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05 - maggio 2011

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MAGGIO 2011

1.5.11
Saturate ogni respiro con l’amore. L’amore non conosce paura. La paura trascina l’uomo nella falsità, nell’ingiustizia e nella malvagità. L’amore non desidera lodi; soltanto coloro che non hanno amore in sé smaniano per riconoscimenti e reputazione. L’amore è ricompensa a se stesso. Quando desiderate porre delle offerte davanti a Dio, fate che sia amore invece di meri oggetti materiali. L’amore non è mercanzia, non contrattate sul suo costo, lasciate che fluisca libero dal cuore come una corrente di Verità, un fiume di saggezza. Non fatelo uscire dalla testa né dalla lingua, fatelo emergere pieno e libero dal cuore. Baba

2.5.11
Come il cibo per un uomo affamato e come gli acquazzoni per un campo riarso, la Scienza Vedica della scoperta spirituale di sé è il soccorso che dà la vita a una società che scivola verso la distruzione avendo perduto l’appiglio alla verità, alla moralità, alla pace e all’amore. Voi siete gli strumenti della diffusione della Verità Vedica negli angoli più lontani di questa terra vasta, voi siete i prescelti! Voi dovete mostrare, con la regola e l’esempio, che il sentiero della auto-realizzazione è la via della gioia perfetta. Su di voi grava una responsabilità grande: quella di dimostrare, con la calma, la compostezza, l’umiltà, la purezza, la virtù, il coraggio e la convinzione in ogni circostanza, che la pratica spirituale (Sadhana) che seguite vi ha resi migliori, più contenti e più utili. Praticate e dimostrate, non affermate a parole negando poi con i fatti. Baba

3.5.11
Non si dovrebbe lesinare l’amore sulla base della casta, del credo, della condizione economica o delle conquiste intellettuali del ricevente; esso dovrebbe scorrere pieno e libero, incurante delle conseguenze perché la sua natura intrinseca è cercare le lande desolate che può bagnare e rendere fertili. Baba

4.5.10
L’Atma è come la stanza di controllo: una volta che ottenete l’accesso alla “stanza dei bottoni”, tutti i sensi e la mente sono sotto la vostra direzione. Quando l’interruttore principale della casa è in posizione “inserito”, le lampade sono accese in tutte le stanze; l’Atma è come quell’interruttore e i sensi sono come quelle lampade nelle stanze differenti. Le stanze le avete fatte voi, separate l’una dall’altra da un muro; quando i muri sono abbattuti, rimane soltanto un salone grande. L’attaccamento al corpo è come il muro che vi separa l’uno dall’altro e vi ostacola nella realizzazione del Sé. Abbattuto questo muro, raggiungerete il Sé infinito e immortale. Baba

5.5.11
Coltivate un’atmosfera di amore e collaborazione e potrete assicurarvi la gioia per sempre. Cercate i modi di lavorare insieme per il bene comune. I sensi di “io” e “mio” (Ahamkaram and Mamakaram) fanno cessare l’amore e la collaborazione; riduceteli al minimo e cominciate a servire i bisognosi e i derelitti. Il servizio si costruisce meglio sul fondamento stabile di “Quello tu sei (Tat Tvam Asi)”. Non c’è un altro, c’è soltanto l’Uno. Molti aquiloni volano alti ma la stessa aria li sostiene tutti; anche se i vasi d’acqua in cui si riflette possono essere molti, il Sole è Uno e rimane indisturbato perfino quando essi si rompono o l’acqua evapora. Comprendete perciò che tutto l’aiuto che date è per voi stessi, tutto il servizio vien fatto soltanto al Sé. Baba

6.5.11
Venerate la madre e la madrepatria; questo è il precetto che le nostre scritture hanno diffuso da ere. Il Veda dice “Venera la madre come Dio (Mathru devo bhava)” e questo si applica anche al paese natale, la madrepatria. Venerate la vostra patria e seguitene la cultura, venerate vostra madre che vi ha allevato con amore, attenzione e sacrificio. Per quanto famoso uno possa essere, se non onora la madre non è degno di rispetto; una persona il cui cuore è così duro da non sciogliersi ai preghi della madre, non merita altro che il ridicolo. Baba

7.5.11
Il Dharma è universale. C’è una verifica che si può applicare ad ogni azione per determinare se sia in accordo col Dharma: questa azione offende o ferisce qualcuno? Questo deriva dal riconoscere che la scintilla Divina è la stessa in ogni forma e che, se offendete qualcuno, state offendendo la stessa Divinità che c’è in voi stessi. Il Dharma vi porta a capire che tutto ciò che è male per un altro è male anche per voi. La verifica dell’azione dharmica si comincia con chiarezza totale dicendosi: “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”. Baba

8.5.11
La Divinità si manifestò inizialmente come i cinque elementi: il cielo, il vento, il fuoco, l’acqua e la terra. Tutta la Creazione non è altro che una combinazione di due o più di essi in proporzioni variabili. Le loro caratteristiche naturali si percepiscono, come suono, tatto, forma, gusto e odore, tramite l’orecchio, la pelle, l’occhio, la lingua e il naso. Ora, visto che questi organi sono saturi di Divinità, dobbiamo usarli con riverenza, umiltà e gratitudine. Fatene un uso intelligente per promuovere il benessere vostro e quello degli altri, un uso moderato nel servizio amorevole alla comunità. Baba

9.5.11
Il riconoscimento della propria Divinità innata e la conduzione della vita giornaliera in accordo con quella Verità sono le stelle guida di coloro che sono presi nelle correnti e controcorrenti del litigio e della lotta. Senza la Consapevolezza spirituale (Atma Jnana), la vita diventa una farsa insignificante, una beffa; è l’acquisizione di quella Consapevolezza che rende la vita importante, dolce e fruttuosa. Baba

10.5.11
E’ l’amore puro che concede la liberazione; voi dovreste sforzarvi di acquisire questo amore olistico. Per raggiungere la liberazione, la gente intraprende ogni sorta di pratica spirituale ma la corrente nascosta di tutti gli sforzi spirituali è l’amore. La devozione è una pratica spirituale basata su di esso, non si tratta semplicemente di cantare i Bhajan o fare dei riti sacri; la devozione vera è un flusso diretto di amore incondizionato e privo di ego dal vostro cuore a Dio. Nelle pratiche spirituali che le persone intraprendono, c’è una certa quantità di egoismo. Offrite a Dio il vostro amore mondo della più piccola traccia di egoismo o desiderio; l’annichilazione del desiderio è in verità la liberazione. Baba

11.5.11
Intrattenete sempre pensieri nobili. Quando l’aria riempie un pallone ne prende la forma; così la mente prende la forma degli oggetti a cui si attacca: se viene fissata su cose insignificanti, diventa insignificante, se la si orienta verso cose elevate, diventa tale. La macchina fotografica registra l’immagine di qualunque cosa su cui sia puntata quindi state attenti prima di scattare. Discriminate prima di generare dell’attaccamento; se acquisite dell’attaccamento verso la famiglia, la ricchezza, le proprietà, ecc., vi addolorerete quando le perderete ma, se vi attaccate a Dio, crescerete in amore e splendore. Baba

12.5.11
L’educazione senza saggezza, la saggezza priva di discriminazione, l’azione senza discrezione, l’erudizione che manca di perspicacia, il potere non giustificato dalle credenziali, le affermazioni non basate sulla verità, la musica priva di melodia, l’adorazione non sostenuta dalla devozione, una persona che non ha senso comune e carattere e uno studente mancante di umiltà non servono ad alcun scopo utile. In aggiunta alla conoscenza appresa dai testi sacri, bisogna ottenere la saggezza tramite l’esperienza; la conoscenza priva di esperienza personale è futile. Baba

13.5.11
Nell’universo, la Natura (Prakriti) è la base di tutto, è la base della Creazione e dell’esistenza; gli uomini, le donne, gli animali e le piante sono tutti inseparabili dalla Natura. In questa Creazione senza fine, l’elemento attivo è Dio, il Purusha. Questa verità deve essere sperimentata in modo che non scivoli via dalla coscienza e la disciplina utile per questo è: ripetizione del Nome Divino e meditazione. Questa Prakriti è come il mare; quando esso diventa mosso, le navi diventano come gusci vuoti. Non si può attraversare questo mare tramite il solo sforzo personale, la Grazia di Dio è indispensabile, quindi pregate per avere il battello della Grazia Divina; quando lo avete ottenuto, potete raggiungere la riva in un lampo. Baba

14.5.11
Il Divino è il solo amico e parente delle anime avanzate spiritualmente (Yogi), non ne conoscono altri. Esse non albergano alcun altro bisogno, attaccamento o desiderio; Dio è il loro tutto, non sono coinvolte dal dolore o dalla gioia, dal fallimento o dal successo e sperimentano una corrente di beatitudine ininterrotta e indisturbata. A coloro che sono ben stabiliti in questa condizione, il mondo e i suoi alti e bassi appaiono insignificanti e illusori; essi respingono le spinte dei sensi e affrontano il fascino del mondo senza alcuna agitazione mentale, stanno anche attenti alle tentazioni presentate loro dai sensi e, mettendole da parte, si avvicinano al Divino cercando lì la forza e il conforto. Le loro azioni, i pensieri e le parole rivelano la visione che hanno sperimentato: è la visione del Paramatma, la Visione Superiore, in cui i cinque elementi sono presenti come il Divino Stesso e tutti gli esseri, uomini, animali, uccelli e vermi, sono emanazioni di Dio e quindi completamente Divini. Baba

15.5.11
Ogni cosa in questo mondo è effimera, transitoria, è qui oggi ma può non esserci domani per cui, se volete davvero anelare a qualcosa con tutto il cuore, cercate il Signore: Egli non tramonta. In questa vita transitoria, anche la gioia e il dolore sono inevitabilmente transitori. Lo stesso Signore dà e toglie quando e come vuole; ogni cosa è Sua ed è quindi sciocco recriminare quando Egli riprende ciò che Gli appartiene! Di conseguenza, la persona saggia non si strugge per nessuno né prova troppo attaccamento per alcunché. Fate che tutto il penare e tutto l’attaccamento siano per il Signore; soltanto Lui è eterno e fonte di tutta la gioia. Amate una persona come una persona, non oltre; se l’amate di più, significa che siete stati ingannati circa la sua natura reale. E‘solamente per un po’ che potete comportarvi come se la casa, che avete preso in affitto, fosse vostra! Appena scade il termine del contratto, essa passa a qualcun altro. Baba

16.5.11
Il Karma (azione) è in realtà la pratica del Dharma (condotta onesta). Le Upanishad ci suggeriscono cosa deve essere fatto e ciò che si deve evitare durante il viaggio spirituale. Il Dharma protegge chi protegge il Dharma (Dharmo Rakshati Rakshitah) dicono le scritture; se le persone si impegnano nel sostenere le sorgenti del Dharma, quella stessa azione lodevole aiuterà coloro che la fanno. Le scritture ci prescrivono di onorare la madre, il padre, il maestro e l’ospite come Dio e ci consigliano di non trascurare mai la Verità e la Rettitudine. Ci sono quindi istruzioni positive e negative; seguite questi consigli, non altri. “Accettate qualunque cosa vi faccia progredire in bontà ed evitate gli altri consigli”; così recitano le scritture. Baba

17.5.11
Il Signore Buddha poneva in evidenza totale la purezza in ogni aspetto della vita: purezza nel vedere, purezza nel pensare, purezza nel parlare e purezza nell’agire. Egli considerava lo spirito di sacrificio come la vera offerta sacra (Yajna). Il sacrificio è il mezzo che può condurre al Nirvana, alla liberazione dal legame all’esistenza nel mondo. Buddha si oppose decisamente a che qualcuno fosse obbligato a condurre una vita legata alle cose del mondo contro la sua volontà. La preghiera buddista va compresa correttamente: quando un Buddista dice “Buddham sharanam gachchaami, Dharmam sharanam gachchaami, Sangham sharanam gachchaami”, il significato reale della preghiera è “Bisogna dirigere l’intelletto (Buddhi) verso la rettitudine (Dharma)” e la rettitudine deve avere lo scopo del servizio alla società. Se si fa questo, la società si purifica. Baba

18.5.11
I testi sacri descrivono i codici di condotta adatti agli individui nelle fasi diverse della vita e nelle varie posizioni che si possono occupare nella società. Essi sono adorati dai seguaci di tutte le religioni. Le linee guida individuali e i codici sociali dati dai profeti e veggenti dovrebbero essere considerati preziosi e vincolanti da parte di tutti; noi dobbiamo continuare a rispettarli come regolamenti stabiliti per il benessere della società e il progresso dell’umanità perché essi furono elaborati dalle Grandi Anime, dai Saggi insigni e da coloro che volevano il bene della gente. Baba

19.5.11
Tutti gli esseri viventi sono attori su questo palcoscenico ed escono di scena quando il sipario scende o la loro parte è finita. Su questo palco, uno può recitare la parte di un ladro, a un altro può essere assegnata quella di un re, un terzo può fare il pagliaccio e un altro il mendicante; per tutti i personaggi della commedia c’è Uno soltanto che da i suggerimenti! Il suggeritore non viene sulla scena di fronte a tutti; se lo facesse, la commedia perderebbe interesse per cui, rimanendo dietro il fondale, Egli suggerisce a tutti gli attori indipendentemente dal loro ruolo, si tratti di un dialogo, di un discorso o di un canto, nel momento in cui ognuno ha il massimo bisogno di aiuto. Nello stesso modo, il Signore rimane dietro un velo sulla scena della Creazione fornendo la battuta a tutti gli interpreti per le loro parti diverse. Baba

20.5.11
Alcuni nascono sani altri no, alcuni godono di vite prospere e spensierate mentre altri tribolano in povertà completa. Si può certamente argomentare che ci siano segni sufficienti della parzialità della Creazione o del Creatore e questa deduzione può persino apparire giustificata dal punto di vista dell’uomo ordinario. La corrente pura della cultura spirituale dichiara che questo non è affatto vero; Dio non è la causa della sofferenza né della gioia, della fortuna o del suo contrario! Allora chi porta il male e il bene? La risposta è: “Noi stessi!”. La pioggia cade ugualmente sul terreno arato e su quello che non lo è; soltanto la terra lavorata ne trae beneficio ma le nuvole non sono responsabili: la colpa è del fannullone ignorante che lascia il suo campo incolto. La Grazia di Dio è sempre disponibile, non va soggetta a “più” o “meno”, ad alti e bassi; noi ne attingiamo, più o meno, e la usiamo per il nostro bene o la lasciamo passare. Baba

21.5.11
Ogni attore deve essere consapevole della presenza di Dio dietro il velo dell’illusione (Maya), deve essere ansioso di cogliere il più flebile suggerimento che Egli possa dare tenendo la coda dell’occhio sempre su di Lui e avendo l’orecchio teso a cogliere la Sua voce. Se, invece di far questo, la persona dimentica il progetto e la storia, cioè il lavoro per cui uno è venuto e i doveri che gli competono, trascura di osservare la presenza dietro la tela e semplicemente sta lì apatica sulla scena, l’uditorio riderà della sua sciocchezza e l’accuserà di rovinare lo spettacolo. Per queste ragioni, ogni attore, che deve recitare il ruolo di una persona sulla scena del mondo, deve per prima cosa imparar bene il copione e poi, ricordando il Signore dietro la tela, attendere i Suoi ordini. L’attenzione deve essere data al copione imparato per il ruolo e alle istruzioni del regista. Soltanto la meditazione dà questa concentrazione e questa consapevolezza. Baba

22.5.11
Nel corpo della mucca c’è il latte che contiene, latente, il burro chiarificato (ghi) ma essa non può trarne alcuna energia. Il latte va estratto dall’animale, bollito e aggiunto di una piccola quantità di curd (latte inacidito) per farlo cagliare. Quando è cagliato, lo si zangola e il burro viene separato e rotolato per poi scioglierlo e chiarificarlo; così si ottiene il ghi che, fatto mangiare alla mucca, la renderà più forte. Similmente, Dio è onnipresente eppure non disponibile per gli individui a meno che essi non intraprendano degli esercizi spirituali (sadhana). Baba

23.5.11
Il Signore e il Suo Nome sono una cosa sola ma la dolcezza del Nome si trova di rado nella Forma. Quando si ricorda il nome del fiore “rosa”, il suo profumo, i petali teneri e il colore intenso balzano fuori dalla memoria; le sue spine e la difficoltà che abbiamo trovato nel raccoglierla sono dimenticate. Se invece si considera la sua origine e la sua storia e si osserva la pianta, le foglie e i rami, è facile che il fiore, la parte più importante, più bella e più attraente, venga dimenticata e si discuta solamente del resto della pianta. Desiderate ardentemente il nome del Signore piuttosto che la Forma. Baba

24.5.11
Nel seme del sesamo c’è l’olio, nel latte c’è il burro, nella terra c’è l’acqua, latente nel legno c’è il fuoco; similmente, nel corpo e nella mente umani c’è il Dio Onnipresente. Se uno vuol separarLo e identificarLo, deve fare degli sforzi e degli esercizi spirituali (Sadhana); come conseguenza di questi, raggiungerà quel Dio in se stesso: tra i due non c’è alcuna differenza. Baba

25.5.11
Le risorse economiche sono necessarie per acquisire qualunque oggetto nel mondo. Con esse si comprano le cose da cui consegue che le ricchezze sono superiori agli articoli che si ottengono per mezzo loro, d’accordo? Con le ricchezze, uno può ottenere qualunque cosa quando vuole; in modo uguale, la Forma Divina va ottenuta per mezzo delle ricchezze del Nome Divino. Se le ricchezze del Nome vengono accumulate di continuo, il Signore può essere raggiunto facilmente e senza difficoltà per via della meditazione. Baba

26.5.11
Una caratteristica particolare della ripetizione del Nome Divino (Namasmarana) è questa: è possibile acquisire vari poteri occulti (Siddhi) tramite la pratica spirituale (Yoga) e le austerità (Tapas) e ci sono molte probabilità che il Signore venga dimenticato quando questi poteri si manifestano; accecata dall’orgoglio, la persona può persino perdere la vittoria fondamentale ottenuta con le sue pratiche spirituali. Questo non accade con il ricordo del Nome, con la ripetizione del Nome e la meditazione; nessun pericolo simile contraddistingue questi percorsi i quali fanno crescere sempre di più l’amore nella gente. Tramite l’amore, si ottiene la pace e, una volta raggiunta la pace della mente, si acquisiscono automaticamente tutte le altre condizioni. Baba

27.5.11
I pesci allevano i loro piccoli appena nati in un luogo poco profondo e sicuro; dopo li lasciano andare nel grande mare aperto con i suoi abitanti pericolosi. Solamente allora i giovani possono sopravvivere coraggiosamente e crescere senza paura; se venissero allevati in alto mare sin dall’inizio, verrebbero sicuramente mangiati! Nello stesso modo, le pratiche della contemplazione del Nome, della ripetizione del Nome e della meditazione vanno seguite con grande attenzione attenendosi, nelle fasi iniziali, ad una consuetudine determinata finché si diventa esperti che meditano sul Nome di continuo e Lo ripetono con concentrazione. La ripetizione del Nome del Signore è la pratica spirituale più sicura, efficace e facile. Baba

28.5.11
Senza devozione al Signore non è possibile liberarsi dal ciclo della nascita e della morte né purificare l’intelletto e le emozioni. Coloro che hanno la spinta della devozione estatica verso la Presenza del Signore dentro di loro non necessitano di alcuna scrittura su cui riflettere; la contemplazione della bellezza, della grazia e della potenza del Signore li gratifica con la gioia suprema che cercano. Nello stato estatico, essi abbandonano tutta la consapevolezza di sé e anelano a divenire gli amati da Dio e rimanere in Unione beata con Lui, ballano e cantano a voce piena mentre si fondono con Lui con gioia vera e beatitudine. L’anelito struggente del devoto a raggiungere il suo Signore amato è il segno sicuro della devozione. Baba

29.5.11
Il tempo è la manifestazione del potere di Dio per cui non ha fine o inizio che possano essere misurati. Anche il Karma è una manifestazione importante. Isvara, o Dio, non è una forza capricciosa, incurante dei confini e dei limiti; Egli crea le circostanze che conseguono precisamente le attività in cui gli uomini si sono impegnati nelle vite precedenti. La Creazione, il Tempo e il Karma sono tutti e tre strumenti che Egli usa; essi sono legati a Lui. Isvara, sebbene normalmente non percettibile ai sensi, diventa così percettibile al devoto, che ha un attaccamento profondo nei Suoi confronti, da fargli anelare a fondersi in Lui. Tali devoti possono percepire Dio con la stessa chiarezza con cui percepiscono gli oggetti esterni. Baba

30.5.11
Ogni bambino arriva nel mondo con il carico delle conseguenze non portate a conclusione nelle vite precedenti. Non si cade dal grembo della Natura come una striscia di fulmine dalle nuvole, si nasce in questo mondo al fine di sperimentare i ritorni buoni o cattivi delle azioni compiute nelle vite passate. Questa è la spiegazione delle differenze che sono evidenti tra gli uomini, questo è il principio del Karma. Baba

31.5.11
State attenti a non discutere dei vantaggi e degli inconvenienti delle vostre pratiche spirituali con chiunque incontriate; se le persone con cui vi intrattenete seguono un’altra strada, sminuiranno la vostra pratica della ripetizione del Nome e della meditazione e le tratteranno con poco rispetto, guarderanno i vostri esercizi spirituali dall’alto in basso come se fossero del tutto elementari e come se voi foste appena un principiante a scuola. Il risultato sarà quello di farvi dubitare dell’efficacia del percorso che avete scelto! Voi troverete insicurezza in ciò che prima vi dava gioia e disgusto dove trovavate amore; riflettete quindi in voi stessi o avvicinate coloro che hanno gustato il nettare del Nome. Non discutete di queste cose con chiunque vi capiti, il tempo speso in queste dispute sarebbe usato meglio nel coltivare la gioia per mezzo della contemplazione ripetuta del Nome e la meditazione sulla Forma del Signore. Baba