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03 - Marzo 2006

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MARZO 2006

1.3.06
Ciò che deve essere abbandonato è Jagath-bhavam (mondanità). La ragione è che il mondo non è diverso da Dio. "Ishavasyam idam jagath" (Dio pervade l'universo intero) Ignorando questa verità sacra e profonda l'uomo sta diventando preda del dolore a causa dei suoi attaccamenti alle cose del mondo. Il mondo non deve essere considerato dal semplice punto di vista fisico ma ritenuto quale manifestazione Divina. L'uomo può liberarsi dal dolore solamente quando è colmo di pensieri devoti e quindi ciò che bisogna abbandonare è la mondanità; solo allora Atmananda (la Beatitudine dello Spirito) può essere ottenuta. Baba

2.3.06
La ricerca di Dio nel mondo esteriore e futile. Dato che il Divino è onnipresente, è sciocco che l’uomo cerchi Dio in un luogo particolare. Quindi la meta dell’uomo è la realizzazione della sua divinità. Questa realizzazione deve avvenire attraverso il processo Vedantico di esclusione “Neti, neti” (“non questo, non questo”). Bisogna affermare “Io non sono il corpo, io non sono l’intelletto, io non sono la volontà, io non sono l’Antahkarana o strumento interiore. Tutti questi sono semplicemente miei strumenti”. L’uomo deve realizzare “Io sono il Signore di tutti questi”. Quando, tramite questo processo di eliminazione, l’uomo realizza il suo vero Sé, è liberato dal dolore. Baba

3.3.06
Il dono più sacro e prezioso che l'uomo abbia ricevuto da Dio è la Buddhi (Intelletto). Oggi l'intelletto, che dovrebbe essere usato per cercare l'Atma, è usato dall'uomo per cercare Annam (cibo). Se vi danno uno specchio e lo voltate dall'altra parte, come fate a vedere il vostro viso? Usate lo specchio della Buddhi per riconoscere il vostro vero Sé; questo è conosciuto come Sakshatkaram o "diretta visione del proprio Sé". Sfortunatamente l'uomo oggi cerca di conoscere ogni cosa meno la propria natura; egli domanda a tutti "Chi è lei?" ma non si pone il quesito "Chi sono io?" Che diritto ha di indagare sugli altri colui che non conosce se stesso? Tale domanda deriva dall'ignoranza. Senza la consapevolezza del proprio vero Sé l'uomo non può mai ottenere la beatitudine. Baba

4.3.06
Ogni uomo ha in sé un Kalpatharu (l'albero che soddisfa i desideri), ma attorno ad esso c'è una crescita selvaggia di cespugli. Se eliminate i cespugli l'albero diventa visibile. Quell'albero è il Sé all'interno di ognuno, ma è coperto dai desideri sensuali dell'uomo; il Sé viene riconosciuto una volta rimossi questi desideri. Nonostante il Sé sia nell'intimo, nessun tentativo viene fatto per realizzarlo. Come può un uomo, dedito ai raggiungimenti esteriori, realizzare la sua realtà interiore? Per raggiungere lo scopo che si desidera bisogna adottare il metodo giusto e, per questo, il primo requisito è la fede, si deve coltivare una fede incrollabile in Dio. Oggi la fede dell'uomo è incostante e vola via facilmente, come le foglie secche in una folata di vento. L'uomo deve sforzarsi di sperimentare il Divino con fede ferma attraverso la gioia e la sofferenza. Baba

5.2.06
La gente dice "Vedere è credere! Io crederò in Dio soltanto se Lo vedrò", ma le cose che vengono viste, udite, toccate o assaporate sono reali come sembrano? È l'occhio che vede? L'occhio può anche vedere ma, se la mente è altrove, voi non osservate assolutamente niente. Voi vedete le cose soltanto grazie all'illuminazione dell'Atma, voi amate perché l'Atma è Amore, voi conoscete perché l'Atma stesso è conoscenza. Baba

6.3.06
Quando un uomo viene descritto come "Nara" significa che è la vera e propria incarnazione dell'Atma. L'Atma non può andare soggetto ad alcuna corruzione; è l'attaccamento al corpo che causa i cattivi pensieri, cattivi desideri ed azioni. Chi non è capace di tenere a freno i propri sensi cade preda di tali impulsi. Essere schiavi dei sensi è distintivo degli animali; essere guidati dall'Atma è segno di umanità. Nessuno dovrebbe tentar di giustificare i suoi errori come naturali per l'uomo; essi dovrebbero essere ritenuti segni di debolezza mentale. Voi dovreste sforzarvi continuamente di signoreggiare i vostri sensi. Quando avrete acquisito veramente il controllo dei sensi, sperimenterete il potere del Divino in voi. Baba

7.3.06
L'uomo deve controllare i suoi pensieri perché essi costituiscono la base delle azioni. Quando i suoi desideri sono soddisfatti egli è contento, altrimenti si sente deluso. L'uomo non indaga circa le cause di questi risultati divergenti. Quando il suo cuore è puro, le sue azioni producono risultati benefici. I pensieri sono la causa del successo o del fallimento dei suoi sforzi e quindi egli deve utilizzarli in modo appropriato. La sua esperienza del mondo dipende dalla sua visione: "Come sente così diventa". Quando i propri pensieri sono sacri anche i risultati sono buoni. Baba

8.3.06
Essendo esseri umani dovete accertare, con l'uso dell'intelligenza e di Vijnana (Discriminazione), quali azioni siano giuste e quali non lo siano. Se pensate che sia giusto non esitate, fatelo; se però agite sapendo che qualcosa è sbagliato, dovrete inevitabilmente affrontarne le conseguenze. Dio creò il cosmo e lo offrì all'umanità; se gli uomini usano le cose nel modo giusto e ne traggono beneficio, sperimenteranno la felicità ma, se le usano impropriamente, dovranno sopportare i guai che ne deriveranno. Baba

9.3.06
C’è solamente una Consapevolezza Divina. Tutta la varietà di nomi e forme che si percepiscono sono creazioni della mente e sono destinate a scomparire. Se siete uno con il Divino, che bisogno c’è di cercarLo? Solo un folle va in cerca di se stesso. Invece di rivolgersi a tutte le forme di meditazione, è più semplice e facile perseguire la singola idea che voi ed il Divino siete uno; questo processo di identificazione non dovrebbe però essere un esercizio artificiale, dovrebbe venire dal cuore. Nel dichiarare “ Io sono il Divino” dovreste esprimere una esperienza profonda e genuina, dovreste sentire che il Divino non è separato da voi. Se invece ripetete meccanicamente “Io sono Dio, io sono Dio” vi dedicate ad un esercizio inutile. Il Divino dovrebbe essere compreso con una ricerca scrupolosa ed una esperienza interiore profonda. Baba

10.3.06
Non c'è amico più grande di Dio. Egli è oltre la portata della lode e del biasimo, non abbandona l'uomo nonostante molte volte questi non riesca a soddisfare le Sue aspettative. Questa è la ragione per cui a Dio è stato dato l'appellativo di Suhrid (amico vero). Dio non desidera offerte da alcun devoto; Egli è l'unico che beneficia i devoti senza aspettarsi alcun ritorno. Nonostante ciò l'uomo non accetta subito un simile amico. Solo l'uomo che accetta Dio come amico, e si lascia guidare dal Suo consiglio, può comprendere il pieno significato dell'amicizia Divina. Solamente una fede di questa natura costituisce la vera Jnana (saggezza). Baba

11.3.06
Oggi l'uomo è come un cavaliere che monta contemporaneamente due cavalli: aspira al Divino e, nello stesso tempo, brama i piaceri del mondo. Egli scorda che la creazione è contenuta nel Creatore e, dimenticando questa verità, persegue il mondo fenomenico considerandolo diverso dal Divino. Invece di seguire il facile sentiero del canto del Nome di Dio, si perde in varie preoccupazioni e spreca la sua vita preziosa. L'uomo è veramente Dio e lascia che la sua divinità inerente venga sommersa dai desideri mondani. Egli dovrebbe utilizzare i pensieri puri e sacri che nascono in lui per allontanarsi dalle attrazioni passeggere del mondo ed incamminarsi sul sentiero che conduce al Divino.Baba

12.3.06
La mente è un groviglio di pensieri da cui derivano le azioni e da queste i frutti; così i pensieri sono i semi che, in definitiva, producono i frutti nella forma di fortuna o sfortuna. L'uomo è quindi l'architetto del proprio destino. Visto che i pensieri determinano le azioni, è essenziale coltivare buoni pensieri. Persino gli uomini malvagi sono stati trasformati dall'influenza dei buoni e dei devoti. Ratnakara,il temuto ladro, fu esempio di una simile trasformazione: il contatto con i saggi lo convertì nell'immortale autore del Ramayana. Quando la mente è rivolta a Dio, la vita diventa pura; quando i nostri pensieri sono purificati le nostre vite vengono trasformate in vite ideali. Baba

13.3.06
Di tutti i doni che ricevete da Dio, il più grande è Santosham (appagamento). L'opposto di Santosham è l'afflizione che è il frutto del desiderio che fa sorgere la speranza e quasi sempre si risolve in delusione o disperazione. Un desiderio ne genera un altro e prolifera in altri cento anche quando è soddisfatto; questo non ha misura né fine e quindi Santosham è la benezione suprema di Dio che, nel Suo Amore infinito, pone un termine alla sete inestinguibile. Nessuna ricchezza o successo mondano può eguagliarlo in efficacia; Santosham è la sublimazione del desiderio nel pieno appagamento e nella sacra sazietà. Baba

14.3.06
La prima cosa che le persone devono oggi riconoscere e comprendere sono i valori umani. Qualunque posizione, qualunque sapere o stato uno possa raggiungere, il requisito primario è la comprensione di che cosa significhi essere un umano. Questa qualità di "essere un umano" può essere sviluppata solamente per mezzo della spiritualità. Se prendete un seme e lo piantate in un barattolo marcirà ma, se lo stesso seme lo piantate nella terra, diventerà un albero. La qualità di "essere un umano" non si svilupperà in un'atmosfera di interesse nelle cose del mondo; essa crescerà soltanto in una atmosfera spirituale, etica ed onesta. Baba

15.3.06
L'educazione priva di saggezza, la saggezza priva di discriminazione, l'azione senza prudenza, l'erudizione che manca di ragione, il potere non giustificato dalle credenziali, le affermazioni non basate sulla Verità, la musica che manca di melodia, l'adorazione non sostenuta dalla devozione, una persona priva di buonsenso e carattere ed uno studente non dotato di umiltà non servono ad alcuno scopo utile. In aggiunta alla conoscenza tratta dai testi sacri, bisogna procurarsi la saggezza che deriva dall'esperienza. La conoscenza priva di esperienza personale è vana. Baba

16.3.06
La conoscenza relativa agli stati di veglia e di sonno non è permanente, viene e va. La conoscenza che viene perduta non è vera conoscenza. Jnana (conoscenza delle Realtà Suprema), una volta acquisita, non si perde più; l’ignoranza, una volta che ha lasciato l’uomo, non ritorna. Comunque, ciò che non viene e non va è l’Atma Tattva (Principio Atmico). Questo Principio Divino è dovunque, non c’è luogo in cui il Divino non sia presente; dove quindi dovrebbe andare o venire? Abbandonatevi al Divino onnipresente. Baba

17.3.06
Il tempo corre veloce come un turbine. La durata della vita di ognuno si riduce ad ogni momento come un blocco di ghiaccio che si scioglie; è quindi dovere di ogni uomo realizzare lo scopo della vita ed utilizzare il tempo per assolvere i propri doveri santificando così l'esistenza. La gente parla dei legami dell'uomo; che cos'è che lo lega? Egli può liberarsi soltanto quando sa che cosa sia che lo lega. La causa più grande di legame è la mancanza di conoscenza di se stessi. Un'individuo che non è consapevole del suo vero sé non può sfuggire al dolore e, finché c'è dolore, la beatitudine non può essere sperimentata. Baba

18.3.06
Colui che è impegnato nella contemplazione dell’Atma dentro di sé, gode costantemente della beatitudine Atmica per questo  e santifica ogni momento della sua vita compiendo buone azioni, è chiamato Brahma-Nishta. Egli comprende che lo stesso Atma è presente in tutti gli esseri come Antaratma (Sé interiore) ed abbandona tutti i pensieri egoistici. Egli è un Brahma Jnani, un’anima realizzata, che è consapevole del fatto che "rispettare profondamente gli altri è rispettare profondamente Dio e ferire gli altri è ferire Dio" è verità. Tali persone irradiano divinità nonostante siano in un corpo umano.  Baba

19.3.06
“Spiritualità” non significa preoccuparsi con la meditazione, l’adorazione, ecc.; essa richiede l’estinzione totale delle qualità animali e demoniache nell’uomo e la manifestazione della sua divinità naturale. Quando gli attaccamenti e gli odi in cui l’uomo è avvolto sono rimossi, la divinità naturale dell’uomo, il Sath-Chith-Ananda in lui, si manifesterà. Non c’è bisogno di andare in alcun luogo specifico a cercare il Divino onnipresente: visto che voi stessi siete divini, perché cercare il Divino altrove? Questo è un segno di grossa ignoranza. Baba

20.3.06
La moralità è il requisito primario della società umana; riconoscete questa verità. Voi dovete adempiere i vostri doveri ed assolvere i vostri obblighi, dovete essere uniti e prendere parte al servizio sociale. L’unità è forza e promuove il benessere di tutti. Come si può servire la società se non ci si impegna per l’unità ed il progresso? Che cosa si può realizzare se l’unità è perduta? Supponete che ci siano tre persone in una casa; in essa può esserci pace solo se tutte e tre vivono in armonia. In modo simile, nel corpo di ogni individuo ci sono le tre entità: Manas (la mente), Vak (la lingua) e Kayam (gli organi di azione). Solamente quando queste tre entità funzionano in armonia l’individuo può avere pace. Come si può ottenere la pace quando tra loro c’è discordia? Baba

21.3.06
Oggi il bisogno primario è l'instaurazione dell'unità. Indipendentemente dalle differenze fisiche ed ideologiche, il principio dell'Atma è comune a tutti. Deve essere riconosciuto che gli individui sono connessi integralmente con la società come i differenti organi in un corpo. La stessa umanità è un arto di Prakriti (la Natura) e questa è un arto di Dio; dov'è lo spazio per l'odio se si comprende questa relazione integrale? Nessuno dovrebbe considerarsi insignificante o privo di importanza. Ognuno, grande o piccolo, è una parte vitale del tutto ed è essenziale per il suo buon funzionamento come tutte le parti di un razzo: anche una piccola parte, se difettosa, può farlo esplodere. Similmente, ogni essere ha un ruolo importante da svolgere per garantire il funzionamento armonioso di questo vasto Universo. Baba

22.3.06
La moralità e l'onestà nella società sono basate sulla consapevolezza spirituale. Solamente la spiritualità può condurre l'uomo sul sacro cammino che lo porta verso il suo destino e solamente la spiritualità può elevarlo ai più alti livelli della consapevolezza. Essa è lo strumento atto ad ottenere il vero progresso e prosperità nazionale. La pace mondiale può venir assicurata solo tramite la spiritualità che è il mezzo per la redenzione dell'umanità. Ignorando la spiritualità l'uomo conduce una vita artificiale basata sui piaceri del mondo. Baba

23.3.06
Il processo di Samskara (raffinamento) è valido per ogni oggetto dell’universo. Il riso che è cresciuto ed è stato raccolto non può essere consumato così com’è: bisogna liberarlo dalla lolla e cuocerlo perché diventi commestibile. In questo processo di trasformazione in riso commestibile, il valore di quello grezzo viene notevolmente aumentato; quindi il processo di trasformazione rende un oggetto più utile e pregevole. Se questo accade con gli oggetti ordinari, quanto più è necessario per l’uomo, che è più importante di tutti gli oggetti, ottenere questa trasformazione? Per questo gli antichi saggi concepirono un sistema di Samskara inteso non solo a sviluppare ulteriormente le qualità umane, ma anche ad eliminare tutte le tracce di natura animale nell’uomo. Questo è un processo di sviluppo spirituale con cui le cattive tendenze vengono eliminate e le buone tendenze instillate. Baba

24.3.06
Per compiere qualunque cosa nel mondo sono essenziali tre cose: 1-Padronanza dei sensi 2-Controllo sulla mente 3-Mantenimento della perfetta salute del corpo. Solo quando tutti e tre questi requisiti sono presenti l’uomo può ottenere i suoi scopi. Se oggi egli fallisce il raggiungimento di anche piccoli obiettivi è perché manca di tutti questi; per acquisirli deve praticare il Dharma (rettitudine) come prescritto dai saggi. I Veda dichiarano: “Yatho abhyudaya nisshreyas siddhih saa Dharmah” (ciò che porta al proprio benessere ora e sempre è il Dharma). Questo richiede unità in pensieri, parole ed azioni; questa è la vera rettitudine. Quando non c’è accordo tra ciò che uno pensa, dice e fa, la vita è priva di significato. È attraverso l’armonia tra pensiero, parola ed azione che il vero valore dell’uomo si manifesta. Baba

25.3.06
Oggi le persone istruite pensano soltanto al benessere loro e delle loro famiglie e non hanno alcun interesse nella prosperità del mondo. L'educazione dovrebbe far sì che l'essere umano tragga piacere dal promuovere il benessere di tutti. Man mano che uno cresce matura una relazione con i parenti, con gli amici, gli insegnanti e molti altri ed è attraverso queste numerose relazioni che le proprie qualità umane si sviluppano; senza di esse l'individuo rimarrebbe al livello animale. La natura umana del singolo viene evoluta dalla società e dai contatti con i parenti, con gli amici e con altri; voi dovete dimostrare la vostra gratitudine a tutti loro adoperandovi per il loro benessere. Baba

26.3.06
Gli studenti di oggi perseguono l’educazione non per il bene della conoscenza ma quale mezzo per guadagnare denaro o esercitare il potere. Questa non è vera educazione; ciò che costituisce l'educazione autentica è la scoperta della propria essenza spirituale. Il mondo ha un bisogno angoscioso di disciplina spirituale; tutte le cattive azioni a cui assistiamo nel mondo di oggi sono conseguenza di un sistema educativo deviato. Le cosiddette persone educate non hanno controllo sui loro sensi; l’autocontrollo è il solo mezzo per raggiungere la vera beatitudine. L'esigenza primaria è lo sviluppo dell’autocontrollo negli studenti; essi devono essere capaci di rimanere saldi nelle loro menti e di non vacillare nelle loro concezioni, in nessuna circostanza. Questo può essere ottenuto solamente attraverso la disciplina spirituale. Baba

27.3.06
Quando i propri pensieri sono sacri e puri, i mormorii che emanano dalla mente colmano di vibrazioni pure i sensi e le membra, dalla testa ai piedi. Entrando nell'occhio, il pensiero puro purifica la visione; lo stesso pensiero, entrando nell'orecchio, lo incoraggia all'ascolto di suoni sacri. Entrando nella bocca, questo pensiero puro porta purezza nella parola e, permeando le mani, il pensiero sacro le induce ad impegnarsi in azioni sante. I mormorii sacri della mente che entrano nei piedi li inducono ad andare in pellegrinaggio. Se i pensieri sono impuri inducono i sensi ad abbandonarsi ad atti malvagi. Quindi le persone non dovrebbero dare spazio ai pensieri malvagi, alle cattive amicizie o alle relazioni inopportune. Baba

28.3.06
L'uomo dovrebbe allontanarsi dalla via del mondo come un pesce che nuota controcorrente in un fiume; questo è il modo per realizzare il Divino. Se vi lasciate trascinar via dalla corrente secolare potete trovare solamente una fine spiacevole; nonostante ciò che il mondo può pensare,non separatevi mai dal sentiero spirituale. Quando la gente chiede la liberazione dovrebbe capire che "liberazione" significa unità col Divino. Divenite consapevoli della vostra divinità ed i pensieri del mondo non entreranno nella vostra mente. Per realizzare questa unità con Dio bisogna cantare incessantemente il Suo Nome. Dovete pregare per la visione di Dio nel vostro cuore. Per i pensieri ed i sentimenti malvagi non deve esserci spazio. Baba

29.3.06
Noi dovremmo disconoscere tutte le differenze basate sulla propria nascita e posizione nella vita e cantare il Nome di Dio con amore e devozione intensi. Dapprima il Nome deve sciogliere il cuore del devoto e solo allora può sciogliere il cuore di Dio ed attrarre la Sua grazia su di lui. Dio non si interessa a quanto a lungo ed in quali modi avete praticato la sadhana (pratica spirituale). Ciò che Egli vuole è il vostro amore sincero, intenso e profondo per Lui. Baba

30.3.06
Se intendete cominciare una nuova vita non avete bisogno di aspettare l'arrivo dell'anno nuovo; trattate ogni secondo come nuovo, santificate ogni momento della vostra vita. Questo va fatto realizzando l'unità di Sat (Esistenza) e Cit (la Consapevolezza individuale). Quando si ottiene questa unione, si sperimenta Ananda (Beatitudine Spirituale). Questo è il compito primario che ognuno ha davanti. Ogni secondo dovrebbe essere considerato Divino. Questo Capodanno può andare e venire, come accade ogni anno, ma Dio non va e non viene mai. Baba

31.3.06
Non si deve mai dubitare della propria capacità di affrontare un compito particolare; se uno ha fede in se stesso può portare a termine qualunque cosa. Il Vedanta (filosofia Vedica) dichiara che una persona che dubita di se stessa non può mai realizzare l'Atma. Il fatto di dire a se stessi di non avere una certa capacità o abilità influenza negativamente sul piano psicologico. Acquisite il coraggio di applicarvi a fare qualsiasi cosa e sarete effettivamente capaci di farlo. Il vero devoto è uno che si sforza di maturare la fiducia nel Sé. Qualunque cosa uno intraprenda dovrebbe farlo con sentimento sacro e divino. Baba