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20030713 - 13 Luglio

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Discorso Divino
Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba
13 Luglio 2003

Dietro il nome e la forma

 

Domenica 13 luglio, si è celebrata la festività del ‘ Guru Pûrnimâ ', una delle feste indiane più importanti.
In questo giorno di buon auspicio, nel quale viene ricordato e adorato il Guru , a Prashânti Nilayam si sono riuniti devoti provenienti da ogni parte del mondo per offrire il proprio tributo di obbedienza al grande Maestro.
Swami è entrato nel Sai Kulwant Hall alle 7 circa, accolto dalle note melodiche del Pañchavadyam  ( forma tradizionale di musica che viene suonata nei templi del Kerala – N.d.T. ) suonato dagli studenti dell'Istituto di Istruzione Superiore Shrî Sathya Sai. Baba ha camminato con grazia fino al portico e si è seduto. Ne è seguito un caloroso e fragoroso applauso che ha pienamente evidenziato la gioia dei presenti.
Il programma ha avuto inizio con una cerimonia celebrativa dei 40 anni di servizio al Signore di shrî Indulal Shah e di sua moglie Sarla Shah. Poi, il dottor Michael Goldstein, presidente delle Organizzazioni Sevâ d'Oltremare, ha invitato shrî Indulal Shah, presidente del Consiglio Mondiale delle Organizzazioni Shrî Sathya Sai, e sua moglie Sarla Shah a prender posto sul palco, a fianco di Swami. Baba ha benedetto i cinque oratori, che dovevano intervenire prima di Lui, davanti al gran numero di convenuti.
Tutti e cinque hanno parlato del lavoro e della vita di shrî Indulal Shah e di sua moglie, della loro devozione verso Baba, del loro impegno sincero nella missione di Swami e nell'Organizzazione Sai internazionale. Gli oratori erano lo stesso dottor Goldstein, il dottor Venkataraman (ex vicerettore dell'Istituto di Istruzione Superiore Shrî Sathya Sai), il signor Robert Bossani (Presidente delle librerie Shrî Sathya Sai Baba negli Stati Uniti, nonché responsabile dell'Organizzazione Sathya Sai americana) e shrî Chakravarty (segretario del Trust Shrî Sathya Sai).
Tutti hanno lodato il contributo e la guida lungimirante di shrî Shah, al timone, negli ultimi 40 anni, delle Organizzazioni Sathya Sai.
Baba ha presentato un libro sulla vita dei coniugi Shah dedicata all'Organizzazione e ha fatto loro dono delle prime copie. Ha inoltre donato a shrî Indulal Shah un piatto d'argento, in segno di apprezzamento per il servizio; ha poi pronunciato il Suo Discorso.
La gente era eccitata per il fatto di poterLo ascoltare nuovamente a Prashânti Nilayam dopo quattro mesi di assenza. Molti erano gli occhi umidi di gioia e di felicità suprema alla vista di Swami, tornato fra i Suoi devoti.
Al termine, alle migliaia di devoti presenti è stato distribuito il prasâd . Dopo l' ârati , Baba si è ritirato dalla sessione del mattino.
Nel pomeriggio, alle 15,45, Swami ha benedetto nuovamente i devoti col Suo darshan  nel Sai Kulwant Hall. Il primo a intervenire, nella sessione del pomeriggio, è stato il dottor Ram Setty, degli Stati Uniti, che ha parlato dei due studenti che Swami ha mandato in America per specializzarsi all'università ‘Loma Linda', in California.
È stata poi la volta di S.V. Giri, vicerettore dell'Istituto di Istruzione Superiore Shrî Sathya Sai, che ha raccontato di come Baba abbia fatto sì che i due studenti andassero al corso, seguendoli sia durante le procedure di ammissione che nel loro soggiorno in America.
Swami, che è il Rettore dell'Istituto, ha presentato i due ragazzi, shrî Sriram Parshuram e shrî Vemula Pravîn, con i loro dottorati in ‘Salute Pubblica', conseguiti all'università ‘Loma Linda'. Swami ha poi esortato shrî Sriram Parshuram a condividere con il pubblico presente ciò che gli era successo durante le procedure di ammissione e durante il suo soggiorno all'università americana.
In seguito, sono stati cantati i bhajan  in onore del Maestro, che era seduto nel portico in posizione tale da far sì che tutti potessero godere della Sua visione.
Nell'Auditorium Pûrnachandra  si è svolto uno speciale programma musicale: un coro preparato da devoti d'oltremare. Michael Goldstein ha annunciato che, con il permesso di Baba e per Sua Divina Grazia, a Indulal Shah veniva conferita la responsabilità di Consigliere Mondiale per le Organizzazioni Shrî Sathya Sai.
Alla fine dello spettacolo musicale, che è durato circa 50 minuti, Baba ha benedetto i cantanti dando loro doni e posando per delle fotografie.
Alle 19.45 Baba si è ritirato, ponendo fine a un fausto Guru Pûrnimâ.

 

Incarnazioni dell'Amore!
L’intero universo è stato creato per volontà di Dio. Egli lo crea e lo sostiene, e infine esso si unisce a Lui, fonte della sua origine. L’universo, che ha avuto origine dalla Volontà di Dio, è conosciuto come ‘vishvam’. Il corretto significato di ‘vishvam’ è ‘ciò che espande se stesso ed è pieno di beatitudine’.

 

 

Dio, causa primeva dell’universo
Dio ha creato l'universo con uno scopo, ma l'uomo si comporta in modo contrario ad esso.
‘Vishvam' non è solo una manifestazione della materia fisica, ma una manifestazione diretta di Dio, la vera e propria Incarnazione della Persona Cosmica, con tutte le Sue membra.
Il vishva' simboleggia la natura in espansione, propria di Dio, natura che può essere capita solo tramite viveka, la discriminazione.
Dio è al di là del tempo e della causa. Il mondo fisico funziona secondo il cosiddetto ‘potere raziocinante', ma la Volontà divina non è legata alla ragione. Dio è la causa primeva dell'universo. Esso è il riflesso di Dio. Vishvam  e Vishnu non sono diversi l'uno dall'altro. La lettera ‘V', nel nome ‘Vishnu', sta sia per ‘viveka' che per ‘vishtâra' (natura che tende a espandersi). Quindi, l'universo è, letteralmente, la forma di Dio. L'intera creazione costituisce l'insieme delle varie membra di Dio.
Ogni oggetto della creazione ha cinque aspetti: Sat , Esistenza, Cit, Coscienza, Ânanda, Beatitudine, rûpa, forma e nâma, nome.
I primi tre sono princìpi eterni, mentre il nome e la forma sono effimeri. Sat , Cit  e Ânanda  sono alla base del nome e della forma. Tutte le attività umane si basano sul nome e sulla forma. È Dio che decide chi deve fare qualcosa, e che cosa deve fare. Alcune persone sono di natura rajasica, altre hanno natura tamasica. In esse prevalgono le cattive qualità dell'odio e della gelosia.

 

Capire, sperimentare e propagare il Principio della Divinità
La gente attribuisce a Dio svariati nomi e forme, sulla base dei propri sentimenti, dimenticando i tre princìpi fondamentali di Sat , Cit , Ânanda  e assumendo, come unica realtà, il nome e la forma. Ma, in realtà, il nome e la forma non sono permanenti. La gente è immersa nel nome e nella forma ed è portata a ignorare i princìpi fondamentali di Sat , Cit , Ânanda . Ciò accade perché essa è preda dell'illusione e tende a dimenticare l'immane Energia divina che si nasconde dietro il nome e la forma. Dio viene chiamato anche ‘ Padmanâbha ' (Colui dal cui ombelico nasce un loto). In questo caso, il loto rappresenta il divino Sankalpa , la Volontà di Dio. Egli viene anche chiamato Hiranyagarbha, perché ha il ventre d'oro, e ‘ Vâsta ', in quanto è presente in tutti gli esseri nella forma di ‘Io'. Il Principio dell'‘Io' è onnipervasivo. Dio non ha un nome specifico. I nomi come ‘ Padmanâbha ', ‘ Hiranyagarbha ', ‘ Hiranmâyâ ' ecc. hanno un profondo, intimo significato. La spiritualità è intesa a spiegare il Principio del Divino e il profondo significato dei Nomi a Lui attribuiti. Chi segue il sentiero spirituale deve sforzarsi di capire e sperimentare il Principio della Divinità, e propagarLo.
L'uomo d'oggi, però, non ha capito veramente che cosa significhi ‘spiritualità'. Egli è vittima dell'errata convinzione che la spiritualità consista nell'adorare Dio mediante preghiere e celebrazioni rituali. Si deve insegnare alla gente il vero significato della spiritualità e dei vari nomi e forme attribuiti alla Divinità.

 

I meriti di Indulal e Sarla Shah
Nel 1968, la Prima Conferenza Mondiale delle Organizzazioni Sathya Sai fu tenuta a Bombay ( oggi Mumbai – N.d.T. ). Fu in quel periodo che venne fondato il Dharmakshetra , della cui costruzione il maggior merito va a Indulal Shah. Egli lavorò instancabilmente per la diffusione del messaggio di Swami. Sua moglie, Sarla Shah, è sempre stata per lui un grande punto di forza. Ella ha avuto un ruolo oltremodo attivo nello sviluppo dei Bâl Vikâs  e del Mahilâ Vibhâg  ( l'Ala Femminile delle Organizzazioni Shrî Sathya Sai – N.d.T. ). In questo modo, entrambi i coniugi hanno contribuito grandemente alla diffusione del movimento Sai nel mondo intero. Persino oggi, a un'età molto avanzata, offrono un grande servizio all'Organizzazione Sai.
Non è concesso a tutti capire la natura della Divinità. Questo mondo è come un quadro dipinto su un muro senza sostegno. Ci si deve sforzare di capire i princìpi di âdhâra , la base e di adheya , l'oggetto. Non sprecate il vostro tempo prendendo semplicemente parte ai riti. La vera spiritualità consiste nel realizzare la Verità secondo cui l'uomo altro non è che una scintilla della Divinità.
Ciò è anche dichiarato nella Bhagavad Gîtâ :

Tutti gli esseri sono una parte del Mio eterno Essere.
Tutto il mondo è permeato di Dio, Vâsudeva.

Dovete sperimentare questa Verità e propagarla al mondo.

Nel mondo sono sorti molti Centri Sathya Sai. Ogni Centro ha una propria storia. Il Dharmakshetra  non fa eccezione. Solo Swami conosce le innumerevoli difficoltà incontrate da Indulal Shah durante la sua costruzione. A quei tempi, non c'erano strade che permettessero di arrivare nel luogo in cui il Dharmakshetra  si trova ancor oggi. Egli dovette camminare fra i cespugli pieni di spine per scegliere l'area in cui costruire. Alla fine, Mi mostrò un posto e chiese la Mia approvazione. Era situato sulla strada per le grotte Mahâkâlî. Indulal Shah lavorò duramente alla sua costruzione.
Molta gente lo aiutò a portare a termine questo compito. Non è possibile intraprendere progetti di tali dimensioni da soli. Quando cominciate a mettere in pratica un buon progetto, all'inizio trovate sempre ostacoli, ma non dovete scoraggiarvi. Quando l'oceano di latte venne sbattuto dai Deva  e dai Dânava , dapprima, ciò che ne derivò fu un veleno mortale. Essi non desistettero e continuarono nei loro sforzi con determinazione incrollabile, e, alla fine, ottennero l'ambrosia divina.
Il nostro cuore può essere paragonato all'oceano di latte e la sâdhanâ  al processo di sbattimento. All'inizio, quando intraprendete la sâdhanâ , si interpongono necessariamente degli ostacoli. Essi non devono farci desistere; dobbiamo continuare i nostri sforzi con fede. Solo allora potremo ottenere uno stato elevato e beato. Nel passato molti individui dovettero superare molte difficoltà nel costruire dei centri di pellegrinaggio. Bhadrâchalam è uno di essi. Âdi Shankara, incurante dello sforzo fisico, andò a piedi dal profondo sud all'estremo nord per fondare dei centri di pellegrinaggio a Badrinath, Amarnath e Kedarnath.

 

L’unità è la più importante necessità del momento
Non importa quale posizione sociale si sia raggiunta: ll contributo degli altri sarà sempre necessario se si vogliono portare a compimento progetti eccelsi. Quando c'è unità, c'è Beatitudine.
In quest'era di Kali, la gente non ha più alcuno spirito di unità. Non c'è più né unità né purezza. Questo è il motivo per cui l'inimicizia ha trovato posto nel cuore umano, dando adito a problemi e conflitti. L'unità è la più importante necessità del momento. La vera forza dell'umanità risiede nell'unità. Com'è il pensiero, così è l'azione; com'è l'azione, così sarà il risultato.

 

Dimostrare l’amore con l’azione
Oggi l'uomo è incapace di raggiungere la meta della sua vita, perché non alimenta pensieri sacri. In primo luogo, pertanto, si devono avere pensieri sacri. Molti si sono illusi di amare Dio. Invece sono pieni di coscienza corporea e desiderano cose materiali di qualsiasi genere, e denaro.
Questo non è vero amore, è un amore artificiale. Molti mi scrivono: “Caro Swami, ti amiamo. Fa' che ti siamo cari, tienici a cuore.”
Lasciate che vi dica chiaramente che non è così facile ottenere Swami. Potete dire che Mi amate, ma come posso credervi? C'è spirito di sacrificio nel vostro amore? Non c'è coerenza fra i vostri pensieri e le vostre azioni. Voi fate una promessa oggi e vi ritirate domani. Com'è possibile credere all'amore di simili impostori?
L'amore vero e eterno ha origine nel cuore; è una relazione cuore a cuore. Esso è associato al Principio Atmico che è presente in tutti. L' Âtma  è la fonte della Consapevolezza. Âtma  e Brahma sono una sola cosa. L'amore che ha origine dal cuore vi conferisce la beatitudine eterna, immortale e non dualistica. Dove è mai possibile trovare un amore simile, al giorno d'oggi? Siete eroi nei discorsi, ma delle nullità nel metterli in pratica! Il mondo è pieno di gente di questo genere. Chi ha nel cuore l'amore vero non indulge in discorsi eruditi, bensì dimostra il proprio amore con l'azione. Oggi, la gente parla tanto, ma non mette in pratica ciò che dice. Individui simili sono solo dei ladri. Come potete raggiungere la meta della vita se credete a persone senza scrupoli e le seguite? Il vostro cuore dovrebbe sciogliersi in un flusso d'amore per Dio. Solo allora potete ottenere la Sua grazia. Lasciate che la gente dica ciò che vuole, ma non fatevi trascinare. Non tenete conto delle difficoltà e degli ostacoli, attenetevi al Principio della Divinità e raggiungete la meta della vita.

 

Dio o la vacuità del mondo
Oggi, alla gente mancano la volontà e la determinazione per raggiungere questa meta. Com'è possibile, per coloro che non la comprendono, raggiungerla? Il vero Amore non può essere frammentato. Non è possibile amare Dio e contemporaneamente anche gli oggetti effimeri e le relazioni del mondo. Un amore siffatto è solo artificiale. Avete un cuore solo. Non potete farlo a pezzi e distribuirlo a persone diverse. Non è come un dolce o zucchero di canna, che possono essere divisi fra tanti. È la Verità Eterna a essere nettarea, piena di Beatitudine. Ignorando la beatitudine eterna dentro di sé, le persone seguono il sentiero del mondo, pensando di trovarla. Ma è solo un prodotto della loro immaginazione. Un vero devoto è colui che si sforza di raggiungere Dio con piena fede e determinazione, senza tener conto delle prove e delle tribolazioni.

“Una volta che avete deciso quale meta raggiungere,
tenete duro fino a quando non avrete ottenuto ciò che vi siete prefissi.
Una volta che avete focalizzato ciò che desiderate,
perseguite l’oggetto del vostro desiderio
fino a quando non lo avrete raggiunto.
Una volta che avrete chiesto quel che volete chiedere,
non tiratevi indietro fino a quando ciò che avete chiesto
non vi verrà corrisposto.
Una volta che avrete pensato a ciò che dovevate pensare,
non perdete la sintonia con l’oggetto dei vostri pensieri
fino a quando non avrete avuto successo.
Il Signore non può tirarsi indietro dal soddisfare i vostri desideri,
se il vostro cuore è tenero.
Senza pensieri egoistici, senza richieste per voi stessi,
chiedete a Lui con tutto il cuore.
Perseverate, siate tenaci, non arrendetevi mai,
in quanto la qualità del devoto consiste nel non ritirarsi,
nel non abbandonare mai i suoi propositi.”

I devoti moderni cercano di accattivarsi persino Dio con paroline dolci e amore artificioso. Questo genere di persone non raggiungerà mai Dio. Dovete avere una fede incrollabile. Persino nei momenti di difficoltà e pericolo, la vostra fede deve rimanere salda. Dio può essere sperimentato solo nei periodi di difficoltà.

Il duro lavoro produce ricche ricompense.

 

Fede e determinazione incrollabili per attuare il lavoro di Dio
Viene anche detto:

“La felicità non genera felicità.”

Considerate le difficoltà come doni di Dio e accettatele con lo spirito giusto.
Sarla Ammâ e Indulal Shah dovettero affrontare innumerevoli difficoltà. Superarono tutto con coraggio e fortezza. Essi abitano a Bombay, che non è una città ‘normale'. È come una ‘bomba': qualsiasi cosa facciate, buona o cattiva che sia, vi mettono i bastoni fra le ruote. Pur abitando in un posto simile, essi fecero un ottimo lavoro. Indulal Shah fu ostacolato da molta gente, ma continuò il suo lavoro con devozione incrollabile e raggiunse felicemente il suo scopo. Per fare qualsiasi cosa avete bisogno della grazia di Dio. Non potete fare a meno di cercare l'aiuto degli altri, se volete portare a termine un compito molto importante.
Coloro che svolgono un lavoro per Dio devono essere preparati ad affrontare ogni difficoltà. La vita di Indulal Shah ne è ampia testimonianza. Egli serve Swami da quarant'anni con fede salda e forte determinazione. Ha girato il mondo diffondendo il messaggio di Sai. Ogniqualvolta che la gente gli si è avvicinata esponendogli i propri dubbi, ha sempre fornito le risposte più appropriate, atte a dissolverli. Si deve essere preparati ad accogliere qualsiasi sfida, sia mondana sia spirituale. Indulal Shah e sua moglie hanno speso una grande quantità di energia lavorando instancabilmente per l'Organizzazione.
Voglio raccontarvi un episodio. Il mese scorso shrî Shah è venuto a Whitefield per incontrarMi. Mi ha visto a letto ed era molto triste. Non ha espresso la sua tristezza esteriormente, ma ha pregato in cuor suo che Swami guarisse presto. Non ha mangiato né dormito a sufficienza per tutto il mese, per via della sua costante preoccupazione per la salute di Swami. In seguito a ciò il suo corpo si è indebolito. In genere era sempre stato sano. Egli ha molti progetti per il futuro dell'Organizzazione.
Prega affinché Swami gli dia forza sufficiente per metterli in atto. Sia lui che sua moglie erano molto in ansia per la Mia salute e pensavano sempre a Me. Loro non si affidano a ciò che dicono gli altri, ma seguono le proprie convinzioni.

 

“Questo Corpo non è Mio, è vostro”
Nessuno si deve preoccupare per la Mia salute. Io non posso essere in pericolo: esco da ogni difficoltà e da ogni problema senza alcun danno. Io ho successo in tutto. Possono avvenire dei cambiamenti sul piano fisico, ma sono temporanei e non permanenti. Voglio che tutti voi siate coraggiosi. Ora mi sono ripreso e sono in piedi, davanti a voi. Quali medicine ho usato? Le intense preghiere dei devoti sono state la Mia medicina. Dappertutto, a Madras, Hyderabad, Bangalore o Bombay, i devoti hanno intensificato le loro preghiere e le loro attività spirituali. In tutte le case si sono cantati i bhajan  e si è fatto il Nâmasmarana . Alcuni devoti hanno fatto delle penitenze e dei sacrifici. Molte attività spirituali sono state intraprese per la salute di Swami. Come risultato di tante fervide preghiere, oggi posso essere davanti a voi e parlarvi.
Non ho voluto questa sofferenza né ho cercato una cura. Voi avete voluto che questo Corpo venisse sollevato dal dolore, e lo avete ottenuto, tramite le vostre preghiere.

 

Liberarsi dell’attaccamento al corpo
Questo Corpo non è Mio: è vostro. Perciò, è vostra responsabilità prenderveNe cura. Io non sono ‘Deha' (questo Corpo), ma ‘Dehî'  (Colui che lo abita).

“Il corpo è fatto di cinque elementi ed è destinato a morire prima o poi,
ma l’Abitante non ha né nascita né morte.
L’Abitante non ha attaccamento per alcuna cosa ed è l’eterno testimone.
L’Abitante, che è nella forma dell’Âtma, è in verità Dio stesso!”

L' Âtma  non conosce né nascita, né morte, né dolore, né sofferenza. Potete non crederci, ma i medici hanno ben visto la gravità dell'incidente da Me subìto. Per una persona qualsiasi, camminare normalmente avrebbe richiesto da due a tre anni. La testa del femore si è rotta, è andata letteralmente in pezzi. Non c'erano muscoli a sostenerla. Le Mie ossa sono forti come diamanti, non era possibile unirle. Perciò, hanno messo una protesi artificiale. Dopo un intervento chirurgico così complicato ci vogliono anni, normalmente, per camminare di nuovo. Senza preoccuparMi di questo, ho ricominciato a camminare. I medici hanno fatto di tutto per proteggere questo Corpo. Hanno fatto il loro dovere, ma Io non ho pensato per un attimo a questo Corpo. Ho dimostrato con i fatti che non si deve avere attaccamento al corpo. Da due anni non faccio altro che ripetervi di liberarvi dell'attaccamento corporeo. Dovete ridurre gradualmente la vostra dehâbhimâna, la coscienza corporea e sviluppare Âtmâbhimâna , la Coscienza atmica. Voi non siete il corpo, ma l'incarnazione dell' Âtma. Il corpo fisico va e viene. Solo il corpo soffre, non l' Âtma.

 

“L’amore dei devoti è la Mia forza”
Quando Mi sono fratturato il femore, non Mi era possibile muovere la gamba. Il movimento più lieve causava un dolore fisico lancinante, come quello di una scossa elettrica. Ho detto ai medici: “Questo Corpo non è Mio, ma vostro. Fate tutto ciò che ritenete opportuno.” Chi ha abbandonato la coscienza corporea non può provare dolore. Satyajit è stato con Swami tutto il tempo. Egli ha una forte determinazione e ha fatto voto di stare sempre con Me. Mentre venivo trasportato all'ospedale in un furgone, era seduto accanto alla Mia testa. In sala operatoria, c'era anche lui. In genere nessuno ha il permesso di assistere a un intervento chirurgico, ma lui non Mi voleva lasciare neppure per un istante. Voleva vedere che cosa avrebbero fatto i medici al corpo di Swami. Si è messo un camice ed è entrato in sala operatoria. Gli ho detto: “Non riuscirai a sopportare la vista del sangue, resta fuori”, ma ha insistito con dolcezza, dicendo che voleva assolutamente assistere. È rimasto con Me durante l'intervento. Ha visto il dottore che faceva un buco nell'osso con il martello. Quando l'operazione è finita, ha chiesto: “Swami, come hai potuto sopportare un simile dolore?” Gli ho risposto: “L'amore dei devoti come te è la Mia forza.”
Il potere dell'amore è immenso. Tramite l'Energia dell'Amore si possono superare ogni dolore e ogni pericolo.
Dovete avere una fede forte e salda, senza la minima traccia di dubbio. I vostri pensieri, le vostre parole e le vostre azioni devono essere in armonia. Su molti devoti, che hanno una fede così forte e salda, Swami riversa la Sua grazia. Per tutto il mese scorso, in tutti i villaggi sono state tenute delle sessioni di bhajan. L'unica preghiera era che Swami si riprendesse presto e potesse garantire il darshan. Tutti speravano che Swami guarisse presto.
Ho ricevuto migliaia di telegrammi dai devoti che Mi auguravano una pronta guarigione. Molti devoti erano molto in ansia e pregavano interiormente per Me. La loro ansia è diventata una penitenza, la cui forza ha riportato la salute a Swami. È a causa del loro amore e della loro devozione che Swami, ora, è così forte e sano.
Non ho mai usato i Miei poteri divini per guarire Me stesso. Se lo avessi fatto, Mi sarei potuto curare in un millesimo di secondo! Non ho il sentimento egoistico di curarMi. Non c'è la minima traccia di egoismo in Me. Tutti devono essere felici: questo è il Mio unico desiderio.

 

La devozione di Satyajit e Dilip
Tutti devono sperimentare la felicità. Questa è l'essenza della cultura di Bhârat. Questa è l'era di Kali. In questa era, la gente ha molti dubbi, in particolare la generazione più giovane e istruita, laureati e specializzati. È naturale che, sotto l'influenza dell'era di Kali e con il retroterra culturale che si ritrova, la generazione più giovane non sia capace di sviluppare una fede salda nella Divinità.
Nel pieno della notte, ad un'ora assurda, all'una o alle due, quando Mi alzo dal letto e Mi guardo intorno, trovo questi due ragazzi, Satyajit e Dilip, che dormono uno accanto alla Mia testa e l'altro ai Miei piedi, di guardia al Mio Corpo.
Dilip lavora qui, nell'Ospedale ad Alta Specializzazione. Da poco si è fratturato la gamba ed ha ancora l'ingessatura. Nonostante questo, è corso qui da Bangalore, non appena ha saputo dell'incidente occorso a Swami, per servirMi. Entrambi si occupano delle necessità di Swami con grande devozione. Posso veramente dire che nessuno eguaglia questi due ragazzi nella loro devozione e nel loro amore per Swami.
La gente fa servizio ‘con le labbra', pronunciando meccanicamente la parola ‘amore', ma nessuno è in grado di rendere servizio come hanno fatto questi due ragazzi. Persino a ore impossibili, se sussurravo con voce flebile la parola ‘Satya', il ragazzo si alzava subito per soddisfare le Mie necessità. Era sempre vigile e attento. Mi hanno accudito in tutto, Mi hanno persino imboccato, dimenticando tutte le loro necessità personali, per servire Me. Tutto questo è dovuto ai grandi meriti accumulati dai loro genitori. È solo a causa della devozione a Dio e dei meriti dei loro genitori che questi due ragazzi sono capaci di coltivare questi nobili sentimenti di servizio e devozione. I genitori devono, sopra ogni altra cosa, diventare devoti di Dio. Ho detto spesso a questi due ragazzi che stavo meglio e che potevano andare a mangiare, ma non hanno mai voluto lasciarMi.
Ogni volta che arrivava qualche telefonata, in cui i devoti chiedevano come stesse Swami, rispondevano semplicemente: “Swami sta bene.” Non sono mai scesi in dettagli. Hanno risposto, però, con grande amore e tatto. Come hanno potuto acquisire questo grande amore e tatto? Non con l'istruzione o con l'età, ma solo a causa della loro grande devozione e fede in Swami. Questa è la vera qualità. Basandosi su di essa, hanno offerto un grande servizio a Swami. C'è molta gente pronta a far servizio a Swami, se solo gliene viene offerta l'occasione, ma a nessuno è stata offerta questa opportunità. Ad essi è capitata questa occasione unica e ne hanno fatto il miglior uso. Quale più grande sâdhanâ  può esserci se non quella di servire Swami? Quale maggiore compimento può mai essere raggiunto, più di quello di vedere che Swami ha accettato il vostro amore? Non si trovano molte persone in così giovane età disposte a fare un servizio così grande per un mese intero, continuamente, giorno e notte. Molta gente parla di amore e servizio, ma non troverete ragazzi così amorevoli e devoti. In essi ho trovato un grande amore, una grande devozione e una fede salda che hanno conquistato il Mio cuore. Con la fede e la devozione si possono ottenere grandi cose, si possono persino spostare le montagne.

 

Sviluppare una fede salda nella Divinità
Prendete l'esempio di Hanuman. Quando Lakshmana svenne sul campo di battaglia, Râma era in grande pena. Allora, Hanuman fu mandato a prendere l'erba sanjîvani  per rianimare Lakshmana. Hanuman non sapeva con esattezza dove si trovasse quest'erba. Perciò, spostò tutta la montagna in cui l'erba cresceva e la piazzò accanto a Râma. Allo stesso modo, un devoto di Dio deve essere preparato a intraprendere qualsiasi servizio, per quanto difficoltoso possa essere.
Generalmente la gente ha la tendenza a sfuggire alle difficoltà e a precipitarsi verso la felicità. Questo non è giusto, si deve essere pronti a tutto. Il corpo umano è soggetto a molte malattie e difficoltà. Non dovete farvi deprimere da esse. Dovete sviluppare una fede ferma nella Divinità. Questa ‘vishvâsa' (fede) deve essere il vostro stesso ‘shvasa' (respiro). Se oggi posso stare qui, in piedi davanti a voi, a pronunciare questo Discorso, è solo per il grande servizio reso a Swami da questi due ragazzi.
Devo dirvi un'altra cosa. Milioni di persone in tutto il mondo, durante il periodo di convalescenza di Swami, hanno pregato incessantemente per la Sua salute. Molti hanno fatto voti religiosi. Innumerevoli sono stati anche i telegrammi e le telefonate circa la salute di Swami. In particolare, Gita Reddy, deputato dell'Andhra Pradesh, è stata per un mese intero a Brindavan a pregare per la salute di Swami, nella speranza di poter avere un Suo darshan. Ma, in quel periodo, nessuno poteva far visita a Swami, ragion per cui non ha avuto la possibilità di incontrarMi. Lei, però, è rimasta comunque, sebbene avesse degli impegni pressanti a Hyderabad. Per tutto quel periodo, andava continuamente, quasi a ritmo giornaliero, su e giù in aereo, da Bangalore a Hyderabad. Non teneva conto né delle spese ingenti che doveva affrontare, né delle difficoltà che questo suo continuo viaggiare provocava al suo ménage familiare. Desiderava solo che Swami guarisse presto, perché lei considera Swami come la sua stessa vita. Questo è vero amore, vera devozione, che rende felice Swami. La devozione e la resa a Dio possono eliminare ogni sorta di sofferenza.

 

Il Nome di Dio può curare l’incurabile
Vi voglio rivelare un altro episodio. C'era una paziente in America che aveva molta paura della malattia che i medici le avevano diagnosticato. Aveva un cancro che cresceva nella regione cardiaca. È venuta a Bangalore con il marito, chiedendo la grazia di Swami. Ho assicurato loro che avrei curato il cancro e che non avrebbero dovuto preoccuparsi più di quella faccenda. La donna ha fatto una cura di una settimana e il tumore è sparito! Una piccola porzione maligna è rimasta e Io ho detto ai medici di asportarla chirurgicamente. I medici hanno fatto l'intervento secondo le Mie istruzioni. Lo stesso giorno la paziente ha cominciato a camminare, e ora sta bene! Ci sono molti casi come questi. La ripetizione del Nome di Dio può curare persino le malattie più incurabili. Questo infatti è ciò che la donna ha fatto. Ella ripete continuamente: “Sai Ram , Sai Ram.” Molta gente ripete continuamente il Nome di Dio. Ho curato molte persone dalle malattie più brutte e incurabili. Ho aiutato molta gente, in molti modi. Tutti questi hanno ora pregato per la Mia pronta guarigione. È per via delle loro preghiere che Mi sono ripreso a tale velocità.

 

Molte sono le grandi anime
Nove anni fa avevo perso la vista dall'occhio sinistro. In tutti questi anni ho visto con un occhio solo. I medici del nostro ospedale, come pure Narasimha Murthy (il direttore dell'ostello del college Shrî Sathya Sai di Brindavan), Mi hanno pregato di farMi operare all'occhio sinistro, contemporaneamente al femore. Ho detto loro che, visto che Me la cavavo benissimo con un occhio, non c'era alcuna necessità di farMi operare all'altro. Mi hanno pregato tanto che alla fine li ho lasciati fare. Quando volevo ricominciare a scendere nel Sai Kulwant Hall, a Prashânti Nilayam, alle 7 del mattino, per dare il darshan  ai devoti, Satyajit Mi ha pregato di posporlo alle 7,30, in considerazione dello sforzo fisico a cui Mi sarei dovuto sottoporre concedendolo di primo mattino. Satyajit è preoccupato ad ogni istante del Mio benessere. Non è il solo: ci sono tanti devoti che hanno pensieri nobili.
Ecco perché il Santo Tyâgarâja cantò il suo kîrtan  immortale:

“Molte sono le grandi anime...”

È solo a causa di queste grandi anime che il Paese di Bhârat ha potuto continuare a esistere pacificamente. L'India non è solo un pezzo di terra; è in verità il cuore del mondo intero. Se l'India è al sicuro, lo sarà tutto il mondo. Sfortunatamente, gli abitanti di Bhârat non comprendono questa Verità. Ovunque vi giriate, l'egoismo domina. Dovete non tener conto delle vostre motivazioni egoistiche e impegnarvi in attività che aiutino il prossimo. Pregate per il benessere degli anziani e di tutti. Questo è il vero significato della preghiera ‘Lokâssamastâh sukhino bhavantu'. Pregate per il benessere del mondo intero, con tutto il cuore. Sicuramente prospererete.
Penso di aver parlato anche troppo a lungo. Prendendo come esempio Sarla Ammâ e Indulal Shah, spero che inculchiate uno spirito di servizio in tutti. Spero anche che i Bâl Vikâs  e i Mahilâ Vibhâg  progrediscano sempre al meglio. Auguro a entrambi, Sarla Ammâ e Indulal Shah, una vita lunga, sana e felice.

 

(Baba ha concluso il Discorso con il bhajan: “Hari Bhajana Binâ Sukha Shânti Nahin  …”).

 

Prashânti Nilayam, 13 Luglio 2003
Sai Kulwant Hall
Festività del Guru Pûrnimâ
(Tradotto dal testo inglese pubblicato nel sito internet dello
Shr î Sathya Sai Central Trust di Prashânti Nilayam)