Sathya Sai Italia

Home: Home / Discorsi Divini / DD2002 duemiladue / 20020524 - 24 Maggio
A+ R A-

20020524 - 24 Maggio

E-mail Stampa PDF

Discorso Divino
Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba
24 Maggio 2002

Il perenne stato di grazia dell’uomo senza desideri

 

“Non c’è malattia peggiore dell’avidità,
non c’è peggior nemico dell’ira,
non c’è sofferenza più grande della povertà,
non c’è felicità più grande della Saggezza.”

 

Incarnazioni dell’Amore!
Prema (Amore), Aham (Io); Âtma e Io sono tutti termini che hanno lo stesso significato. Ogni individuo utilizza la parola Aham, Aham: Io, io(1), indicando di essere l’Âtma.

Tutto è Dio.

Ovunque si guardi, ovunque ci si trovi, qualunque cosa si sperimenti, dappertutto si trova quell’unico Dio. Anche il termine Brahman ha lo stesso significato di Aham.
Einstein affermò che al mondo non esiste niente, né oggetti, né forme, né esperienze. È tutto solo shakti (energia), anch’essa priva di una forma specifica. L’energia è energia. In questi tempi, influenzati dal Kali Yuga, dopo aver eseguito moltissimi esperimenti, Einstein affermò: “Tutto è Dio.”

 

 

Prahlâda
Tuttavia, migliaia di anni prima di lui, senza effettuare nessuna sperimentazione, un bambino di 7 anni, Prahlâda(2), disse:
“Mai avere il dubbio che Egli sia in questo e non in quello.  
Dio è presente ovunque. Ovunque si guardi, Egli è là.”
Dio era presente ovunque Prahlâda cercasse. Come gli accadeva una tale esperienza? Suo padre, Hiranyakashipu, gli portò dei serpenti velenosi e lo fece mordere. Ma Prahlâda ripeté: “Om Namo Nârâyanâya, Om Namo Nârâyanâya”, e i serpenti si trasformarono in ghirlande di fiori.
Il padre allora ordinò di prendere il figlio e di tagliarlo a pezzi, ma, ad ogni colpo di sciabola, il bambino ripeté: “Om Namo Nârâyanâya, Om Namo Nârâyanâya”, e le sciabole a un tratto non furono più taglienti. Hiranyakashipu disse: “Fategli bere del veleno.” Poiché per Prahlâda non esisteva altro che il Nome del Signore: “Om Namo Nârâyanâya, Om Namo Nârâyanâya”, il veleno si trasformò in nettare.
Suo padre, capendo che ogni sistema risultava inefficace, ordinò, allora, che il bambino venisse gettato in mare da una montagna. Mentre precipitava, Prahlâda sorridendo disse: “Om Namo Nârâyanâya, Om Namo Nârâyanâya”, e le acque del mare presero la forma di due braccia che lo accolsero e delicatamente lo depositarono sulla spiaggia.
Qual è il significato di tutto questo? Il motivo di tutto ciò è la fede, senza la quale, per quanto si ripeta “Om Namo Nârâyanâya, Om Namo Nârâyanâya”, tutto risulta inutile, poiché sarebbe solamente come far funzionare un registratore. Per Prahlâda, invece, il Nome di Dio era un suono proveniente dall’ombelico. Il suono di Dio è presente ovunque nella sua totalità.

 

L’Energia di Dio
Il corpo dell’uomo è potentissimo e, quando tutte le membra del corpo si assemblano insieme, esso diventa come un generatore. Questo corpo è un alimentatore elettrico che produce energia elettrica. Ciò che l’uomo possiede, non è altro che l’Energia di Dio.
Prahlâda ebbe successo e fece delle esperienze; per questo poté dichiarare: “Ovunque si guardi, Dio è là.” Gli scienziati di oggi hanno compiuto molti esperimenti e indagato se fossero giuste o no le teorie di Einstein, arrivando anch’essi alla dichiarazione che, ovunque guardassero, non si vedeva altro che la natura di Dio.
Nessuno può creare l’energia, nessuno la può distruggere. In base a questo fatto, anche Newton fece la stessa dichiarazione. Egli dedicò tutta la vita a scoprire da dove arrivasse il potere d’attrazione della terra. Non è un potere che nasce a causa della sperimentazione di qualcuno, non si distrugge se lo si ignora, né possiede una certa situazione o un destino.

“Dio è permanente, senza nascita né morte.
Egli è eterno, senza inizio né fine.
Non muore, non nasce e non sarà mai ucciso.
Egli è il Testimone di tutto.”

Anche Newton compì molti esperimenti su questo potere divino. Egli scoprì che la terra possiede il potere d’attrazione (la forza di gravità – N.d.T.). Come lo riconobbe? Ovunque guardasse, trovava forza di gravità; ovunque osservasse, c’era potere magnetico.
Nessuno può creare o distruggere l’energia. Si può, tuttavia, trasformarla in qualcos’altro. La forza magnetica può essere trasformata in una certa energia elettrica, la quale, a sua volta, può essere trasformata in Chaitanya Shakti (il Potere della Consapevolezza Divina). Essa può essere trasformata in raggi di luce. Tale potere può dunque essere trasformato in una forma sacra.
Si può cambiare questo potere in molte diverse energie, ma non si può affatto cambiare la sua identità di base. Il magnete è il magnete. Qualche volta la sua intensità può diminuire, qualche volta può aumentare. Può cambiare e trasformarsi, ma mai può essere distrutto totalmente.
Fintantoché la terra continuerà a esistere, questo potere continuerà a sorgere. Ovunque si metterà piede, esso verrà attratto dalla forza gravitazionale; ovunque si poserà lo sguardo, esso verrà attirato dal potere d’attrazione presente nell’oggetto guardato; qualsiasi cosa si ascolti, il potere magnetico attirerà la nostra attenzione.
Come fa ad attrarre? Perché lo fa? Se si osserva come stanno le cose, si noterà che all’inizio della sua vita l’uomo non aveva desideri. Non esistevano desideri. Senza desideri, egli era puro, saldo e tutti i poteri risplendevano vigorosi nel suo corpo. Allora come oggi c’erano 130.000.000 di raggi di luce in ognuno dei suoi occhi.
Non solo. La sua lingua era formata da 3.000.000 di papille gustative ed esistevano 5.000.000 di onde sonore percepibili dal suo udito. In questo modo, il corpo intero dell’uomo era un’esperienza divina.

Tutto è Dio.

Tutto è il principio di Dio. Non solo. Se l’uomo tocca un oggetto, esso non sfugge alla presa. Poteri simili tempo addietro pervadevano l’uomo da cima a fondo. Egli è infatti percorso dal potere divino dalla testa ai piedi. Tuttavia, per colpa dei desideri che aumentano, aumentano, aumentano, ai giorni nostri tale potere diminuisce, diminuisce, diminuisce.

 

“Abbiamo visto lo splendore di Dio”
Non c’è comunque bisogno di andare tanto lontano. Guardatevi ora. Avete così tanti desideri! Supponete di avere 30 desideri. Se da 30 li riduceste a 3, pensate quanto potere, quanta energia nascerebbe in voi. La memoria aumenterebbe. Ecco perché i rishi del passato erano in grado di raccontare eventi accaduti moltissimo tempo prima.
Sârasvata Mahârishi fu il primo a iniziare il canto dei Veda.
Una volta ripeté 8 lettere (in sanscrito): “Ka, cha, ta, tha, pa, ya, sa, ha.” Che cosa sono? Tutti i Veda sono sorti da queste lettere, e ogni parola pronunciata dall’uomo deriva da questi 8 suoni. A livello esoterico, tali lettere rappresentano i Nomi di Dio.
I Nomi di Dio, infatti, si diffusero dappertutto con delle parole. Quali sono tali parole? Il Dio vento le diffuse:

Shabdabrahma mayî, la potenza del suono.
Charâchara mayî, la forza della mobilità e dell’immobilità.
Jyotir mayî, la potenza della luce.
Vâc mayî, il potere del linguaggio.
Nityânanda mayî, la forza dell’eterno.
Parâtpara mayî, l’onnipotenza assoluta.
Mâyâ mayî, la potenza dell’illusione.
Shrî mayî, il potere della completa prosperità.

I divini Veda sorsero da quelle lettere. È detto:

“Io conosco l’Essere Supremo che è splendente
come il fulgore del sole ed è oltre
la tenebra dell’ignoranza.”

(Quando i saggi affermarono:) “O gente! Abbiamo visto lo splendore di Dio che è oltre le tenebre”, venne loro chiesto: “In che modo lo avete visto?”

“Io conosco l’Essere Supremo che è splendente
come il fulgore del sole ed è oltre
la tenebra dell’ignoranza.”

“Abbiamo visto la Luce di Dio brillare del bagliore del sole.” Dove la videro? Interiormente? Esteriormente? Risposero: "All’interno, all’esterno, Egli è tutto. Nârâyana permea ogni cosa."
“Non L’abbiamo visto solo all’interno, all’esterno, intorno e sopra, ma dappertutto!”
“All’interno, all’esterno, Egli è tutto.
Nârâyana permea ogni cosa.”

Dio è presente ovunque; per questo i rishi di quei giorni non facevano alcun viaggio. Si limitavano a sedersi in un luogo a contemplare Dio. (Essi pensavano:) “Se camminiamo, forse Dio finisce sotto i nostri piedi; forse potrebbe esser schiacciato dal nostro peso.” I rishi di allora compivano qualunque azione quotidiana con sentimenti tanto sacri. In quei giorni riuscirono a trasformare il loro comportamento facendolo diventare altamente sacro.
Al contrario, ai giorni nostri, ovunque si guardi, ci sono persone che mettono i piedi sulla statua di Dio; mettono i loro piedi sulla forma di Dio. Che comportamento è mai questo? Queste sono pessime azioni. Da dove hanno avuto origine?

Nel momento della rovina, si prendono decisioni perverse.

Invece quelli erano tempi colmi di meriti; per questo, all’epoca, venivano propagate molte conoscenza segrete, nascoste.

 

I poteri di Dio
Come sono i poteri di Dio? I rishi di allora diedero loro alcuni nomi, fra i quali “Saikotikam Mahâ”. Che cosa significa? “Ovunque si guardi, là sono presenti il Tuo sacro Nome e la Tua sacra Forma”. Quale Nome diedero, dunque, a Dio? Lo chiamarono: “Saikotikam”. Tuttavia, a causa dei cambiamenti della scienza, gradualmente questo Nome si trasformò in: “Bhakshakti”, ossia “Potere o Energia divina”.
Nessuno può toccare una tale energia. Questo è il suo potere. Alzate però la mano e osservate: tale potere toccherà voi. L’intera forma di Dio vi toccherà.
Nei tempi antichi, tutti sperimentavano questo potere di Dio; di conseguenza erano tutti beati e condividevano questo loro stato di grazia. Si trova, oggi, niente di simile? Certamente sì. Possiamo sperimentarlo? Sì, senza ombra di dubbio; ma per farlo è necessario sviluppare una tale fede (come quella del passato).
Dove la si trova? Nessuno ha fede nemmeno in se stesso; come si può, dunque, aver fede in Dio? Ovunque ci sia Amore....

Dove c’è Amore, c’è Pace;
dove c’è Pace, c’è Verità;
dove c’è Verità, c’è Beatitudine;
dove c’è Beatitudine, c’è Dio.

(Applausi)

Dobbiamo sviluppare Amore; senza di esso è impossibile trovare la Verità. Come possiamo ottenere la Pace? Come possiamo sperimentare la Beatitudine? Essa circola tutt’intorno, passo dopo passo, come un’onda dietro un’altra onda.
La Beatitudine era solita toccare la schiena dei saggi che si recavano nella foresta. Quando ciò avveniva, essi si perdevano nell’estasi. Che coraggio possedevano, in quei giorni, tutti quegli asceti e quei rishi per recarsi nella foresta? Che armi portavano con sé? Che armi da fuoco possedevano? Che bombe utilizzavano? Non avevano proprio niente di tutto ciò! La loro unica “bomba” era la fede in Dio. Con tale sincera fede, compivano qualsiasi cosa.
Poiché noi, da quei tempi, in questa sacra terra di Bhârata stiamo mantenendo tale sacra fede, questa nazione rimane stabile, salda e incrollabile. A quei tempi si diceva fosse eterna, pura e vera.
Che tipo di persone erano quelle che, all’epoca, andavano a compiere austerità? Non persone anziane o adulti disgustati dalla vita familiare. Erano bambini di sei, sette, nove anni quelli che andavano a compiere austerità.

 

Dhruva
Quanti anni aveva Dhruva? Aveva solo 6 anni. Una delle due mogli di suo padre (di cui una era la madre di Dhruva – N.d.T.) lo umiliava; perciò egli, pieno di coraggio, se ne andò da casa. Per farlo, ottenne la benedizione di sua madre e disse: “Mamma, quando avrò ottenuto la grazia di Dio, ritornerò.”
Cercò un luogo isolato, silenzioso, incontaminato. Andò in una foresta così fitta, che consentiva a stento di mettervi piede , e ove non c’era nemmeno una casa nelle quale abitare.
Egli si stabilì in un posto simile. Si mise in equilibrio su una gamba e cominciò a contemplare Dio: “Nârâyana... Nârâyana...”
A tempo debito Nârâyana apparve, gli si manifestò: “Figliolo, che cosa desideri?”
Ai giorni nostri nemmeno le persone anziane e quelle istruite hanno l’intelligenza di quel bambino!
“Sono un bambino”, rispose Dhruva. “Come facevi a sapere che ero venuto qui, in questo luogo a tutti sconosciuto? Nessun altro all’infuori di Te poteva saperlo, non è vero? Tu, che perciò sapevi dove fossi, non sai anche che cosa voglio?”
Nârâyana rispose: “Figliolo! Le grandi anime hanno coerenza di pensiero, parola e azione. Dovresti diventare un Mahâtma (una grande anima - N.d.T.). Avevi preso una decisione (pensiero). Quale? Farò austerità per ottenere la grazia di Dio, puoi tornerò. Per attuare una tale decisione, sei venuto qui e hai compiuto delle penitenze (azione). Il pensiero e l’azione sono dunque in armonia. Tuttavia, finora non hai potuto esprimere a parole ciò che desideri. Santifica, allora, anche le tue parole. Questo è il motivo per cui ti ho posto quella domanda.”
Dhruva rispose: “Cercavo un pezzo di vetro e ho ottenuto un diamante. Dopo aver avuto un diamante, che cosa me ne faccio di un pezzo di vetro? Volevo essere il figlio preferito del re, volevo sedere sulle ginocchia di mio padre: per questo ho compiuto tutte quelle austerità. Tuttavia, è un desiderio ormai senza più valore per me. Io voglio solo Te.”
Nârâyana disse: “Mio caro, sono pronto a darti tutto ciò che chiedi. Dovresti tuttavia mantenere un comportamento santo. Hai pensato una cosa, ne hai fatta un’altra e detta un’altra ancora. Fintantoché pensiero, parola e azione non sono un tutt’uno, il tuo desiderio non verrà esaudito. Raggiungi completamente tale unità e Io esaudirò la tua richiesta.” Obbedendo agli ordini di Dio, Dhruva tornò a casa.
Com’erano intelligenti i bambini a quei tempi! Possedevano anche sentimenti sacri. Essi seguivano la via migliore e le loro decisioni erano le più elevate.

 

L’aumento dei desideri
C’era poi Prahlâda. Tutti voi sapete che grande devoto fosse Prahlâda.
Non aveva fede altro che in Nârâyana. Non aveva fede né in suo padre né in sua madre. (Egli pensò:) “I genitori sono vyâmoha (l’amore illusorio, pieno di attaccamento – N.d.T.), mentre in Nârâyana non c’è la minima traccia di vyâmoha; in Lui non esiste il minimo desiderio. È venuto a salvarmi. Chiederò dunque a Colui che è privo di desideri di esaudire i miei desideri.”
Fin da quei giorni, quei bambini consigliarono di ridurre i desideri. I desideri, oggi, stanno aumentando senza limiti.
Vyâmoha è in aumento e l’uomo vi è incatenato in schiavitù e, a causa di ciò, soccombe a moltissime difficoltà. Da dove arriva una tale schiavitù? Sono i vostri desideri, le vostre difficoltà a rendervi schiavi. Riduceteli, dunque. In tal modo sarete liberi da qualunque preoccupazione e non sarete in pericolo. Più l’uomo riduce i desideri, più aumenta la sua pace.

Meno bagaglio, più comodità.

Al contrario, i desideri stanno aumentando, aumentando, aumentando. Persino in fin di vita, due minuti prima di morire, l’uomo chiede l’appagamento di qualche desiderio. Che cosa sono i desideri? Che cosa otteniamo da essi? Invece, quanta beatitudine possiamo provare senza di essi!
In verità, che voi lo crediate o no, Io non ho assolutamente desideri. (Applausi). Di conseguenza, non ho alcuna preoccupazione. SeguiteMi! Restate anche voi senza desideri e con un cuore colmo di beatitudine. I desideri ci incatenano e non danno la Liberazione.

“Quando i vostri desideri sono esauditi, Mi lodate intensamente.
Quando i vostri desideri non sono esauditi, Mi biasimate.
Compite azioni peccaminose e,
quando dovete affrontare il pericolo (delle conseguenze),
chiedete che vi protegga, mentre Mi incolpate.”

Vedete? Commettete dei peccati, ma pretendete risultati meritori. Non è appropriato. Non dovremmo mai soccombere al peccato, ma compiere sempre atti meritori. Date completo aiuto, al massimo delle vostre capacità. Vishnu aiutò sempre tutti e lo stesso fece Îshvara. Possibile, dunque, che voi non sappiate compiere nemmeno una frazione di ciò che fa Dio?

Seguite il Maestro.
Affrontate il male.
Lottate fino alla fine.
Concludete il gioco.

Seguite il Maestro. Se lo fate, otterrete tutto.
Da ormai tanti anni adorate Dio con devozione, leggete i testi sacri e cantate i bhajan, ma la sporcizia della vostra mente è forse diminuita anche solo in minima parte? L’inquinamento mentale, anziché diminuire, cresce ogni giorno di più. State forse sperimentando di tutto cuore la beatitudine, anche per un solo attimo? Assolutamente no! Perché allora quei desideri?
Desiderate figli, figli, figli, figli. Dovreste sicuramente desiderare dei figli: è vostro dovere. Fatelo, dunque. Tuttavia, sarà Dio stesso a prendersi cura dei vostri figli. Non c’è bisogno che lo facciate voi. Che risultato avete nel prendervi cura di loro? Se invece ne offrite la responsabilità a Dio, Egli stesso se ne prenderà cura. In questo modo, voi proverete gioia e ne proveranno anche i vostri figli.
Non dovremmo avere desideri. Essi andrebbero gradualmente ridotti. Saremo avvolti dalla beatitudine nella misura in cui i desideri verranno ridotti.
Dovremmo cercare di riconoscere la natura di Dio presente nel mondo.

 

Quando il mondo era immerso nel buio
In passato la terra era avvolta dalla totale oscurità. Non si vedeva niente da nessuna parte. Non si vedevano né forme né oggetti. In quella situazione, gli esseri celesti pregarono; di conseguenza, cominciò a piovere a dirotto per alcune decine di milioni di anni. Furono decine di milioni e non centinaia di migliaia d’anni. Piovve a dirotto per decine di milioni di anni. Questa fu la causa della formazione degli oceani.
Piovve, piovve, piovve; dopodiché il cielo si schiarì e, gradualmente, si cominciarono a vedere le stelle e anche il sole. Fu così che, grazie alla luce del sole, l’uomo poté esaudire i suoi desideri, far maturare i raccolti e trascorrere la sua vita. Questo fu ciò che successe.
All’inizio, dunque, dove niente era conosciuto, non esistevano nemmeno desideri. Gradualmente, a causa della comparsa della luce del sole, i desideri nacquero e si svilupparono. Infatti, i desideri sono la prima cosa a comparire fin dal primo mattino! Di sera, al contrario, non ce ne sono molti. Che cosa significa? Non ci sono molte opportunità che i desideri compaiano di notte. Dovremmo perciò essere felici che arrivi l’oscurità. Molte persone brontolano: “Oh no! È diventato buio!” Secondo loro dovrebbe esser sempre chiaro. Ma a che servirebbe?
Quando nacque Râma, il sole non sorse per 15 giorni. C’erano solo tenebre. In quella condizione, anche la luna ne risentiva: “Ahimè, non ho nessuna possibilità di vedere Râma!” Dopo 15 giorni anche il sole si stancò: “Non posso vedere Râma.” Dicendo ciò, cominciò gradualmente a contemplare Râma all’interno di se stesso e, pian piano, sorse. E così fece anche la luna. Il sole e la luna ottemperarono ai loro doveri e, di conseguenza, il mondo poté dedicarsi alla creazione e alla dissoluzione. Se quindi, innanzitutto, indagate nei segreti della creazione, vedrete che all’inizio l’uomo non esisteva. Ci sono esseri umani, oggi? Se ne vedono ovunque si guardi.
In seguito gli uomini hanno scoperto dei farmaci (metodi per il controllo delle nascite – N.d.T.). In questo modo stanno cercando di far diminuire la popolazione. Ma come può succedere una cosa del genere? Ciò non può accadere con i farmaci. Solamente quando la mente sarà rivolta verso Dio, i desideri diminuiranno, e solo quando i desideri saranno ridotti, la popolazione diminuirà. Per questo dovremmo innanzitutto controllare i sensi.
L’argomento di cui parleremo domani, verterà sul grandissimo Prahlâda.

 

Voi siete l’incarnazione dell’Amore
I devoti stanno arrivando da tutte le nazioni per diffondere nel mondo la natura del Buddha(3). Ascoltate che cosa vien detto a riguardo e poi, almeno in parte, cercate di controllare la mente. Le persone controllano ogni cosa tranne i desideri nella mente. Dovete controllare i desideri. Così facendo otterrete tantissima Pace.
Da dove viene la pace? Quando lo scoprirete, ne rimarrete sorpresi. Essa non circola (non si trasmette) da una persona all’altra, ma sorge dall’interno di se stessi. Coloro che saranno in pace, ovunque guarderanno, vedranno solo Pace, solo Verità, solo Amore.

Voi siete l’incarnazione dell’Amore.
Voi siete l’incarnazione della Pace.
Voi siete l’incarnazione della Verità.
Voi siete l’incarnazione di Dio.

(Applausi)

Come prima cosa riconoscete questa Verità. La Verità non è qualcosa di separato. Dove si trova? Proprio qui! Dove c’è Verità, c’è Dio.
Pace, pace, pace. Dove si trova la pace? All’esterno? All’esterno, ovunque si guardi, ci sono solo pezzi, pezzi, pezzi (pieces), non pace (peace). La Pace si trova solo vicino a Dio. Sviluppate la Divinità nel vostro cuore, abbiate fede nella Verità secondo cui “Dio è nel mio cuore”. Solo quando avrete fede in tale Verità, sicuramente otterrete la Pace.

“L’intera Creazione ha avuto origine dalla Verità
e si immergerà nuovamente nella Verità.
Esiste un posto dove non sia il principio di Verità?
Questa è la pura, immacolata Verità.”

Non c’è bisogno di andare da nessuna parte per cercare Dio. Egli si manifesta dove c’è Verità. Nârâyana si manifesta là. Ovunque c’è Verità, Nârâyana si manifesta e, dove c’è Nârâyana, c’è anche Lakshmî (la Dea della ricchezza spirituale e materiale – N.d.T.).
Come farà dunque Lakshmî (il denaro) ad arrivare a voi? I soldi sono necessari. Da dove arriveranno? Dovrebbero arrivare da dentro di voi. Fate dunque sorgere Lakshmî dal vostro interno. Se tenete Nârâyana nel vostro cuore, anche Lakshmî Lo accompagnerà.
Compite dunque azioni con sentimenti sacri, una ferma determinazione e una costante contemplazione di Dio. Aiutate il prossimo e fate in modo che non nasca in voi la gelosia nei confronti degli altri. Non dovremmo esser gelosi. Se arriva la gelosia, si diventa inutili. Essa è la rovina dell’uomo.
Sfortunatamente la gelosia ai giorni nostri è aumentata. Se qualcuno sta bene, gli altri, vedendolo, piangono; se qualcuno è felice, gli altri, vedendolo, non lo sopportano. Molto male, molto male! Se qualcuno è felice, siatelo anche voi. In questo modo proverete sempre gioia. Questi sono i segreti della Divinità.

 

Il pozzo della grazia
C’è tanta grazia quanta è necessaria. Tuttavia, essa si trova nelle profondità. Se si vuole prender acqua da un pozzo, è necessario far scendere un secchio legato a una corda. Si avrà l’acqua solamente quando si tirerà su il secchio. Allo stesso modo, è tutto già presente (all’interno), ma voi non state legando nessuna corda al vostro secchio. Se lo fate, allora non mandate il secchio dentro il pozzo, oppure, una volta in fondo, non lo tirate su.
A che cosa corrisponde la corda? Alla devozione. Legate la corda della devozione al secchio del cuore che prima avrete ben pulito. Solo quando esso verrà immerso nel pozzo della grazia, otterremo l’acqua della beatitudine.
Il secchio deve essere calato nel pozzo della grazia, non nel pozzo dell’ira, in quello della gelosia o dell’insoddisfazione. Deve essere mandato nel pozzo della beatitudine. Allontanate dunque le cattive qualità presenti nell’uomo: perché mai dovremmo stimolarle durante questa sacra opportunità? Alimentando queste cattive qualità, ci stiamo creando un destino avverso.
Perciò, Incarnazioni dell’Amore!
Sviluppate sentimenti sacri e buoni, unitevi e amalgamatevi con Amore. Se conquistate quell’unica Cosa, l’Amore, tutto vi verrà incontro.

 

(Baba conclude il Discorso con il bhajan : “Prema Muditâ Mana Se Kaho…”).

 

Whitefield, 24 Maggio 2002
Sai Ramesh Krishan Hall
Corso Estivo 2002
Versione Integrale

 

  1. Il termine Aham ha un significato più vasto di “Io”. “A” è la prima lettera dell’alfabeto sanscrito, “Ha” è l’ultima. Dire Aham, quindi, significa esprimere la Totalità, il Tutto. Equivale ad affermare: “Io sono l’Alfa e l’Omega”.
  2. Prahlâda: nonostante fosse figlio del demone Hiranyakashipu, Prahlâda era un ardente devoto del Signore Nârâyana (Vishnu), del quale ripeteva costantemente il Nome. Poiché invece Hiranyakashipu era un acerrimo nemico di Dio e non sopportava di udirne neanche il Nome, cercò di uccidere il figlio in svariati modi, ma senza mai riuscirvi, perché Nârâyana salvava Prahlâda ogni volta. Alla fine fu lo stesso Hiranyakashipu a morire per mano di Narasimha, l’Avatâr di Vishnu mezzo uomo e mezzo leone.
  3. Swami si riferisce alla festa del Buddha Pûrnimâ (Vaishâkha), che quest’anno è stata celebrata il 25 e 26 maggio, e per la quale sono arrivate migliaia di persone dal Nepal, Shrî Lankâ e Giappone.