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02 - febbraio 2013

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FEBBRAIO 2013

1.2.13
Il Signore è una montagna d’Amore. Formiche, in qualunque numero, che portino via particelle di dolcezza non possono esaurire la Sua pienezza. Egli è un oceano di Pietà senza una spiaggia che Lo limiti. La devozione è il mezzo più facile per ottenere la Sua Grazia e per comprendere che Egli pervade ogni cosa; in effetti Egli è ogni cosa! L’abbandono totale (Sharanagathi), o il lasciare tutto alla Sua Volontà, è la forma più elevata di devozione. La devozione e l’atteggiamento di abbandono, che ne è il frutto finale, vi daranno un coraggio immenso per affrontare qualunque emergenza; tale coraggio è chiamato Rinuncia. Quando la Devozione spunta come un germoglio, bisogna proteggerla con uno steccato; tale difesa è la religione con le sue regole, le restrizioni, le istruzioni e i comandi. (Discorsi di Sai, vol. primo, Mahashivarathri 1955). Fate della compassione e del sacrificio i vostri due occhi; respirate facilmente senza l’ego e fate danzare l’amore sulla lingua. Baba

2.2.13
Voi tutti sarete sicuramente d’accordo se dico che la Beatitudine Divina costituisce il vostro bisogno più grande ma non potete comprarla in alcun luogo! Essa deve essere guadagnata con fatica, facendo azioni buone, frequentando compagnie buone, desistendo dalla malvagità e tenendo sempre in mente la Gloria di Dio. Il bene e il male non possono essere tenuti insieme. Una volta il Sole affermò di non avere nemici ma qualcuno gli disse che uno c’era: l’Oscurità! Allora Egli inviò i suoi raggi, i messaggeri, a scovare il nemico ma, dovunque essi andassero, videro solamente la luce: non v’era luogo ove l’oscurità si trovasse. Essi tornarono e riferirono che sulla terra non c’era niente di simile. Anche voi dovete ottenere la vittoria del bene sul male dentro di voi persistendo intensamente nella pratica spirituale. (Discorso Divino del 20 Febbraio 1964). Le parole buone, le buone maniere, il vedere il bene e i pensieri buoni: questo è essenziale per la buona salute. Baba

3.2.13
Una volta, un bramino attraversò il letto di un fiume in cui alcuni uomini stavano lavando degli indumenti. Vedendo sulle sue spalle un bello scialle di seta nuovo, essi gli piombarono addosso tutti insieme gridando che l’indumento apparteneva al palazzo ed era stato dato loro da lavare ma era stato rubato e non ritrovato. Quando poi presero a tempestarlo di botte, il poveretto gridò “Narayana, Narayana”. Immediatamente il Signore Narayana si alzò dalla sedia, e si mosse verso di lui ma si fermò e tornò a sederSi! La moglie, sorpresa, Gli chiese la ragione di questo comportamento strano e il Signore rispose: “Volevo aiutare quel povero bramino che era incappato in un branco di canaglie ma egli ha cominciato a restituire colpo su colpo: il Mio aiuto non è più necessario!” Lasciare ogni cosa al volere di Dio è veramente la forma più elevata di devozione e la via più facile per ottenere la Sua Grazia. (Discorsi di Sai, vol. primo, Maha Shivarathri 1955). La persona che si è affidata completamente accetta ogni cosa che sperimenta come un dono di Dio. Baba

4.2.13
La disciplina spirituale è più difficile di quella fisica. Immaginate quale sia l’impegno che una donna, che cammina su un cavo teso sotto un tendone da circo, ha sostenuto; in fondo, la ricompensa ammonta appena a poche rupie. La stessa fermezza e lo stesso sforzo sistematico, che miri a un compenso più elevato, può farvi raggiungere l’equilibrio mentale che potete poi mantenere nelle circostanze più avverse, nelle prove più dure. Per raggiungimenti spirituali simili, l’intelletto e gli altri strumenti di percezione sono più importanti dei muscoli; l’intelletto è la chiave, rendetelo padrone della mente e raggiungerete lo scopo. Voi fallirete soltanto se i sensi saranno padroni della mente. (Discorsi di Sai, 20 Febbraio 1964). Per ottenere la Grazia di Dio, bisogna attenersi alla rettitudine e osservare la purezza di pensieri, parole e azioni. Baba

5.2.13
Ci sono tre tipi di devozione: il metodo Vihanga in cui, come un uccello che si getta sul frutto maturo, il devoto è troppo impaziente e, a causa dell’impazienza che manifesta, perde il frutto che gli cade di mano. Nel metodo Markata, come una scimmia che afferra un frutto e poi ne sceglie un altro e vi di attacca diventando preda dell’agitazione nell’incapacità di decidere quale voglia, il devoto esita e cambia la meta troppo spesso per cui perde ogni possibilità di successo. Il terzo tipo è il metodo Pipilika in cui, come una formica che lentamente ma con continuità procede verso la cosa dolce, il devoto cammina direttamente con attenzione mirata verso il Signore e ottiene la Sua Grazia. Discorsi di Sai, vol.1°, Mahashivarathri 1955). Siate umili, siate calmi, siate tolleranti, cooperate con tutti e trattate tutti con cortesia e gentilezza. Baba

6.2.13
Un bambino, mentre una sera andava a letto, disse alla madre “Mamma, svegliami quando ho fame” al che ella rispose “Non ce n’è bisogno, la fame stessa ti sveglierà”. Anche la fame di Dio vi spinge a cercarne il soddisfacimento quando si manifesta. Dio vi ha dotati della fame e della malattia ed Egli Stesso provvede al cibo e alla medicina; il vostro dovere è stare attenti a provare la fame giusta e contrarre la malattia che serve, a usare il cibo e la medicina appropriati! L’uomo va aggiogato al mondo e liberato; questo è l’addestramento che gli insegna che il mondo è irreale. Quando toccate il fuoco e provate la sensazione di bruciore, ritirate la mano istantaneamente; se non lo toccaste, sareste consapevoli solamente della sua luce mentre esso è luce e calore insieme. Similmente, il mondo è sia vero che falso; come dire che è irreale. (Discorsi di Sai, vol. 1°, Mahashivarathri 1955). Per evocare il Divino in voi, non c’è metodo migliore del Namasmarana. Baba

7.2.13
Uno sciancato e un cieco divennero amici e andavano in giro da un posto all’altro con il primo che viaggiava sulle spalle dell’altro. Un giorno lo sciancato vide un campo di cetrioli gialli e propose di prenderne qualcuno e mangiare a sazietà. Il cieco gli chiese se il campo fosse recintato e, avendo l’altro risposto di no, concluse: “Allora andiamo pure perché tu sai che ce ne sono due qualità, una dolce e una amara per cui, se questi sono lasciati incustoditi, significa che sono amari”. Il cieco, con la ragione, fu capace di scoprire che quella verdura era amara senza neppure assaggiarla. Egli usò l’intelligenza per percepire la verità chiaramente e velocemente. Ponete l’intelletto a Capo della mente e non fallirete; voi fallirete solamente quando i sensi prenderanno il sopravvento sulla mente. Acuite l’intelligenza tramite la disciplina spirituale. (Discorso Divino del 20 Febbraio 1964). Il corpo è la macchina fotografica, la mente sono le lenti, il cuore è la pellicola, il pensiero è il flash e l’intelligenza è il bottone per fotografare il Signore. Baba

8.2.13
Una coppia di rinuncianti stava attraversando una giungla fitta durante un pellegrinaggio verso un santuario inaccessibile quando il marito vide sul sentiero una pietra preziosa brillare al Sole che filtrava a tratti tra le foglie. Subito col piede vi ammucchiò sopra della sabbia in modo che la moglie non fosse tentata di raccoglierla e diventasse schiava dell’orpello. La donna vide il gesto e lo dileggiò per questo suo ritenere ancora nella mente la distinzione tra sabbia e oro; per lei, erano uguali. Oggi, questa abitudine di giudicare ed etichettare gli altri è una pratica imperante; cosa potete sapere del lavoro interiore di un’altra mente? (Discorsi di Sai, vol. 1°, Mahashivarathri 1955). La caratteristica fondamentale della devozione è il desiderio di realizzare l’unità con il Divino. Baba

9.2.13
Voi siete distanti dal Signore quanto pensate di esserlo, tanto vicini quanto sentite di esserlo. La distanza tra Me e voi è uguale a quella tra voi e Me, non è così? Voi lamentate che Io sia lontano da voi anche se state venendo sempre più vicini; come può essere? Io sono vicino a voi quanto voi siete vicini a Me! La vicinanza al Signore si ottiene con la devozione che non può essere stabile finché non vi liberate dei sentimenti di “io” e “mio”. Considerate la gioia e la contrizione come degli insegnanti di lavoro duro ed equilibrio; il dolore è un amico che fa ricordare, un buon addestratore, un insegnante migliore persino della gioia. Il Signore concede sia la protezione che la punizione altrimenti come potrebbe essere il Signore se non insistesse su una contabilità precisa e una stretta obbedienza? (Discorso Divino del 20 Febbraio 1964). Comunque siate, siete Miei; Io non vi abbandonerò mai. Dovunque siate, siete vicini a Me, non potete andare oltre la Mia portata. Baba

10.2.13
Una volta, una persona disse al Dott. Johnson, il famoso pensatore inglese, che aveva di rado il tempo per recitare il Nome di Dio con le centinaia di cose che aveva da fare dalla mattina alla sera e persino fino a notte tarda. Il Dott. Johnson rispose con un’altra domanda e chiese come milioni di persone possano aver trovato lo spazio per vivere sulla faccia della terra che è per due terzi coperta d’acqua e per il resto troppo piena di montagne, deserti, foreste, regioni artiche, letti di fiumi, paludi e simili aree impossibili. Il suo interlocutore disse che l’uomo è riuscito in qualche modo a trovare lo spazio per vivere. “Nello stesso modo” disse il Dott. Johnson “l’uomo deve in qualche modo trovare alcuni minuti al giorno per pregare il Signore. Tenete il Nome e la Forma che preferite sempre nella coscienza; la ripetizione del Nome deve essere costante come il respiro. Per questo, la pratica è essenziale. (Discorsi di Sai, vol. 1°, Mahashivarathri, 1955). La preghiera è per la mente ciò che il cibo è per il corpo. Baba

11.2.13
Tutti voi siete stati condannati ad essere imprigionati nel mondo della nascita e della morte. Quando un prigioniero viene trasferito da un posto all’altro, è accompagnato da due agenti di custodia; anche voi, quando andate da una prigione (corpo) all’altra, siete accompagnati dai poliziotti: l’egoismo e l’attaccamento. Nella prigione, dovete fare il lavoro che vi viene ordinato e farlo bene, non potete recriminare che le ricompense non sono distribuite equamente né siete autorizzati a desistere dai vostri doveri; se lo fate, la condanna sarà allungata o sarete trasferiti in un’altra prigione. Al contrario, se accettate tranquillamente il periodo di detenzione e fate il vostro lavoro senza protestare o brontolare, la detenzione sarà ridotta, potreste anche essere rilasciati! Diventate consapevoli della vostra condanna, adottate un atteggiamento positivo e applicate volentieri i mezzi per liberarvi! (Discorso Divino del 20 Febbraio 1964). La libertà vera consiste nel sottomettersi alla Volontà del Divino e non nell’agire secondo i propri capricci e preferenze. Baba

12.2.13
Il distacco è il frutto della Grazia del Signore; esso ha bisogno di anni di desiderio e impegno. Nell’attesa, cominciate oggi con il primo passo che consiste nel ripulire la mente e coltivare le virtù. Anche se non siete capaci di far questo, almeno non deridete né scoraggiate coloro che lo fanno. Non contate sugli altri per fare il vostro lavoro né impiegate alcuno che soddisfi i vostri bisogni personali; fate da voi. Questo è il segno distintivo di chi è davvero autosufficiente e libero! Non accettate mai niente gratis da nessuno; ripagate in servizio o lavoro così diverrete individui che hanno rispetto di se stessi. Accettare un favore significa legarsi a chi lo fa. Crescete nel rispetto di voi stessi e nella dignità; questo è il servizio migliore che potete farvi. (Discorsi di Sai, vol.1°, Mahashivarathri 1955). Il corpo ha un bell’aspetto se il carattere è bello. Baba

13.2.12
Il Signore ha dichiarato nella Gita: “Mama maya” ovvero “La Mia illusione”. Questo significa che il mondo è la Sua opera, il Suo Divertimento e la Sua Gloria; esso è inteso come luogo di addestramento, una ispirazione per coloro che desiderano vedere Lui che ne è la Fonte, il Direttore e il Padrone. Una volta che vedete il mondo come palcoscenico della Sua commedia, non siete più sviati né distratti o ingannati da trucchi o effetti scenici. L’illusione deve farvi interessare all’Autore, al Responsabile. La commedia è reale finché siete sulla scena e anche il mondo è solamente un miraggio! Il miraggio non è causato dalla pioggia, non raggiungerà alcun lago o mare, non era lì prima dell’alba né sarà lì dopo il tramonto, è solamente un fenomeno temporaneo; meglio non considerarlo! Dio è veramente più reale del mondo: questa è l’essenza delle scritture indiane. (Discorsi Divini, vol. 1°, 24 Febbraio 1964). Se siete immersi nelle faccende del mondo, Egli vi fa piangere; se siete immersi nella spiritualità, Egli cancella il vostro dolore. Baba

14.2.13
Il Signore è il Padre di tutti e ognuno può reclamare una parte della Sua prosperità. Al fine di ottenerla, si deve raggiungere una certa statura morale e un certo livello di intelligenza; l’irresoluto e lo stolto non sono recipienti adatti per una prosperità nelle cose del mondo. La prosperità di Dio è costituita dalla Sua Grazia e dal Suo Amore per cui, per partecipare della Sua prosperità, dovete avere devozione e discriminazione; con queste due, potete reclamare la vostra parte di Grazia, è vostro diritto. Portate la vostra devozione e prendete dal Signore la forza spirituale; questa è una transazione che Gli fa piacere. Portate tutto ciò che avete, il dolore, la contrizione, le preoccupazioni, le ansie e prendete da Lui gioia, pace, coraggio e fiducia! (Discorsi di Sai, vol. 1°, Mahashivarathri 1955). Per assicurarvi la Grazia di Dio dovete aderire alla rettitudine e osservare la purezza

15.2.13
La madre dedica più tempo ad accudire il bambino malato e chiede a quelli più cresciuti di fare da soli mentre nutre il piccolo personalmente. Questo non significa che non ami i più grandi. Nello stesso modo, non pensate che, perché Dio non mostra un’attenzione plateale verso qualcuno, quella persona non riceva il Suo Amore e la Sua Grazia; agli occhi di Dio, non ci sono devoti più o meno importanti. Notate anche che, in questo Avatar (Incarnazione Divina, Discesa del Divino), i malvagi non saranno distrutti, saranno corretti, emendati, educati e riportati sulla strada da cui hanno deviato. L’albero infestato dalle termiti non sarà tagliato, sarà salvato. (Discorsi di Sai, vol. 1°, Mahashivarathri 1955). L’amore può ottenere qualunque cosa. L’amore non egoistico, puro e genuino conduce a Dio. Baba

16.2.13
La devozione a Dio non deve essere calcolata sulla base delle istituzioni che uno ha fondato o ha aiutato, dei templi che ha costruito o rinnovato, delle donazioni che ha elargito né dipende dal numero di volte che egli ha scritto o recitato il Nome del Signore o dal tempo e dall’energia che ha impiegato nell’adorare il Signore; queste cose non sono vitali, non sono neppure secondarie! La devozione è Amore Divino, incontaminato da qualunque traccia di desiderio per il beneficio che ne scaturisce, per il frutto o la conseguenza che ne deriva. L’amore non conosce ragione particolare per manifestarsi. L’Amore Divino è simile a quello del fiume per il mare, del rampicante per l’albero, della sorgente per la scarpata da cui si getta, è una attitudine ad amare che non cambia, una inclinazione desiderabile della mente che permane stabile nella gioia e nel dolore, sempre dolce nei tempi buoni e cattivi. (Discorso Divino del 25 Febbraio 1964). Comunque siate, voi siete Miei ed Io non vi abbandonerò mai. Dovunque siate, siete vicini a Me; non potete andare oltre la Mia portata. Baba

17.2.13
Nel Mahabharatha, Dhuryodhana non osservò i principi della Rettitudine neppure una volta nei confronti dei fratelli Pandava; infine, dovette affrontare la sorte inevitabile quando Bhima lo sfidò a duello per abbatterlo. Allora, Dhuryodhana, l’autore del gioco di scommesse ingannevoli, dell’incendio della casa, dell’ingiuria alla Regina onorata, dell’uccisione di Abhimanyu tramite dei nemici feroci che lo assalirono, del disegno di tutte queste iniquità, si rifugiò nel Dharma e cominciò a citare i testi. Il Dharma non è una scusa comoda per evitare le conseguenze nocive delle proprie azioni. La Rettitudine non va trattata come un mezzo per cavarsela, è un modo di vivere. (Discorso Divino del 25 Febbraio 1964). Ogni azione fatta con purezza di pensiero, parola e azione è Rettitudine (Dharma). Baba

18.2.13
Dio è l’Energia Suprema (Mahashakti) e l’individuo è il Potere dell’Illusione (Mayashakti). In questo mondo transeunte in trasformazione continua, Dio è l’unica Entità permanente e stabile. Al fine di raggiungere Lui, che è eterno e vero, non si ha altra opzione che attaccarsi a quella Fonte e Sostentamento e offrirGli devozione amorevole e servizio dedito. Questa via è il destino di tutti indipendentemente dall’età, dall’istruzione, dalla casta, dal credo, dal genere e dalla condizione. Quando camminate per strada, potete vedere la vostra ombra che cade sul fango, sulla sporcizia, sulle spine, sulla sabbia, sul bagnato o sull’asciutto; si è mai qualcuno preoccupato o è stato coinvolto da ciò che accade alla sua ombra? No! Tutti sanno che l’esperienza dell’ombra non è eterna e reale; nello stesso modo voi non siete che l’ombra dell’Assoluto. Interiorizzate questa verità che è l’unico rimedio per tutti i dispiaceri, i tormenti e le pene. (Discorso Divino del 1 Agosto 1956). Tutte le pene e i piaceri che si sperimentano non sono dovute ad alcun atto del Divino, sono il risultato delle proprie azioni. Baba

19.2.12
Tentennamenti ed esitazioni vi assaliranno se vorrete praticare la Rettitudine. Se non siete stabilizzati nella conoscenza del Sé, non avrete un senso valido della direzione delle vostre azioni né otterrete una vittoria vera; è per questo che la Gita pone molta enfasi sulla necessità di conoscere sia il campo del corpo che il Conoscitore. Acquisite conoscenza di ambedue e sarete meritevoli del titolo di “Figli dell’Immortalità”. Attraverso la devozione diretta solamente a Dio, si può ottenere la conoscenza; inoltre, la devozione purifica il cuore, eleva i sentimenti interiori e dà una visione universale portandovi la Grazia di Dio. Le piante non possono salire per bere il fluido vitale dalle nubi per cui queste scendono riversandosi in forma di pioggia. (Discorso Divino del 25 Febbraio 1964). La devozione e la moralità sono molto importanti per la salute fisica; esse liberano la mente dall’agitazione e la nutrono con la gioia e l’appagamento. Baba

20.2.13
Voi dovete convincervi che “voi” non è che l’ombra dell’Assoluto. Naturalmente, voi raggiungete e rimanete stabili nello stato di Verità soltanto alla fine di un processo lungo e sistematico di esercizio spirituale; prima di allora, voi tendete a identificarvi con il corpo e a dimenticare che il corpo che getta l’ombra è un’ombra anch’esso. Il primo passo in questa Sadhana è l’aderenza alla Rettitudine (Dharma) in ogni azione individuale o sociale. Il Dharma che si segue in relazione al mondo oggettivo porta automaticamente al Dharma anche nel campo spirituale; voi dovete solamente aderirvi strettamente. Nel campo della Rettitudine, la fermezza è necessaria; solamente questo è il segno dell’abbandono vero. (Discorso Divino del 1 Agosto 1956). Il Dharma distrugge colui che lo viola e protegge chi lo pratica. Baba

21.2.13
Al giorno d’oggi, la devozione, l’adorazione e i rituali hanno per scopo la maggior comodità e agiatezza per gli individui che li praticano. La devozione ha degenerato in una trattativa di affari; spesso le persone pregano: “Ti prego, dammi questo e io Ti darò quest’altro in cambio”. Se pensano che un luogo sacro prometta di più, abbandonano quello che stanno frequentando al momento; se anche da quello nuovo non ottengono risposte pronte, cercano subito altrove qualche “altro” Dio che dia loro maggior profitto! Molte persone vanno in giro in questo modo, altre pensano anche “ Se sto in mezzo agli altri, Dio non mi noterà. Devo mettermi in un posto particolare e gridare per attrarre la Sua attenzione”. Non comportatevi scioccamente! Attenetevi a degli ideali nobili, non cercate di abbassare l’Onnipotente al vostro modo di vedere limitato. Elevatevi, rafforzate il distacco e stabilitevi nella discriminazione; così avvicinerete il vostro scopo. Baba

22.2.13
L’ostacolo più grande sul sentiero dell’abbandono è costituito dall’egoismo e dall’attaccamento o possessività. Questi sono congiunti alla vostra personalità da ere e i loro tentacoli scendono sempre più profondamente con l’esperienza di ogni vita successiva; li si può rimuovere solamente con i due detergenti della discriminazione e della rinuncia. La devozione è l’acqua per lavar via la sporcizia accumulata da tempi immemorabili e il sapone della ripetizione del Nome di Dio, della meditazione e dello Yoga (comunione) aiuta a eliminarli più velocemente e radicalmente. Un progresso lento e costante vincerà questa corsa di sicuro, mezzi di trasporto più veloci possono portare al disastro. Procedete un passo per volta nella vostra pratica spirituale ponendo ben saldo un piede prima di muovere l’altro; non tentennate né scivolate due passi indietro per uno in avanti. Coltivate la fede profonda; quella renderà sicuro il progresso! (Discorso Divino del 1 Agosto 1956). “Devozione” significa offrire tutto senza tenere niente indietro, neppure un filo di ego deve rimanere. Conta solamente il Suo Comando, lasciate prevalere la Sua Volontà. Baba

23.2.13
Conoscete la storia del leone ferito ad un piede? Uno schiavo che scappava attraverso la foresta lo vide, lo volle soccorrere e l’animale gli porse la zampa. Allora egli estrasse pian piano la spina che aveva causato tutto quel dolore e se ne andò solamente per essere catturato poco dopo ed essere portato a Roma. Là fu deciso di gettarlo nell’arena per essere mangiato da un leone catturato da poco. Quel leone era lo stesso che l’uomo aveva soccorso e la sua gratitudine non gli permise di fargli danno. Come vedete, non solamente gli animali domestici ma anche quelli selvatici come i leoni mostrano gratitudine; esprimete gratitudine verso il Creatore che ha versato dentro di voi il nettare che garantisce l’immortalità! Siate grati al Signore per avervi dotati dei poteri della discriminazione, del distacco e della capacità di valutare. (Discorso Divino del 25 Febbraio 1964). Voi dovete tutto ciò che siete alla società; esprimetele gratitudine facendo servizio. Baba

24.2.13
Prendete quattro decisioni a proposito della vita da ora in poi e vivete nella gioia: 1-Praticate la purezza. Abbandonate i pensieri malvagi, le abitudini cattive e le attività insignificanti che indeboliscono il rispetto di voi stessi. 2-Fate servizio. Servite gli altri perché essi sono riflessi della stessa Entità di cui voi siete un riflesso. Nessuno di voi ha alcuna autenticità di suo se non in relazione al Creatore, al Signore. 3-Concepite la mutualità. Sentite sempre la parentela con tutta la creazione, vedete la stessa corrente fluire attraverso tutti gli oggetti dell’universo. 4-Vivete nella Verità. Non ingannate voi stessi o gli altri alterando le vostre esperienze. (Discorso Divino del 25 Febbraio 1964). Chi discrimina bene prima di impegnarsi in qualunque attività è naturalmente retto nella condotta e nel comportamento. Baba

25.2.13
Cosa sa la gente delle motivazioni che Dio ha per agire? Alcuni giudicarono sbagliato che il Saggio Narada ripetesse il Nome del Signore sempre, senza interruzione ma, fino alla fusione con l’Assoluto, il Nome deve essere usato; l’idea della separazione si dissolverà solamente con l’immersione nell’Uno, non prima. Una volta convinti, non tentennate o dubitate, cercate di comprendere e soddisfare voi stessi dopodiché non lasciatevi più sviare. Quando il Sole è sulla vostra testa non c’è ombra; similmente, la fede non deve gettare ombra di dubbio quando è stabile nella testa. (Discorso Divino del 1 Agosto 1956). Comunque siate, voi siete Miei; Io non vi abbandonerò mai. Dovunque siate, voi siete vicini a Me; non potete andare oltre la Mia portata. Baba

26.2.13
Non fate diminuire la vostra fede nel Signore e potrete andare per il mondo senza che vi accada niente di male. Quando si perde la strada e si finisce in una landa selvaggia credendo nel mondo, gli Avatara vengono a consigliare e guidare. Il vostro atteggiamento deve essere simile a quello delle contadine che portano le brocche d’acqua in testa e mantengono l’equilibrio anche quando chiacchierano camminando per una strada tortuosa; esse non dimenticano il carico né lo scopo e la destinazione, sono sempre attente, coscienti delle difficoltà della strada, dei sassi e delle buche. È la concentrazione interiore che vi frutterà dividendi copiosi! (Discorso Divino del 1 Agosto 1956). Voi adorate con fede e sperimentate la Grazia. La fede ottiene la Grazia senza che ve ne accorgiate. Baba

27.2.13
Non lasciatevi coinvolgere dal criticismo degli altri, esso deve servire solamente ad incoraggiarvi. Esaminate i difetti che possono nascondersi in voi allo stato latente e lavorate sinceramente per liberarvene. Non tenere semplicemente dei discorsi dal palco sull’eccellenza della carità, del servizio, della comprensione, dell’eguaglianza, del laicismo, ecc., scendete dal palco e mettete in pratica almeno alcune idee con sincerità. Se un vicino soffre di una malattia grave, non crogiolatevi nell’idea di essere liberi e contenti: voi non siete liberi se anche una sola persona soffre o è schiava. Ricordate che il cibo che date a qualunque essere vivente raggiunge il Divino Supremo Stesso, che il servizio che fate a qualunque essere, dovunque sul globo, colma il Signore di gioia. (Discorso Divino del 25 Febbraio 1964). Voi non potete liberarvi dalla ruota della dualità, cioè di piacere e dolore, gioia e contrizione, ecc., finché vi lasciate condurre dai sensi. Baba

28.2.13
Tutti devono uscire di scena un giorno e quello non deve essere un momento di angoscia, bisogna andarsene con un sorriso e un inchino ma, per farlo, serve molta preparazione. Lasciare tutto ciò che si è ottenuto e accumulato durante una vita intera è un compito molto duro quindi preparatevi sin d’ora scartando, uno dopo l’altro, tutti gli attaccamenti alle cose. Voi vedete molte cose nei sogni e potete anche avere potere e posizione eppure, quando vi svegliate, non piangete per averli perduti anche se erano molto reali e vi davano gioia e soddisfazione vere; voi dite a voi stessi “Era solamente un sogno” e continuate a vivere normalmente. Cosa vi impedisce, durante lo stato di veglia, di trattare con la stessa indifferenza tutto ciò che avete raccolto? Coltivate un atteggiamento simile e, quando il sipario si chiude, lasciate il mondo con un sorriso! (Discorso Divino del 1 Agosto 1956). Il sentiero spirituale è quello del distacco, del controllo dei sensi, dell’educazione rigorosa della mente. Baba