavano grandi festoni ornamentali di foglie di mango e di piantaggine; in tali oggetti decorativi, si dava un posto di preminenza alle foglie verdi. Che cosa hanno essi di tanto speciale? Non potremmo procurarci, al loro posto, delle imitazioni? No, ciò non è consono alla nostra antica tradizione. Quale logica sta dietro a questa tradizione?
Come ben sapete, noi inspiriamo ossigeno ed espiriamo biossido di carbonio, che inquina l'atmosfera. Quando si celebrano i matrimoni, molta gente si raduna in un solo luogo; come risultato di ciò, nell'aria viene rilasciato un grosso quantitativo di biossido di carbonio, ed essa si inquina. Le foglie verdi, usate per i festoni, aspirano l'anidride carbonica e rilasciano ossigeno; così, l'aria si purifica. In tal modo, si favorisce la salute e la felicità di tutti.
Ogni tradizione indiana racchiude un profondo, intimo significato, ma, oggigiorno, queste sacre tradizioni vengono ignorate.
Ovunque si celebri un matrimonio o si tenga una grossa riunione, la gente, come oggetti decorativi, preferisce delle imitazioni alle ghirlande fatte di foglie vere, sceglie festoni di plastica piuttosto che festoni di vere foglie verdi. Si può forse ricavare ossigeno da simili oggetti di plastica? Possono forse essi assorbire anidride carbonica? Le foglie finte e i festoni di plastica possono essere esteticamente piacevoli, ma non servono in nessun modo a purificare l'atmosfera. Non dovremmo mai scordare le nostre antiche tradizioni.
Esse, tuttavia, nel Kerala vengono ancora seguite. Nei giorni di festa, gli abitanti di questo Stato, pongono sul riso una lampada, con tutt'intorno splendide decorazioni: ciò è di grande buon auspicio per la casa.

Onam  e Vishu  sono le sacre festività che i keralesi celebrano. Dovete comprendere la tradizione e il significato collegati alla celebrazione di Vishu . Questa festività non è semplicemente intesa a scambiarsi un saluto e stringersi la mano. Vishu  è il giorno in cui la vostra casa si riempie di granaglie e lo Stato ottiene prosperità.
Questo era il modo in cui, in passato, questa festa era celebrata.
Oggi la celebrazione di Vishu  si limita a un augurio scambievole: non è però questo il modo di festeggiare questa ricorrenza. Dovreste aspirare alla felicità altrui e lavorare per essa. La vera celebrazione di Vishu  consiste nel fatto che ognuno condivida la felicità dell'altro. Dare e prendere. Non si tratta, infatti, di una strada a senso unico. Dovete dare felicità agli altri: solo allora avrete il diritto di riceverla dagli altri.
Il Kerala possiede alberi di piantaggine e di cocco in abbondanza; ovunque c'è del verde. Con le piantaggini (varietà di banana), i keralesi preparano budini di vario tipo. C'è uno speciale tipo di piantaggine, chiamato ‘ Nendra Pazham ', che essi distribuiscono agli altri.

 

I tre princìpi del Gâyatrî Mantra
Il Gâyatrî Mantra  inizia con le sillabe ‘Om', Bhû', ‘Bhuvah', Svah'. ‘Om' è il suono primordiale, il Pranava. ‘Bhûr' rappresenta ‘Bhûrloka', il mondo della materia (la materializzazione). ‘Bhuvah' si riferisce alla mente (la vibrazione). ‘Svah' rappresenta Prajñâna (l'irradiazione).
Quando comprenderete questi tre princìpi, la vostra vita sarà santificata. Oggi, però, l'uomo non mostra interesse per questi princìpi divini e desidera ardentemente acquisizioni terrene.
Per quanto tempo potrà godere di piaceri fisici? Essi sono temporanei e non danno la vera felicità. Questo è ciò che Âdi Shankara, nella sua famosa composizione ‘Bhaja Govindam', espresse con i seguenti versi:

“Non essere orgoglioso della ricchezza, della gioventù
e della progenie. Queste cose sono spazzate via dal tempo
più rapidamente di un batter di ciglia.”

Non dovreste perciò desiderare spasmodicamente la felicità terrena, ma lottare per la pace eterna e la felicità duratura. Non dovreste farvi catturare dal ciclo incessante della nascita e della morte, ma trascenderle e raggiungere l'Immortalità.

Nascite e morti senza fine,
passare ripetutamente per un ventre materno:
com’è arduo attraversare questo oceano del samsâra (la vita terrena)!
Con la tua grazia salvami, o Distruttore di Mura (Krishna)!

 

Gli insegnamenti di Shankara
Una volta una persona, seduta sotto un albero sulla riva del fiume Gange, stava cercando d'imparare dettagliatamente alcune particolarità della grammatica di Pânini. Stava ripetendo: “Dukruñ karane, dukruñ karane.”
Shankara stava recandosi al fiume con i discepoli per un bagno sacro. Ebbe pena di quella persona, la avvicinò e le disse: “Mio caro, imparando le regole grammaticali potrai diventare un grande erudito; esse, però, non ti salveranno dalla morte. Canta, piuttosto, il Nome di Govinda: solo questo ti salverà.”
Fu allora che Âdi Shankara compose il famoso poemetto ‘Bhaja Govindam'.

“O sciocco, contempla Govinda, contempla Govinda, contempla Govinda.
Quando l’ora della morte si avvicinerà,
le regole di grammatica, di certo, non ti salveranno.”

Alcune altre strofe di questo poemetto furono composte dai discepoli di Shankara. È detto:

“Com'è il re, così saranno i sudditi.”

La stessa cosa si può dire della relazione guru–discepolo:

“Com'è il precettore, così saranno i discepoli.”

I precettori dell'antichità erano persone molto nobili: essi stabilivano degli ideali che i discepoli emulavano. Oggi, maestri e allievi non sono fatti della stessa stoffa.
Non bisognerebbe spasimare per avere erudizione, nome e fama. Essi vanno e vengono. Quando c'è abbondanza d'acqua in uno stagno, le rane vi sguazzano; quando l'acqua diventa poca, non vi troverete neppure una rana.
Allo stesso modo, quando avete le tasche piene, molta gente si accalca attorno a voi; quando, però, le vostre tasche sono vuote, nessuno vi guarda in faccia. Così va il mondo! Non fatevi illudere da loka  (il mondo), ma contemplate incessantemente Lokesha  (il Signore del mondo).
Shankara dette un grande contributo alla ricchezza spirituale di questo Paese. Dovremmo esprimergli gratitudine seguendo i suoi insegnamenti. Non dobbiamo mai dimenticare la nostra eredità culturale. Ogni Stato ha le proprie tradizioni: esse devono esser seguite nella lettera e nello spirito. Oggi le mode hanno spodestato le tradizioni: non fatevi trascinare dalle mode. Imprimete piuttosto nel vostro cuore le antiche tradizioni.

 

Seguire le tradizioni sacre
Nei villaggi, la gente, davanti a casa, asperge dello sterco di mucca con acqua. Ciò è considerato di buon auspicio. Per quale motivo?
Lo sterco di mucca distrugge i germi che provocano malattie, dando così una mano a preservare la buona salute. Esso può guarire numerose malattie. Oggi, la gente di altri paesi ha preso coscienza di questa verità e ne sta traendo grossi vantaggi. Gli indiani, però, non stanno facendo sforzi in questa direzione. Nell'antichità, lo sterco di mucca era usato come rimedio per le ferite; infatti, si usava fasciarle con esso.
Nei tempi moderni, le persone credono invece erroneamente che la ferita si infetti se su di essa viene applicato dello sterco di mucca. Esse sostengono che potrebbe addirittura andare in cancrena.
È una deduzione senza fondamento: la ferita guarirà nel giro di tre giorni se viene trattata con sterco di mucca. Esso ha questo sacro potere.
Anche l'urina di mucca ha simili proprietà medicinali: mescolata ad acqua e poi applicata, cura le eruzioni cutanee. La tendenza moderna, tuttavia, è contraria a tali rimedi naturali che sono invece benèfici per tutti.
Gli indiani devono ripristinare queste antiche tradizioni. Che la gente dica pure ciò che vuole: noi dobbiamo seguire le nostre sacre tradizioni.
Nel giorni di Vishu , la gente fa un bagno sacro e indossa vestiti nuovi. La semplice pulizia esterna, però, non è sufficiente: dovete pulire la vostra mente e sviluppare la purezza interiore.

L’onnipervasivo Nârâyana (Dio) è presente
in ogni cosa, dentro e fuori.

Dobbiamo venerare i nostri antenati e cercare le loro benedizioni.
È necessario che sviluppiamo buoni rapporti con tutti: in ciò consiste la celebrazione di Vishu . Oggi, anche fra i keralesi, molti non conoscono il vero significato di Vishu . Esso è un simbolo della nostra grande eredità culturale. La gente odierna non è consapevole della grandezza dell'India. È detto:

“Ciò che non si trova in India,
non può esser trovato in nessun altro luogo.”

I bhâratîya  (gli indiani) sono coloro che cantano la gloria di Dio con bhâva  (sentimento), râga  (melodia) e tâla  (ritmo). La musica risulterà gradevole all'orecchio solo quando questi tre saranno in armonia.
La grandezza della nostra antica cultura dovrebbe essere insegnata ai bambini fin dalla loro più tenera età, affinché diventino cittadini ideali. Bisognerebbe guidarli a mettere in pratica i nostri valori tradizionali. Per qualunque cosa, la pratica è molto importante. È dei genitori e degli insegnanti la responsabilità di far seguire ai ragazzi la nostra antica tradizione: allora la società farà sicuramente dei progressi e godrà di pace e prosperità.
Se metterete in pratica i nostri antichi valori, la società otterrà kshemam  (il benessere); in caso contrario, essa sarà afflitta da kshâmam  (la carestia). Non pensate esclusivamente al benessere vostro e della vostra famiglia, ma datevi da fare per il benessere di tutti.

Lokâssamastâh sukhino bhavantu
Possano tutti, al mondo, essere felici!

 

Aderire ai sacri princìpi dei nostri antenati
Studenti!
Sforzatevi di comprendere la grandezza della nostra antica cultura e delle nostre tradizioni. Rispettate tutti, e non siate scortesi con gli anziani e gli ospiti che entrano in casa vostra. Che i vostri genitori siano in casa o no, fate accomodare quelle persone, offrite loro un bicchiere d'acqua fresca o dello yogurt e parlate loro con amore. Purtroppo, questo nobile modo d'agire non si riscontra fra gli studenti odierni!
Se qualcuno telefona chiedendo del padre, anche se questi si trova in casa, il figlio riaggancerà la cornetta dicendo che egli è assente. Anche al telefono bisogna parlare in modo rispettoso. Potrete guadagnarvi il rispetto degli altri solo se (voi per primi) li rispetterete.
Rispetto non significa semplicemente dire: “Buon viaggio!” Dovreste offrire il vostro namaskâra  (il reverente inchino a mani giunte) con umiltà e riguardo.
Na-maskâra  significa porgere i propri rispetti senza traccia di ahamkâra  (ego) e mamakâra  (attaccamento).

Considera la madre come Dio;
considera il padre come Dio;
considera il precettore come Dio;
considera l’ospite come Dio.

Poiché i nostri antenati aderirono a questi sacri princìpi, la nostra nazione si guadagnò il rispetto del mondo intero. Dovremmo sviluppare umiltà, amore e rispetto verso antenati come gli antichi indiani. Occorre mettere in pratica e diffondere la nostra sacra cultura: questo è il vero marchio dell'educazione.

 

(Baba ha concluso il Discorso con i bhajan: "Prema Mudita Manase Kaho…", "Govinda Krishna Jai Gopala Krishna Jai…" e "Om Shivâya Om Shivâya…").

 

Whitefield, Sai Ramesh Hall, 15 Aprile 2003
Festività di Vishnu
( Tradotto dal testo del "Shrî Sathya Sai Central Trust di Prashânti Nilayam")